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Voi siete qui: Storia » Una bella mostra a Basilea svela il lato “oscuro” degli antichi

27 Marzo 2012

Una bella mostra a Basilea svela il lato “oscuro” degli antichi

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“Qualche anno fa, al Museo Britannico, mentre osservavo le sculture del Partenone, un giovane mi si avvicinò e disse con aria preoccupata: «Quel che vi confesso è un’enormità, lo so, ma questa roba greca non mi commuove affatto». «Molto interessante, risposi. Saprebbe forse definire le ragioni di questa indifferenza?». Rifletté un paio di minuti, poi: «Be’, non so se mi spiego: è tutto così tremendamente razionale»”. Così inizia il celebre (almeno per chi ha studiato un po’ di cultura greca) saggio di Eric Dodds, I Greci e l’irrazionale, edito da noi da La Nuova Italia.
Mi è tornato in mente questo aneddoto quando ho visitato all’Antikenmuseum di Basilea la bella mostra intitolata Sesso, droghe e musiche. Ebrezza ed estasi nell’antichità che ha ottenuto un tale successo di pubblico (sicuramente allettato dal tema) da essere prorogata fino alla metà del prossimo aprile.
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Gli organizzatori hanno selezionato i reperti prelevandoli tutti dalla collezione permanente del museo e li hanno disposti in un allestimento davvero originale e “moderno” lungo un percorso espositivo che ha il merito di mostrare una realtà così lapalissiana da venir troppo spesso dimenticata: non c’è nulla di nuovo sotto il sole! Perfino lo sballo del sabato sera (o dovremmo dire più precisamente della domenica mattina) non è una “invenzione” della società post-industriale in crisi di identità, dato che già i nostri avi greci e romani ci davano dentro con il vino e con le droghe, tanto da rappresentare davvero un cattivo esempio con il loro comportamento sotto l’effetto di queste sostanze…
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Prima di salire al piano superiore dove è allestita la mostra si possono visitare le sale che ospitano la collezione permanente, prestando particolare attenzione ai pezzi segnalati con il simbolo dell’esposizione, come un rilievo votivo con scena di banchetto. Il pannello introduttivo spiega già tutto abbinando maliziosamente immagini contemporanee a raffigurazioni di vasi e sculture antiche: il matador spagnolo è la versione moderna del dio Mitra, come il lontano discendente impegnato nella tauroctonia (l’uccisione sacrificale del toro), mentre più scioccante è l’accostamento tra il ratto delle donne compiuto dai Lapiti e la donna vittima di stupro sulla copertina del settimanale Der Spiegel.

Gli organizzatori hanno avuto la brillante idea (molto ironica) di allestire alcune cabine dietro il cui tendaggio di un ammiccante velluto rosso – come nei locali di peep-show – si possono ammirare vasi greci con raffigurazioni “piccanti”. Così il visitatore si sente un po’ voyeur e allo stesso tempo viene invitato a osservare con altri occhi i reperti che ha davanti: non sono oggetti vecchi di millenni, ma prodotti che raccontano le pulsioni umane, quelle di sempre.
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Intanto gli altoparlanti diffondono una musica rock (Jimi Hendrix?) per creare l’atmosfera adatta e sulle pareti le citazioni di autori classici (a cominciare dalla celeberrima In vino veritas di Plinio il Vecchio) si mescolano a quelle delle rockstar, da Paul McCartney a Mick Jagger e Keith Richards: di quest’ultimo è quella che dice: “Ich werde nur krank, wenn ich keine Drogen nehme” che dovrebbe significare: “io sto male solo quando non mi faccio di droga”. Purtroppo tutte le citazioni sono scritte esclusivamente in tedesco, così come le didascalie degli oggetti. In una saletta è infine ricostruito un triclinio con cuscini di finta pelle e ci si può soffermare a vedere il Satyricon di Fellini o a giocare a memory – su uno schermo touchscreen – con le immagini della mostra. Quasi a ricordare che Mnemosyne, la Memoria, è la madre di tutte le Muse.
Saul Stucchi

SESSO, DROGHE E MUSICA
Ebrezza ed estasi nell’antichità

Fino al 15 aprile 2012

ANTIKENMUSEUM
St. Alban-Graben 5
Basilea (Svizzera)

Orari: da martedì a domenica: 10.00-17.00; lunedì chiuso
Biglietto: intero 15 CHF; ridotto 5 CHF
Informazioni:
www.antikenmuseumbasel.ch

Le foto sono di Andreas F. Voegelin, Antikenmuseum Basel

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