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Voi siete qui: Biblioteca » Da Ediciclo “Le rivelazioni del viaggio” di Giovanni Agnoloni

13 Giugno 2025

Da Ediciclo “Le rivelazioni del viaggio” di Giovanni Agnoloni

«L’inizio è verissimo!». Così mi ha detto la signora seduta nella fila opposta alla mia al gate di imbarco dell’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi qualche settimana fa, all’inizio di maggio. Non sono solito attaccare bottone con degli sconosciuti, ma il librino che aveva tra le mani la passeggera di quello che evidentemente era anche il mio volo di ritorno su Milano mi ha fatto abbandonare le consuete remore. A memoria non mi era mai capitato prima di imbattermi nella scena di una persona intenta a leggere il libro di un autore che conosco personalmente.

Non è un caso – e chi leggerà il libro comprenderà quanto valore abbia questa mia affermazione – che sia capitato con Le rivelazioni del viaggio di Giovanni Agnoloni, pubblicato da Ediciclo nella collana Piccola filosofia di viaggio. Ancora più rivelatore il sottotitolo: Piccoli attimi di perfetta chiarezza lungo il cammino.

Quella sera il mio cammino mi aveva portato all’aeroporto, archetipo del non-luogo, dopo un intenso viaggio nella capitale francese, tra musei e mostre (ma anche lungo i viali delle rimembranze del cimitero di Père-Lachaise).

Il formato e soprattutto la copertina non mi lasciavano dubbi, così ho rivolto la parola alla signora e ne è nata una breve chiacchierata, dalla quale ho appreso che lei, a differenza di me, non conosceva Agnoloni, suo conterraneo; che il libro le era stato regalato qualche giorno prima, in occasione del viaggio che quella sera finiva, dall’amica che era con lei e che l’aveva appena iniziato, proprio lì, nella sala d’attesa del gate.

A colpirla era in particolare l’incipit ed è dunque doveroso riportarlo qui:

A chi non e capitato, viaggiando, di vivere momenti di inattesa illuminazione? Non verità filosofiche calate improvvisamente dall’alto, ma attimi di perfetta chiarezza, in cui un paesaggio, un ambiente, una musica, una compagnia o altro, tutt’a un tratto, si rivelano senza filtri, come un dono inaspettato che rimuove ogni velo e permette di scorgere la nuda “essenza” delle cose”.

Quella breve chiacchierata era proprio “un dono inaspettato”, l’interruzione improvvisa e destabilizzante ma al contempo vivificante, del solito trantran con cui organizziamo la nostra quotidianità, anche quando siamo in viaggio.

Nelle pagine di questo suo “piccolo diario filosofico” Agnoloni si sofferma su epifanie e rivelazioni sperimentate durante spostamenti più o meno lunghi, in Italia e all’estero. Per prima cosa definisce l’esperienza – come “cuspide percettiva e di comprensione” o ancora come finestra di comprensione – poi passa a descriverne alcune a lui capitate, magari in auto oppure in un bar mleczny (tavola calda) in Polonia.

Racconta delle sue esperienze, anche professionali, e non sorprende dunque che da traduttore colga nell’aria epifanie e rivelazioni linguistiche. Tanto da arrivare a “vedere” le voci, testimone oculare (verrebbe da dire) di quel fenomeno neurocognitivo chiamato sinestesia.

Mettersi in movimento sollecita e risveglia “quel singolare calderone interiore” che solitamente se ne sta cheto dentro di noi. Viaggiando e lasciandoci travolgere dalle onde delle altre lingue ci accorgiamo che la prospettiva davanti a noi cambia: “tutto diventa più risonante e ci percepiamo immersi in un flusso denso di significato, che può dare una direzione nuova alla nostra vita – in senso lavorativo, artistico, affettivo e così via”. Osserviamo il mondo e arriviamo a comprendere che il mondo stesso ci osserva.

Come il collega Sylvain Tesson, Giovanni Agnoloni si sente preso dal Wunderlust, “l’insaziabile ‘voglia di altrove’” e se ne fa guidare in giro per il globo, senza però dimenticare di guardare e di viaggiare dentro se stesso. Dai racconti e dai riferimenti è evidente che studia, legge e approfondisce su temi di filosofia, fisica e psicanalisi. Nel frattempo rifugge dal turismo di massa, ma non disdegna i non-luoghi, tutt’altro.

È mentre aspettiamo in aeroporto o in stazione, o mentre vaghiamo col pensiero su un autobus o su un treno, che entriamo, quasi senza accorgercene, in contatto con la parte più sensibile di noi stessi, quella che sta transitando da un ‘qui’ a un ‘lì’, e che in tale ‘gestazione’ si appresta a trasformarsi.”

Fino a farci abbandonare ogni remora per attaccare bottone con una persona sconosciuta (purché stia leggendo…).

Saul Stucchi

Giovanni Agnoloni
Le rivelazioni del viaggio
Piccoli attimi di perfetta chiarezza lungo il cammino

Ediciclo
Collana Piccola filosofia di viaggio
2025, 96 pagine
9,50 €

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