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Voi siete qui: Europa » Viaggio a Porto: quarta parte del reportage di Marco Grassano

23 Ottobre 2017

Viaggio a Porto: quarta parte del reportage di Marco Grassano

Prosegue il reportage di Marco Grassano su Porto. Quarta puntata

Attraversiamo Largo Amor de Perdição (intitolato a un romanzo di Camilo Castelo Branco che l’autore iniziò a scrivere, verso il 1860, proprio qui, nell’ex carcere che ora ospita il Centro, mentre vi era rinchiuso per adulterio) e poi rasentiamo l’area verde di Praça da Cordoaria, fra i cui alberi si inoltrano i binari del tram.

Passiamo lungo il marciapiede che fiancheggia il Museo dell’Università, sotto impalcature coperte da un enorme telone pubblicitario: “Super Bock – 90 anos a fazer amigos” (striscioni, gonfaloni, manifesti per ricordare l’importante anniversario della gustosa birra locale sono diffusi capillarmente in tutta la città).

In Rua das Carmelitas vediamo l’antica libreria Lello e Irmão, che volevamo visitare: ma una doppia fila di turisti, che dall’ingresso arriva a girare l’angolo dell’isolato di Rua Galeria de Paris, ci dissuade (e sarà così ogni giorno). Tutta questa gente è attratta, temo proprio, non dai libri, bensì dal fatto che allo sfarzoso scalone interno del negozio sia ispirata una scena di Harry Potter. Contenti loro – e soprattutto i proprietari, che non so come riescano a vendere!

Il bar Corner a PortoCi sediamo allora comodamente al baretto esterno Corner (il bancone è rincantucciato sotto i giardini della vicina Praça de Lisboa) a sorseggiare delicati coktails naturali dallo stesso nome – succo di abacaxi (ananas) e foglie di menta. Sui tavolini neri, rapidamente tutti occupati, vasetti con finte piantine di lavanda. Inquadrata in fondo alla via, la Torre dos Clérigos, campanile laboriosamente barocco che rappresenta il più alto punto di osservazione della (e sulla) città.

Dalla via dove inizia la coda dei turisti “bibliofili” (carico e scarico merci, vetrine varie, auto parcheggiate, alberelli) ci portiamo in Rua de Santa Teresa, che diventa poco più in là Rua da Fábrica: voglio visitare la libreria antiquaria Sousa & Almeida, a proposito della quale ho visto, qualche settimana fa, un servizio alla TV portoghese in cui si raccontava che deve chiudere, dopo più di 60 anni di attività, perché l’edificio che la ospita è stato comprato da un vicino albergo, a sua volta acquisito da una multinazionale.

A sorpresa, mi imbatto in una filiale della Bertrand: mentre mia figlia si accomoda sul divano a disposizione dei clienti, io perlustro i vari scaffali e scelgo alcune opere – in prosa e in verso – del giovane José Luís Peixoto. Infilo i libri nella vecchia borsa grigia a tracolla, che mi accompagnava negli anni Ottanta e alla quale ho concesso un ultimo viaggio (prima che le sue chiusure lampo irrigidite cedessero del tutto…).

Arriviamo, poco dopo, al numero 42, la Sousa & Almeida che cercavo. All’interno, gli scaffali in legno marrone sono quasi vuoti. Il titolare ottantanovenne, Joaquim de Oliveira Almeida, e la moglie, Maria de Fátima Cruz, mi raccontano di aver già venduto, praticamente in blocco, i circa 20.000 volumi che avevano raccolto: entro ottobre devono lasciare liberi i locali.

I librai di Porto Joaquim de Oliveira Almeida e Maria de Fátima CruzI due anziani appaiono sobriamente immalinconiti, di qui è transitata una parte significativa della cultura portoghese del Novecento, e io dico a vuoto banali parole di rassegnazione perché non so come consolarli di una perdita che significa la fine della loro vita.

Compro, per ricordo, al prezzo di soli 4 euro, un’antologia del poeta brasiliano Jorge de Lima, pubblicata, nel 1964, dalla libreria stessa, che evidentemente all’epoca svolgeva anche la funzione di editrice. La signora Maria mi infila il libro in una busta gialla da cancelleria, con l’intestazione in blu della ditta. Anche questo particolare diventa un ricordo triste.

La statua dell'ardina (strillone) a PortoProseguendo nella via, arriviamo in Praça da Liberdade: a sinistra l’imponente Municipio bianco e a destra Praça Almeida Garrett, la statua dell’ardina (strillone) sull’angolo del marciapiede, la vicina Stazione di S. Bento, la chiesa dei Congregati – anch’essa con piastrelle azzurre sulla facciata – e la Rua 31 de Janeiro che, salendo dolcemente, ci riporta a S. Ildefonso. Osserviamo che le cabine telefoniche e le buche per le lettere hanno la stessa smaltata foggia vermiglia di quelle inglesi.

Quarta parte – Segue.
Marco Grassano
Foto di M. Ester Grassano

Didascalie:

  • Il Corner Bar e la Torre dos Clérigos
  • Il vecchio libraio Joaquim de Oliveira Almeida e la moglie Maria de Fátima Cruz
  • La statua dell’ardina (strillone)

Archivio:

  • Prima parte del reportage su Porto
  • Seconda parte del reportage su Porto
  • Terza parte del reportage su Porto
  • Quarta parte del reportage su Porto
  • Quinta parte del reportage su Porto
  • Sesta parte del reportage su Porto

Acqui Terme incontra Lisbona

"Lisbona vs Acqui": particolare del manifesto dell'incontroSabato 11 novembre alle ore 17:00 Marco Grassano interverrà all’incontro dal titolo “Lisbona vs Acqui. Lo sviluppo della cultura e della società portoghese degli ultimi 20 anni” che si terrà al Palazzo Robellini di Acqui Terme (AL).

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