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Voi siete qui: Europa » Visita al sito archeologico di Asìni nel Peloponneso

14 Agosto 2025

Visita al sito archeologico di Asìni nel Peloponneso

Molto spesso, anche se non sempre, un sito archeologico è un palinsesto, ovvero una sovrapposizione – mi verrebbe da dire “una riscrittura” per usare un termine a me molto caro – di strati. A volte quelli successivi obliterano i precedenti, in altre ci convivono, almeno in parte. Così edifici vengono utilizzati per generazioni e addirittura secoli, magari senza significative modificazioni alla struttura. O, invece, sono soggetti a trasformazioni radicali, cambi di funzione, distruzioni o repentini abbandoni.

Pensavo a questo – ovvero alla persistenza dell’occupazione di un luogo in un lungo periodo di tempo (millenni!) – visitando per la prima volta il sito archeologico di Asìni (o Asìne che dir si voglia), a pochi chilometri da Nauplion, nel Peloponneso.

È un pensiero talmente scontato che solo in rare occasioni ci presto la giusta attenzione quando perlustro un sito. Ci ho fatto caso ad Asìni perché una delle prime targhe disposte lungo il percorso espositivo indicava qualcosa in cui solitamente non ci si imbatte girando per quello che rimane di una cittadina dell’antica Grecia: una postazione militare della Seconda guerra mondiale!

Ne avrei trovate diverse, mescolate ad altre che segnalavano qua una cisterna ellenistica, là un portico romano, altrove una casa dell’antico elladico. Tra i resti di quest’ultima abitazione e le pietre che ancora rendono riconoscibili a prima vista i contorni di una postazione militare della Seconda guerra mondiale ci sono quasi cinquemila anni di intervallo!

Come ho più volte notato in questa vacanza, i curatori greci hanno una cura particolare nel presentare la periodizzazione del sito che devono comunicare al pubblico. Anche qui ad Asìni c’è dunque una chiara linea cronologica che corre dal 6500 a.C. dell’età neolitica al 1941 quando avviene l’occupazione del sito da parte dell’esercito italiano.

Il pannello didascalico recita (traduzione mia): “Gli Italiani utilizzarono materiale da costruzione prendendolo dalle rovine antiche per fortificare la penisola in modo efficace, provocando la distruzione di una vasta parte delle antichità, in particolare nella città bassa”.

Poco meno di vent’anni prima, ovvero nel 1922, erano iniziati i lavori di scavo da parte di archeologi svedesi che qui condussero quattro campagne. Alla loro opera è dedicato il piccolo “museo”, giusto un locale che contiene riproduzioni di documenti e fotografie, pannelli didattici, strumenti di scavo.

A chi ha tempo e curiosità – gli altri possono “accontentarsi” del mare cristallino in cui nuotare nella baia sotto il sito archeologico – sono molte le storie che Asìni può raccontare. A cominciare dalla visita del poeta Ghiorgos Seferis che visitò le rovine nel 1938, trovandovi ispirazione per una delle sue poesie più celebri, intitolata Il re di Asìne (completata poi ad Atene nel gennaio del 1940).

C’è una sezione del percorso tutta dedicata al poeta, premio Nobel per la letteratura nel 1963, con la traduzione in inglese del componimento (in Rete potete trovare quella in italiano realizzata da Filippo Maria Pontani) e varie fotografie, come quella che ritrae l’archeologo svedese Axel W. Persson, amico di Seferis, proteggersi dal sole sotto un ombrello nero.

A pochi passi di distanza c’è una sezione riservata alla flora di Asìni, con un grande pannello sul quale sono riportate le foto e le indicazioni delle piante e dei fiori presenti nel sito, come il cisto di Creta, l’efedra femmina, il papavero comune e il convolvolo.

Ma si può trovare anche la testuggine greca, nota per la sua longevità che può sfiorare o addirittura superare i cent’anni. Chissà se per il sito archeologico di Asìni si aggira ancora qualche esemplare che ha visto gli archeologi svedesi e i soldati italiani… altro che gli asini – con l’accento sulla “a” – del film Mediterraneo!

Saul Stucchi

Asìni (o Asine)

Prefettura dell’Argolide

Biglietti: intero 5 €; ridotto 3 €

Informazioni:

http://odysseus.culture.gr

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