Dopo l’esordio della settimana scorsa in Alabama, la seconda tappa del viaggio virtuale di ALIBI attraverso i 50 stati degli USA, raccontati attraverso altrettante mostre, ci porta in Alaska. Lo sapevate che il suo territorio fu acquistato dalla Russia nel 1867, ma venne ammesso come 49esimo dell’Unione (e dunque, al momento, penultimo prima delle Hawaii) solo nel 1959?
Allestita all’Anchorage Museum dell’omonima città (la principale dell’Alaska, anche se la capitale è Juneau), l’esposizione Gyre: The Plastic Ocean racconterà per sette mesi, precisamente dal 7 febbraio al 6 settembre 2014 il tema dell’inquinamento causato dai rifiuti di plastica che finiscono in mare. Bottiglie, giocattoli, utensili e una serie infinita degli oggetti più disparati sono gettati ogni giorno in acqua, a volte incidentalmente, ma troppo spesso per maleducazione e incoscienza. E iniziano a viaggiare spinti dalle onde, coprendo percorsi anche di migliaia di chilometri, per arrivare magari dall’altra parte del pianeta.
Attraverso opere d’arte realizzate con rifiuti recuperati dall’oceano, venticinque artisti (in gran parte statunitensi, tra cui due di Anchorage, ma ci sono anche inglesi, due australiani, un canadese e un finlandese) testimoniano la dissennatezza del consumismo e i danni causati dall’uomo all’elemento che gli ha dato la vita: l’acqua. Ciascun artista ha affrontato il tema secondo la propria sensibilità e ha elaborato gli oggetti con la tecnica che ha ritenuto più adatta per esprimersi.
Ma l’aspetto artistico è soltanto una delle due facce della mostra: la sensibilizzazione del pubblico è infatti il vero obiettivo degli organizzatori. Grazie a pannelli didattici, filmati e schermi interattivi i visitatori verranno informati sulle conseguenze dell’inquinamento. Perché se il battito d’ali di una farfalla in Brasile forse non è in grado di provocare un tornado in Texas (per citare il titolo di una conferenza tenuta nel 1972 da Edward Lorenz), di sicuro una bottiglietta di plastica gettata su una spiaggia giapponese può finire sulle coste dell’Alaska.
Saul Stucchi
Informazioni:
www.anchoragemuseum.org
Immagini:
– Anne Percoco, “La nuvola di Indra” (2008), bottiglie di plastica utilizzate, recuperate dal fiume indiano Yamuna.
– L’artista Mark Dion raccoglie oggetti di plastica sulla spiaggia di Gore Point durante la spedizione “Gyre” in Alaska, nel giugno del 2013.
Credito: Kip Evan.
– Steve McPherson, “18 Teste (che mostrano una varietà di emozioni e caratteristiche),” oggetti di plastica recuperati sulla spiaggia.
Credito: cortesia dell’artista.
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