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Voi siete qui: Storia » La satira non fa sconti a nessuno: tantomeno a Napoleone Bonaparte!

9 Febbraio 2015

La satira non fa sconti a nessuno: tantomeno a Napoleone Bonaparte!

I confini tra informazione e propaganda, verità e menzogna, libertà d’espressione e offesa sono labili, soggettivi, impossibili da individuare con precisione. E non pensiate che il dibattito attorno ad essi sia una novità di questi tempi! Per sincerarsi che abbia una lunga storia alle spalle basta dare un’occhiata al disegno che raffigura il papa inginocchiato nell’atto di baciare il fondoschiena di un energumeno dalla faccia adirata e dai lunghi baffoni. No: non è una copertina del settimanale francese Charlie Hebdo; è una caricatura inglese datata 1797 e porta la firma di Richard Newton. La coccarda tricolore e il berretto frigio identificano l’omone come repubblicano francese, ma nessuno potrebbe riconoscervi il giovane generale Napoleone Bonaparte. E invece è proprio lui il protagonista di questa stampa intitolata Buonaparte Establishing French Quarters in Italy. In realtà è il protagonista dell’intera mostra Bonaparte and the British che ha appena aperto i battenti nella Sala 90 del British Museum di Londra, dove si potrà visitare fino al prossimo 16 agosto (giusto in tempo per festeggiare il compleanno dell’Imperatore!).  BoneyBritish_2Il percorso espositivo si articola in quattro sezioni disposte in ordine cronologico: prende avvio con Napoleone già generale e poi console; passa attraverso le fasi di guerra e pace che portarono alla fondazione dell’impero; si sofferma sui trionfi e i disastri di Trafalgar, Austerlitz, Spagna e Russia, per concludersi infine con la sconfitta, l’esilio e la trasformazione: dall’Elba a Sant’Elena passando (ovviamente!) per Waterloo. Nell’arco di vent’anni la stampa britannica marcherà stretto il suo nemico numero uno, modificando però toni, temi e stile degli attacchi, in parallelo all’evoluzione della parabola napoleonica. Quando Bonaparte si presenta sulla scena, infatti, è soltanto un generale della Repubblica Francese nata dalla Rivoluzione e gli autori di satira sono più interessati a denigrare gli oppositori interni del proprio paese che non ad attaccare i Francesi. Ma si delinea già quella che rimarrà una costante, ovvero la storpiatura del nome: non solo Buonaparte con la “u” per ricordarne l’origine italiana, ma anche Bonne Farte, Boney – Part e così via, senza rinunciare a qualche forzatura per far sì che il conteggio del valore numerico delle lettere dia come risultato 666, il numero della Bestia.

All’inizio il buon John Bull, l’inglese medio destinatario principale delle stampe satiriche spesso promosse e finanziate dal governo, è più preoccupato per l’aumento delle tasse e per il comportamento ambiguo dei politici di casa, di cui non si fida. La spedizione in Egitto di Napoleone, però, cambierà le carte in tavola. Organizzata con lo scopo ultimo di minacciare il controllo britannico sull’India, si rivelerà un disastro dal punto di vista militare ma un successo da quello culturale, dando il battesimo alla nuova scienza dell’egittologia e alla passione dell’egittomania (come dimostrano alcuni reperti antichi esposti in mostra, gli Inglesi saranno tra i primi a rimanerne contagiati).
BoneyBritish_3Una stampa di Charles Williams pubblicata il 13 agosto 1798 mostra l’orrendo Bonaparte in catene dopo la disfatta nelle acque di Aboukir (l’Isola di Nelson è stata scavata dall’egittologo Paolo Gallo), davanti ad Alessandria d’Egitto; la verità sulla battaglia navale del Nilo, combattuta il primo agosto, si sarebbe conosciuta in Inghilterra soltanto il successivo ottobre perché la nave che portava il dispaccio della vittoria fu intercettata da una nave francese scampata al disastro. Ma l’impresa di Nelson destò grande entusiasmo nella società inglese, tanto che ancora alcuni anni dopo a Londra si allestiva uno spettacolo con la ricostruzione delle fasi della battaglia, come ricorda una locandina in mostra. Più avanti, invece, è esposto un biglietto d’ingresso per partecipare alle esequie dell’Ammiraglio, colpito a morte durante la battaglia di Trafalgar.

