Fino a domenica 21 maggio il Piccolo Teatro Strehler di Milano propone in cartellone Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller nella traduzione di Masolino D’Amico. Ne firma la regia Massimo Popolizio che interpreta il protagonista Eddy Carbone, un lavoratore del porto di New York che vive con la moglie Beatrice (Valentina Sperlì) e la nipote Catherine (Gaja Masciale) a cui fa da padre più che da zio.

L’equilibrio del ménage familiare viene messo a repentaglio dall’arrivo di due parenti dalla Sicilia: i fratelli Marco e Rodolfo, tanto diversi tra loro quanto possono esserlo, appunto, solo due fratelli. Marco, interpretato da Raffaele Esposito, è la rappresentazione dell’immigrato che pensa unicamente al lavoro per poter sfamare la famiglia che ha lasciato al paese.
Rodolfo, invece, ha altri pensieri per la testa: fare lo scaricatore di porto è per lui soltanto un’attività che gli permette di vivere e comprarsi abiti eleganti e dischi. Ne veste i panni – i costumi sono di Gianluca Sbicca – Lorenzo Grilli che ricordo sotto il ben più pesante costume da gorilla in Zoo di Sergio Blanco. Rodolfo è arrivato dalla Sicilia per portare scompiglio tanto con il comportamento leggero e sbarazzino, quanto con il suo aspetto: è infatti biondissimo! Ma non è il colore dei capelli a meritargli la definizione di “non regolare”…
Eppure la comparsa dei due fratelli arrivati da oltreoceano, a ben guardare, imprime soltanto un’accelerazione a un cambiamento che era già in atto da tempo pur non essendo ancora riconoscibile. Il fatto è che Catherine non è più una bambina, è ormai una donna. Se n’è accorta la zia, mentre lei stessa e soprattutto Eddy sembrano non aver registrato il passaggio alla nuova fase, con tutto quello che comporta nella quotidianità dell’ambiente domestico.

Eddy, consapevolmente o meno, vorrebbe fermare il tempo e protrarre in un eterno presente la situazione attuale. Per questo cerca di opporsi a tutto quello che minaccia l’equilibrio conservato finora, a cominciare dalla richiesta di Catherine di lasciare la scuola per un impiego come dattilografa. Sarebbe il suo primo passo verso l’emancipazione e invece sarà l’inizio della fine per Eddy.
Popolizio ne interpreta magistralmente il disagio con l’intero alfabeto della sua gestualità. Lo spettatore ne segue i movimenti del corpo: il continuo va e vieni delle mani nelle tasche, l’atto di tergersi il sudore sulla fronte con il fazzoletto, ma soprattutto l’ininterrotto spostamento della sedia, il trono del suo regno casalingo. È questo movimento nello spazio della scena – disegnata da Marco Rossi e illuminata da Gianni Pollini – a denunciarne l’imbarazzo. Eddy si sente scomodo nella nuova situazione che si è venuta a creare e comprende che il peggio (per lui) deve ancora arrivare.
Per oltre metà della pièce Popolizio mantiene la barra nel registro della commedia. La “cerimonia” di presentazione dei nuovi arrivati – molto bella e spiritosa – può essere citata a sostegno di questa mia considerazione. Progressivamente emergono però gli elementi che volgeranno la faccenda in tragedia: per esempio alcuni lampi lasciano intravedere il lato femminile di Eddy, talmente represso e nascosto che non ha nemmeno bisogno di essere negato. La gelosia (nelle varie direzioni che prende questo vettore) agisce sotto traccia ma ogni tanto emerge in superficie.
Tra le scene più intense è quella della confessione di Eddy all’avvocato Alfieri, interpretato da Michele Nani. La sua funzione è un po’ quella del corifeo nel teatro greco: si rivolge al pubblico per commentare, spiegare e invitare alla riflessione, come nel monologo finale.
La prova di forza della sedia assesterà un ulteriore – tremendo – scossone all’identità di Eddy il cui colpo di grazia gli verrà però non tanto da Marco, quanto da sé stesso, sotto forma di soffiata. Il “vecchio” Eddy non l’avrebbe mai fatto.
Saul Stucchi
Foto di Yasuko Kageyama
Uno sguardo dal ponte
di Arthur Millertraduzione Masolino D’Amico
regia Massimo Popolizio
con Massimo Popolizio, Valentina Sperlì, Michele Nani, Raffaele Esposito, Lorenzo Grilli, Gaja Masciale, Felice Montervino, Marco Maravacchio, Gabriele Brunelli, Marco Parlà
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci Gianni Pollini
suono Alessandro Saviozzi
produzione Compagnia Umberto Orsini, Teatro di Roma – Teatro Nazionale e Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
Informazioni sullo spettacolo
Dove
Piccolo Teatro StrehlerLargo Greppi 1, Milano
Quando
Dal 9 gennaio al 21 maggio 2023Orari e prezzi
Orari: martedì, giovedì e sabato 19.30mercoledì e venerdì 20.30
domenica 16.00
lunedì riposo
Durata: 90 minuti senza intervallo
Biglietti: intero platea 33 €; intero balconata 26 €