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Voi siete qui: Europa » Viaggio a Porto: seconda parte del reportage di Marco Grassano

9 Ottobre 2017

Viaggio a Porto: seconda parte del reportage di Marco Grassano

Seconda parte del reportage di Marco Grassano sulla città portoghese di Porto.

Trasciniamo i nostri trolley lungo la pedonale Rua de santa Catarina: una piccola chiesa dalle pareti piastrellate in azzurro, marciapiedi selciati in cubetti color panna e istoriati da altri neri, il centro via pavimentato di autobloccanti grigi, denso flusso di persone in entrambi i sensi, bancarelle, esplanadas di bar e birrerie, vetrine per lo più di abbigliamento.

La chiesa di Sant'Ildefonso a PortoIn fondo, la chiesa di S. Ildefonso esibisce sui muri esterni disegni di azulejos. Saliamo alcuni scalini, attraversiamo il sagrato esterno alla parte cintata da sbarre e chiusa da una cancellata, saliamo altri gradini e arriviamo alla Rua de S. Ildefonso. Sampietrini color ardesia. L’enorme vetrina della marmorea hall di un albergo per stranieri.

Pranzare a Porto

Bottegucce di souvenirs e di alimentari. Targhe di artigiani e di professionisti. Un chioschetto di legno, con attorno tavolini, diffonde musica e offre vino. Proseguiamo fino al n° 100, sovrastato dall’insegna Residencial Belo Horizonte. Ci riceve, al primo piano, la giovane Sofia, che mi chiede, incuriosita, se parlo la lingua perché ho famiglia portoghese. Ci assegna la camera 08, al piano superiore. Paghiamo il conto e saliamo a depositare i bagagli.

Usciamo subito dopo per pranzare al Café Santiago, a pochi metri dalla pensione, sull’altro lato della via. Ci sediamo al bancone, appollaiati su alti sgabelli. Attorno a noi, al banco e ai tavoli, buona parte degli avventori affronta con impegno, brandendo coltello e forchetta, monumentali francesinhas: specie di corposi panini tostati, imbottiti di salsiccia e carne grigliata, inondati di una salsa giallina, sormontati da un uovo all’occhio di bue e adagiati su un cuscino di patatine fritte. Una simile bomba proteica e calorica non ci attira.

Riassaporo con gusto il caldo verde, cui faccio seguire ottime costeletas de sardinha immerse in un piacevole riso al pomodoro (piatto per il quale opta anche il mio vicino di sinistra, abbinandogli un bicchiere di vino rosso); mia figlia sceglie una zuppa di verdura e una ricca insalata verde. Comprendendo anche l’acqua minerale, il conto ci stupisce per la sua esiguità: 12,60 euro. Quasi mi commuovo; qualche inspiegabile ragione mi suscita tenerezza verso questa gente tenace e triste.

Esplorare la città

Cominciamo a esplorare la città. Imbocchiamo, di fronte a S. Ildefonso, la stretta Rua Cimo de Vila. Angusti ingressi di localini (a volte rintanati nel sottosuolo) su entrambi i fianchi. Insegne di calzolai e altri artigiani. La confluenza nella più ariosa Rua Chã, da cui una traversa permette di raggiungere la stazione di S. Bento.

L’ampia avenida D. Afonso Henríques, con a destra la Stazione e a sinistra la Cattedrale. Saliamo al sagrato di quest’ultima – essa sì somigliante alla sua omologa di Lisbona nella massiccia monumentalità dorata della pietra antica – e gettiamo uno sguardo poco interessato al sontuoso interno del tempio.

Il ponte Dom Luís I a PortoAggiriamo il palazzo episcopale e scendiamo le ripide scalinate das verdades, delle verità. Su una casa intonacata in giallo ocra, l’ironica placca metallica mentiras, bugie. Invece di continuare direttamente verso la Ribeira, seguiamo un viottolo acciottolato un po’ sconnesso e inerbito ai lati – al centro, lastre di pietra coprono la canalina di scolo, come nell’antica Roma – che si raccorda alle scalinate Codeçal.

Una gatta nera, cieca da un occhio, ci si avvicina e inizia a rotolarsi a terra, chiedendo coccole. Arriviamo accanto al capolinea della funicolare, di fronte all’imbocco inferiore del Ponte D. Luis I. La struttura si direbbe progettata da Gustave Eiffel (cui è intitolato il tratto di lungofiume appena a monte), ma in realtà l’ingegnere francese ha disegnato il ponte della ferrovia che si intravede più in su, oltre la curva del fiume, molto simile a questo e probabilmente anteriore.
Seconda parte – Segue.
Marco Grassano
Foto di M. Ester Grassano

Didascalie:

  • La chiesa di Sant’Ildefonso
  • Il ponte Dom Luís I sul fiume Douro

Archivio:

  • Prima parte del reportage su Porto
  • Seconda parte del reportage su Porto
  • Terza parte del reportage su Porto
  • Quarta parte del reportage su Porto
  • Quinta parte del reportage su Porto
  • Sesta parte del reportage su Porto

Acqui Terme incontra Lisbona

"Lisbona vs Acqui": particolare del manifesto dell'incontroSabato 11 novembre alle ore 17:00 Marco Grassano interverrà all’incontro dal titolo “Lisbona vs Acqui. Lo sviluppo della cultura e della società portoghese degli ultimi 20 anni” che si terrà al Palazzo Robellini di Acqui Terme (AL).

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