Gli autori di satira miravano al ventre e al cuore dei propri lettori, tuttavia le loro opere erano tutt’altro che elementari e ingenue. Spesso rimandavano a modelli classici o elevati, che soltanto i più istruiti potevano cogliere appieno. È il caso per esempio della stampa che mostra un Bonaparte con fattezze da coccodrillo (allusione alla sconfitta egiziana ma anche alla falsità del suo comportamento) nell’atto di disperdere l’assemblea delle rane, aperta citazione di una celebre favola di Esopo. Ancora più raffinato il richiamo sotteso alla scena del pranzo di Napoleone con i suoi ufficiali: il Festino di Baldassare, di Rembrandt, conservato alla National Gallery. Nel 1800 bastano otto vignette per riassumere la vita di Napoleone, allora appena trentenne. Ciascuna batte sul tasto del falso comportamento democratico del protagonista e il visitatore meno ingenuo non può che rimanere un po’ sorpreso dalla scelta degli argomenti da parte di autori sinceramente monarchici…

Agli appassionati di storia napoleonica non sfuggiranno altre contraddizioni. La realtà, infatti, era molto più complessa e “colorata”, tutt’altro che un monotono bianco e nero che opponeva Inglesi e Francesi. La mostra tocca per esempio il ruolo dell’inglese William Dickinson nella propaganda napoleonica e il fascino esercitato sui sudditi di Sua Maestà Britannica dalla Francia, dalla sua splendida capitale Parigi e non ultimo dallo stesso Napoleone. Un caso a parte fu quello di Arthur O’Connor, uno dei capi della ribellione irlandese che divenne  generale dell’esercito francese e rimase fedele a Napoleone anche durante i Cento Giorni.
BoneyBritish_8La rottura del trattato di Amiens non comportò soltanto la ripresa delle ostilità, ma anche uno slittamento nell’identificazione del nemico pubblico numero uno: non più la Francia rivoluzionaria, bensì Napoleone in persona. Dall’altra parte della Manica, del resto, Bonaparte accentrava nelle proprie mani tutto il potere e non perdeva occasione per presentarsi come eroe difensore della libertà. Una teca espone alcune medaglie che al diritto hanno il busto di Napoleone ormai imperatore, mentre sul rovescio immortalano Ercole che lotta contro i mostri destabilizzatori dell’ordine, secondo uno schema già utilizzato in passato, per esempio dai Medici (come ricorda la bella mostra sulle Dame dei Pollaiolo a Milano).
BoneyBritish_7Alla leggenda nera di Napoleone promossa dalla propaganda britannica (esemplare a questo proposito la ripresa dell’oscuro episodio di Giaffa), i Francesi rispondevano con un’attenta promozione delle vittorie sui campi di battaglia (su tutti il capolavoro di Austerlitz) ma anche ricorrendo essi stessi all’arma della satira, come nel caso della stampa che illustra alcune donne inglesi che con il ventaglio tentano di respingere l’invasione nemica, mentre un soldato si nasconde sotto le loro gonne. In Russia invece le caricature politiche rimasero proibite fino al 1812 quando vennero autorizzate per rinfocolare il patriottismo contro l’invasione francese. Intanto Napoleone e Pitt si spartivano il mondo, tagliandosi la rispettiva, generosa, porzione di tacchino (la stampa in questione era esposta anche alla mostra su Bonaparte e la Schelda al MAS di Anversa). Nell’ultima sezione spiccano i cimeli raccolti da Lord Byron, fervente bonapartista, sul campo di Waterloo un anno dopo la battaglia e la maschera funebre di Napoleone, ottenuta da uno dei calchi originali. Con buona pace del nostro Manzoni, la data di morte dell’Imperatore è indicata come 7 maggio 1821: Ei fu.
Saul Stucchi

Didascalie:
The Gallant Nelson Bringing Home Two Uncommon Fierce French Crocodiles, 1798
Isaac Cruikshank (1764 – 1811), Londra
Stampa colorata a mano su carta, 26,1 x 37,8 cm
© The Trustees of the British Museum

The First Kiss this Ten Years!, 1803
James Gillray (1756 – 1815), Londra
Stampa e acquatinta colorata a mano su carta
© The Trustees of the British Museum

La famille Anglaise au Museum à Paris, 1814
Anonimo, Parigi
Stampa colorata a mano su carta, 21,9 x 28,4 cm
© The Trustees of the British Museum

The Plumb-pudding in Danger, 1805
James Gillray (1756 – 1815), Londra
Stampa colorata a mano su carta, 26,1 x 36,3 cm
© The Trustees of the British Museum

BONAPARTE AND THE BRITISH
Prints and propaganda in the age of Napoleon
Dal 5 febbraio al 16 agosto 2015

Ingresso gratuito

BRITISH MUSEUM
Sala 90
Great Russell Street
Londra

www.britishmuseum.org

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