“L’ALIBI della domenica” è dedicato allo spettacolo “Zoo”.
“È la cosa più bella che ho visto quest’anno al Piccolo” ho sentito che un ragazzo diceva agli amici, mentre uscivo dal teatro ieri notte, dopo la prima dello spettacolo “Zoo” di Sergio Blanco che ne firma anche la regia. Non so se si riferisse soltanto alla programmazione del Grassi o dell’insieme delle tre sale del Piccolo. Nel qual caso, ammesso che il giovane l’abbia visto, lo preferisce anche a “M. Il figlio del secolo” di Massimo Popolizio? Personalmente non saprei decidermi: sono entrambi spettacoli memorabili.
Fatta la tara al commento pronunciato a caldo dal ragazzo (uno studente della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi?), è indubbio che la prima produzione del Piccolo diretta dal regista franco-uruguaiano lascia il segno sullo spettatore. Quindi non perdete l’occasione di vedere “Zoo”: rimarrà in scena al Piccolo Teatro Grassi fino al 5 maggio, accompagnato da un ricco calendario di eventi, tra cui segnalo almeno l’incontro con la compagnia, previsto per mercoledì 13 aprile presso il Chiostro Nina Vinchi (il programma completo è disponibile sul sito del Piccolo Teatro).
La trama
Spendo solo due parole per riassumere la trama. Lino Guanciale interpreta il personaggio di un drammaturgo (dietro il quale c’è naturalmente Sergio Blanco), interessato a studiare il comportamento di un gorilla, che vive nello zoo di Milano, per trarne materiale per un suo libro. Il contatto con il primate è mediato, gestito e coordinato dalla dottoressa Rozental, impersonata da Sara Putignano. La quale, però, interpreta anche Edda Ciano, la figlia di Mussolini.
Che c’entra la primogenita del Duce con un drammaturgo che vuole studiare il comportamento di un gorilla? Non c’è una risposta vera e propria alla domanda, o meglio, quelle proposte rispondono soltanto in modo parziale. Edda è un’ossessione per il drammaturgo (fittizio e reale), così come lo diventa il gorilla. Ma il gioco è molto più complesso. Uno dei temi di “Zoo” è infatti la bellezza e il desiderio – o almeno il tentativo – di ammirarla senza i lacci della morale.
Gli si intrecciano quelli del rapporto tra uomo e animali, ma anche tra scienza e letteratura. Può un gorilla apprezzare la melodia dell’Impromptu Op. 90 N. 3 di Schubert? O addirittura comprendere il significato de “Il rosso e il nero” di Stendhal? Di sicuro il primate sogna. Ma arriva a domandarsi, come fa il drammaturgo (e prima di lui Euripide e Shakespeare, Calderón de la Barca e Schopenhauer), se la vita che viviamo è il sogno di qualcun altro?
Il gorilla Tandzo
Nel nome del gorilla Tandzo c’è forse un rimando al Tadzio de “La morte a Venezia” di Thomas Mann? Oltre all’assonanza, sembra giustificarne l’accostamento la natura del rapporto che s’instaura tra il drammaturgo e l’animale: oggetto del desiderio tanto più agognato quanto più riprovevole moralmente è la passione che suscita. Di sicuro nella pelle e nei peli di Tandzo c’è Lorenzo Grilli, la cui presenza scenica è davvero magnetica e monumentale.
Nella presentazione alla stampa il giovane attore romano ha confessato che il regista gli ha chiesto di “mettersi da parte”. “Leva, leva”, gli diceva, vedendo come Grilli fosse arrivato alle prove già “calato nella parte” del gorilla, con tanto di plateali pugni sul petto alla King Kong. Sull’interpretazione del ruolo Blanco e Grilli hanno dunque lavorato come scultori e il risultato è un capolavoro di personaggio.
Ma anche gli altri due interpreti si sono meritati gli elogi del regista, subito ricambiati. Tanto per dirne uno, Guanciale ha lodato la scrittura teatrale di Blanco, uomo di teatro a tutto tondo: non soltanto autore profondo e regista acuto, ma anche bravo interprete, a dispetto di quanto dica lo stesso Sergio.
Della Putignano Blanco ha ammirato la bellezza della sensibilità: gli batteva il cuore ogni volta che lei si presentava alle prove, proprio come aumenta il battito del cuore sia del drammaturgo che di Tandzo a ogni loro incontro. Di Guanciale ha detto che non è un attore: è un poeta. Come Mozart non era un musicista, né Caravaggio un pittore, ma entrambi erano poeti.
Autofinzione
E poeta è Sergio Blanco. Poetico è il suo sguardo sul mondo là fuori – sulla Terra e sull’intero universo – e sui misteri del cuore. Peraltro il tema dello sguardo è uno dei nuclei attorno a cui è costruito lo spettacolo, l’ha detto l’autore / regista, ossessionato da questo mondo “panottico” nel quale perennemente guardiamo e siamo guardati. Non a caso le telecamere hanno una funzione tutt’altro che accessoria in “Zoo”.
Quello che Blanco ha osservato per mesi allo zoo di Parigi (che diventa lo zoo di Milano nello spettacolo) l’ha manipolato ed elaborato attraverso lo strumento dell’autofinzione. Per spiegarlo riprendo le sue stesse parole, riportate sul libretto di sala:
La poetica dell’autofinzione, come mi piace chiamarla, cioè narrare in prima persona le storie che si vanno raccontando, senza che si stia scrivendo una reale autobiografia, non è una moda recente, ma è una tecnica di scrittura praticata da moltissimo tempo: altro non è che l’esplicitazione del motto socratico conosci te stesso. Il padre dell’autofinzione per me è Sant’Agostino nelle sue Confessioni…”
Nelle quasi due ore di “Zoo” si ride, ci si commuove e si riflette. Su cosa? Sull’amore e sulla morte, sulla sofferenza e sulla compassione, sui sogni e sulle ossessioni. In una parola: sulla vita.
“È uno spettacolo per chi è innamorato della vita”, ha detto Grilli nella presentazione alla stampa. Ha ragione.
PS: Scommetto che “Take on me” degli A-Ha cantata da Guanciale entrerà nella vostra playlist…
Saul Stucchi
Foto di Masiar Pasquali
Zoo
scritto e diretto da Sergio Blancotraduzione Angelo Savelli
video Miguel Grompone
scene Monica Boromello
costumi Gianluca Sbicca
luci Max Mugnai
musiche e suono Gianluca Misiti
con Lino Guanciale, Sara Putignano, Lorenzo Grilli
aiuto regia Teresa Vila
preparazione vocale a cura di Laura Raimondi
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Informazioni sullo spettacolo
Dove
Piccolo Teatro GrassiVia Rovello 2, Milano
Quando
Dal 26 marzo al 5 maggio 2022Orari e prezzi
Orari: martedì, giovedì e sabato 19.30mercoledì e venerdì 20.30
domenica 16.00
lunedì riposo
Sabato 16, domenica 17 aprile e 1° maggio riposo
Durata: 2 ore senza intervallo
Biglietti: intero platea 40 €; intero balconata 32 €