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Voi siete qui: Interviste » Intervista all’archeologa Cristina Ravara su Giulio Cesare

8 Agosto 2016

Intervista all’archeologa Cristina Ravara su Giulio Cesare

La dottoressa Cristina Ravara fotografata a RiminiCristina Ravara è un’archeologa libera professionista riminese. Autrice di numerosi saggi e libri di archeologia e storia, è promotrice di alcune iniziative dedicate a Giulio Cesare, uomo politico romano, generale, scrittore, dittatore, vittima del più famoso assassinio della storia…

A quando risale il suo interesse su Giulio Cesare?

È dal 2010 che lavoro su Giulio Cesare, fra mostre e conferenze pubbliche, e che collaboro con l’Associazione di rievocazione storica Legio XIII Gemina Ariminum. Ho accettato la sfida quando gli amici centurioni della Legio, al secolo Denis Pasini e Marco Bizzocchi, mi hanno chiesto di collaborare con loro all’organizzazione di una rievocazione storica, o meglio di un esperimento di archeologia sperimentale: una marcia in costume con equipaggiamento militare (quasi 40 chili fra scudo, armatura, elmo e sarcina con i viveri) da Cesena a Rimini, lungo la via Emilia nuova e vecchia, per circa 36 km, sulle orme di Giulio Cesare, attraversando i tre fiumi che da molti secoli si contendono il nome di Rubicone.

Con chi avete collaborato per realizzare l’iniziativa?

Abbiamo preso contatto con i Comuni di Cesena, Savignano sul Rubicone e Rimini per i patrocini, con altre associazioni per le collaborazioni e per mettere in campo nuove tecnologie, come le due app gratuite (Sephira e Cityteller), utilizzate per agevolare la divulgazione dell’iniziativa in modo moderno.

Come si è svolta l’iniziativa?

L’iniziativa, dal titolo “Legionari in cammino sulla via Emilia” si è svolta fra il 17 e il 19 giugno: un contubernium, il più piccolo nucleo della legione, composto da 8-10 legionari, ha marciato mediamente dalle 8.30 di mattina fino al primo pomeriggio e io li ho seguiti a piedi e in macchina per filmarli.

Legionari in cammino sulla via EmiliaUn altro gruppo di legionari dell’Associazione, si è occupato della logistica, montando in tre giorni, tre accampamenti presso il Museo del Compito, presso il ponte di S. Vito e a Rimini nell’invaso, destinati a ospitare i marciatori per la notte e ad accogliere le persone con esercitazioni e didattica.

Gli accampamenti sono stati montati a partire dalle 8.30 di mattina, alla partenza dei marciatori, ed erano pronti per le 18.00 di tutte le sere, visitabili con i legionari armati di tutto punto.

Quali reazioni avete registrato?

È stato molto bello vedere lungo il percorso le persone incuriosite e interessate: chiedevano informazioni, gridavano “bravi”, i camion suonavano il clacson per incitarli e gli automobilisti scendevano dalla macchina per fotografare o filmare.

Ci parla del progetto “Giulio Cesare a Rimini”?

Lo stesso giorno della marcia è anche partita una mia campagna di raccolta fondi sulla piattaforma americana Kickstarter per un mio libro bilingue in italiano e inglese dal titolo “Giulio Cesare a Rimini: l’evento che cambiò il mondo” (“Julius Caesar in Rimini: the history changer”), edizioni Bookstones, attualmente in corso, nel quale saranno raccolti i risultati scientifici di questo esperimento, insieme a materiale documentario già da me pubblicato in occasione delle mie tre mostre su Cesare esposte a Rimini, Savignano sul Rubicone e Cesena. Il libro bilingue ha lo scopo di far conoscere nel mondo questo fondamentale momento di storia del nostro territorio.

Nel progetto c’è anche la realizzazione di un documentario utilizzando tutto il materiale video ripreso da noi e con i droni: ci sono riprese dell’antico ponte di S. Vito con l’accampamento al tramonto oppure dei marciatori lungo il fiume Marecchia, in ambientazione antica. L’evento è stato storico, perché dal 49 a.C. nessuno si era preso la briga di ripeterlo.

Il manifesto del Processo a Cesare a San Mauro PascoliPersonaggio ambiguo, Cesare… 

In effetti Cesare sarà il protagonista del “Processo” che si volgerà alla Villa Torlonia di San Mauro Pascoli (FC) il prossimo 10 agosto. La difesa è affidata a Luciano Canfora, che io affiancherò, e l’accusa è invece affidata a Giovanni Brizzi e Paolo Turroni. Al pubblico l’ardua sentenza: fu un dittatore oppure un democratico?

Raccolta fondi sulla piattaforma Kickstarter:
www.kickstarter.com

 

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