Dopo il capolavoro di Visconti “Rocco e i suoi fratelli” è opportuno tirare (forse anche trattenere) un po’ il fiato: “La casa” di Sam Raimi.
Ma come: un altro film dell’orrore? Sì. Però: in primo luogo non considero questo un semplice film di genere (spiegherò in seguito il motivo). E poi, perché – secondo il mio modesto parere, che per altro condivido (citazione da Alessandro Bergonzoni) – i film, ma anche i libri o altre forme d’arte orrorifiche, assolvono a una funzione catartica.
Il buon Aristotele, parlando della tragedia al tempo dei Greci, sosteneva che lo spettatore, identificandosi con quanto accadeva sulla scena, potesse al termine della rappresentazione sentirsi “purificato” nell’anima e quindi potesse affrontare con più energia e con rinnovata forza le difficoltà della vita.
La stessa cosa io penso per quanto riguarda il mondo dell’orrore. Con un’aggiunta: quello che sostengo è stato comprovato dalla psicologia contemporanea, con la scoperta dei “mirror neurons”. Semplificando al massimo il discorso, questi neuroni specchio ci spingono a partecipare empaticamente a quanto accade intorno a noi, come succede, per esempio, assistendo a uno spettacolo o guardando un film. Così, le emozioni che ci catturano all’esterno, provocano una partecipazione interiore che potremmo rassomigliare alla catarsi che citavo prima.
Un film horror sui generis
Ma è tempo di tornare alla pellicola di Raimi. Dicevo più in su che si differenzia dagli altri “horror”. Perché, c’è un po’ di sana ironia. Perché il regista (e gli altri due amici/complici: il produttore Robert Tapert e l’attore Bruce Campbell) sono i primi a non prendersi sul serio. Così accade che quello che per alcuni è stato quasi identificato come il capostipite moderno dello splatter (vedi nota), per altri è soltanto una geniale rivisitazione di un film de paura. Questa caratteristica slapstick (termine adoperato nel cinema per evidenziare una comicità elementare, che spesso utilizza il linguaggio del corpo) diventa sempre più evidente nel sequel “La casa 2” e nel terzo atto della trilogia “L’armata delle tenebre”.
Tecnicamente, la pellicola si fa apprezzare per il montaggio frenetico e per l’uso fin troppo disinvolto della macchina da presa da parte di un regista alla prima prova e con meno di vent’anni. La grande novità è l’invenzione per alcune riprese (quelle in soggettiva dei demoni che inseguono i ragazzi nel bosco) della shakey-cam.
Si tratta né più né meno di una specie di steadycam, montata però su un supporto mobile, in modo da ottenere un effetto tremolante. Di questo debutto, non si accorsero in molti e un’eccezione importante fu quella di Stephen King, che spese parole elogiative per “La casa”.
Grazie però anche alla diffusione in videocassetta (per la prima volta un film uscì contemporaneamente nelle sale ed in VHS), il film divenne in breve tempo un cult. Raimi (classe 1959), poi, arrivò al successo e alla notorietà, grazie ai tre film su “Spiderman”. La trilogia, appezzata anche dalla critica, ottenne un clamoroso successo al botteghino, facendo incassare alla casa produttrice Sony Pictures, circa 3,5 miliardi di dollari.
Curiosità e note
L’automobile con cui i cinque ragazzi arrivano alla casa è in realtà la vecchia macchina di Sam Raimi: una Oldsmobile Delta 88 gialla del 1974. Sam l’ha sempre considerata un grande portafortuna, tanto da farla figurare in tutti i suoi film, compresi i recenti “Spider Man”.
Come faceva Alfred Hitchock (uno dei suoi maestri ispiratori), anche Raimi ama apparire in brevi camei nei suoi film: in questo lo fa all’inizio, nelle vesti di un contadino, insieme con Tapert.
I mirror neurons sono una scoperta scientifica relativamente recente (risalgono alla fine del ventesimo secolo). Premesso che non tutti concordano sulla funzione di questi neuroni, oggi sappiamo molto sulla loro organizzazione anatomica, anche se rimangono varie lacune. I primi esperimenti sono stati condotti sui primati, dopo di che si è passati all’uomo.
Lo splatter (cinematografico, letterario o fumettistico) si basa sulla rappresentazioni di scene o racconti violenti o raccapriccianti. Nel cinema si caratterizza per l’estremo realismo degli effetti speciali che descrivono lo schizzare del sangue o la lacerazione dei corpi. Nelle mani di alcuni registi geniali il cinema splatter è divenuto una forma artistica utile a mostrare la debolezza del corpo umano, soprattutto in un periodo storico quali gli anni Ottanta con il loro edonismo e l’esasperazione della forma fisica.
L S D
La casa
- regia: Sam Raimi
- interpreti: Bruce Campbell, Richard Demanicor, Betsy Baker, Ellen Sandweiss, Theresa Tilly