Una piccola mostra per bibliofili raffinati e per gli appassionati di storia: il Museo Plantin Moretus di Anversa espone fino al prossimo 5 maggio una selezione di una quarantina di manoscritti miniati che illustrano (è il caso di dire) il lato più splendente del Medio Evo, da molti ancora considerato un’epoca oscura se non oscurantista.
In tre sale sono esposti manufatti che sarebbe riduttivo definire libri. Si tratta infatti di veri e propri capolavori dell’editoria, realizzati in mezza Europa nell’arco di diversi secoli. Il percorso si apre, per esempio, sul secondo volume della Bibbia di Corrado di Vechta, arcivescovo di Praga, per la quale opera lavorarono i miniatori del re Venceslao IV di Boemia. Accanto è esposto il secondo libro delle Cronache di Jean Froissart, miniato oltre mezzo secolo dopo la sua morte, probabilmente da Philippe de Mazerolles, attivo a Bruges dal 1467 al 1479. Bruges era la capitale dell’editoria di pregio: i libri che si realizzavano nelle botteghe della città fiamminga finivano nelle biblioteche di principi e sovrani (si legga la recensione alla mostra londinese Royal Manuscripts. The Genius of Illumination).
Nella seconda sala i visitatori possono ammirare alcuni manoscritti scelti dai curatori come testimonianze della fondazione della collezione di Christophe Platin e di suo genero Jan Moretus. Ci sono il Carmen Paschale di Celio Sedulio, il De Trinitate di Sant’Agostino e l’opera del poeta latino Claudiano: quest’ultimo manoscritto reca annotazioni sui margini, scritte dai vari proprietari che lo ebbero tra le mani. La stesura di appunti non era allora considerata un atto di vandalismo, ma un modo per accrescere la conoscenza dei futuri lettori e anche il valore del volume.
Quanto le miniature fossero preziose lo dimostra l’utilizzo di piccoli veli di seta per proteggerle, come si vede nel manoscritto dei Sententiarum Libri IV di Pietro Lombardo, esposto nella quarta e ultima sezione, apprestata per mostrare l’utilizzo di questi libri.
A margine dell’Aurora di Petrus Riga, canonico della cattedrale di Rheims vissuto tra il 1140 circa e il 1209, si possono invece notare disegnini non attinenti al testo, a dimostrazione da una parte di quanto la pergamena fosse cara durante tutto il Medio Evo, dall’altra di quanto fosse irresistibile lo spazio bianco per gli amanuensi (a questo proposito rimando alle pagine che il bel libro di Stephen Greenblatt, Il manoscritto, edito da Rizzoli dedica ai commenti scritti a margine dai monaci, spesso sfoghi di frustrazione e fatica: “Grazie a Dio, tra poco farà buio”, ha lasciato scritto un anonimo!).
I bibliofili vorrebbero senz’altro mettere le mani – letteralmente – su questi gioielli custoditi sotto teca, per apprezzare al tatto la consistenza delle pagine e con le dita sfiorare le miniature. Ovviamente non è consentito farlo, ma è possibile ingrandire alcune riproduzioni utilizzando le “tavolette” digitali messe a disposizione. Uno smacco per i sostenitori della carta a oltranza; un intelligente impiego della tecnologia più moderna per chi non dimentica che i libri sono strumenti di trasmissione della conoscenza.
Saul Stucchi
Didascalie:
Cronache, vol. I, Brugge, 1475-1485
Museum Plantin-Moretus
© Copyright Bruno Vandermeulen – KU Leuven
Museum Plantin-Moretus
Aurora
Museum Plantin-Moretus
© Copyright Bruno Vandermeulen – KU Leuven
Una miniatura ingrandita su uno degli iPad in mostra (foto di Saul Stucchi)
MAGNIFICENT MIDDLE AGES
Museo Plantin Moretus
Anversa
Fino al 5 maggio 2013
Orari: da martedì a domenica 10.00-17.00; lunedì chiuso.
Informazioni:
www.museumplantinmoretus.be