Prosegue il reportage di Marco Grassano su Porto. Terza puntata
Sull’acqua sfila, verso destra, un battello carico di turisti. Da una larga scalinata in legno (sotto di essa, delimitati da spesse e fitte grate color zinco, i bagni pubblici) scendiamo al lungofiume. Lo spazio tra le due file di bancarelle, coperte da teli bianchi (in esposizione, souvenirs, capi di abbigliamento, prodotti alimentari), è popolato di compratori o di semplici curiosi.
Pontili mobili, in lento dondolio, conducono a motonavi più o meno grandi che offrono, per 15 euro, il “cruzeiro das seis pontes”, escursione fluviale di una cinquantina di minuti. Esplanadas di diversi locali propongono varie combinazioni gastronomiche.
Ci infiliamo nei vicoli, sulle tracce del romanzo portuense di Tabucchi, ma davvero vi troviamo un angolo urbano della Genova più antica (curioso che lo scrittore, per anni docente nel capoluogo ligure, non abbia rilevato l’analogia). Torniamo sul fiume, lungo il molo lastricato di chiare placche rettangolari fino al punto in cui esso divalla nell’acqua fra barche e gomene.
Mi vengono in mente i versi di Pessoa, scritti pensando a un’altra banchina:
Ah, ogni molo è una nostalgia di pietra!
E quando la nave salpa
e ci si accorge all’improvviso che si è aperto uno spazio
tra il molo e la nave,
mi coglie, non so perché, un’angoscia nuova,
una nebbia di sentimenti di tristezza…
Dal vicino largo su cui si affaccia una chiesetta bianca risaliamo verso la piazza-giardino con la statua impettita dell’Infante D. Henrique, il mercato rosso e il Palazzo della Borsa – che non ci interessa visitare. Cerchiamo piuttosto di raggiungere Rua das Flores e Rua do Ferraz, sempre su suggestione di Tabucchi (lì aveva lo studio e il palazzo di famiglia l’avvocato Lotón).
Arriviamo in Largo S. Domingos. Rua das Flores decolla lentamente verso sinistra, oltre una bassa aiuola e una cascatella di tavolini esterni sostenuti da pedane e protetti da ombrelloni. Se ne vedono altri sparsi, a gruppi, lungo tutto il tracciato. La via è stata risistemata per l’uso e nel gusto dei turisti.
Una tondeggiante scultura bronzea, con appendici allungate, sorge dal selciato – e pende dal balcone al proprio incontro – di fronte a uno di questi armazéns messi a nuovo. La stretta Rua do Ferraz sale ad angolo retto, ancora a sinistra: ma non ci pare così faticosamente ripida come la dipingono, nel romanzo, le parole dell’obeso legale. A smentire ulteriormente il presunto Lotón, nessuno dei relativamente modesti edifici, dai colori tendenti al marroncino, che la fiancheggiano mostra l’imponenza adatta per essere il palazzo avito di una nobile stirpe locale. Sull’angolo destro dello sbocco in Rua da Vitória, una casa è nascosta da teli e ponteggi, per una ristrutturazione.
Siamo nell’antico quartiere ebraico. File di case a due piani, dai colori pastellati: azzurrine, rosa, gialline. A destra, la ripida e angusta Travessa do Ferraz. Muraglie cieche di pietra e cemento a sostenere un dislivello o a vietare uno spazio. Brutti disegni a spray su qualche parete. Gli edifici si fanno più alti e raffinati. Incombe un tozzo campanile. Una musica amplificata ci attira sul selciato a destra, che sale a un edificio bisognoso di restauro.
Nel Miradouro da Vitoria, da dove proviene la melodia (stanno allestendo un palchetto per spettacoli), scattiamo foto al paesaggio sottostante. Una locandina annuncia, per la sera dopo, l’esibizione di alcuni cantanti di fado. Non mi interessa: qui è fuori posto, come i gondolieri veneziani che cantano O sole mio.
La Rua S. Bento da Vitória assume un carattere più elegante e – sul lato sinistro – imponente, anche se un po’ trascurato. Ma il recupero si sta avviando: sulla facciata della bella casetta al numero 44, una targa informa che l’edificio ha vinto il premio comunale per la migliore ristrutturazione urbana.
Ci sediamo un attimo accanto alla Fonte do Olival, che zampilla da una parete del Centro Portoghese della Fotografia. Lo visiteremo nei prossimi giorni.
Terza parte – Segue.
Marco Grassano
Foto di M. Ester Grassano
Didascalia:
- Il lungofiume della Ribeira
Archivio:
- Prima parte del reportage su Porto
- Seconda parte del reportage su Porto
- Terza parte del reportage su Porto
- Quarta parte del reportage su Porto
- Quinta parte del reportage su Porto
- Sesta parte del reportage su Porto
Acqui Terme incontra Lisbona
Sabato 11 novembre alle ore 17:00 Marco Grassano interverrà all’incontro dal titolo “Lisbona vs Acqui. Lo sviluppo della cultura e della società portoghese degli ultimi 20 anni” che si terrà al Palazzo Robellini di Acqui Terme (AL).