L’anno scorso l’Otello “tanguero” di Massimo Navone ha riscosso un grande successo e chi se l’è perso o vuole rivederlo ha tempo fino al 21 aprile per andare al Teatro Tieffe di Milano. Sul palco, insieme agli attori che impersonano il Moro, Desdemona e gli altri personaggi della tragedia ci sono alcune coppie di ballerini che con i loro movimenti sinuosi conferiscono un’atmosfera sensuale alla torbida vicenda.
Al principio l’eros pulsa vivace e solare: Otello e Desdemona sono due giovani innamorati che hanno superato con lo slancio dell’entusiasmo l’ostacolo dell’opposizione del padre di lei alla loro unione. Si sono sposati in segreto e ora vogliono godersi il reciproco amore. Si comportano come sono e dicono quello che pensano. Ah, se il mondo fosse abitato soltanto da puri di cuore! Invece tra loro allignano i meschini, i subdoli, i gelosi. È per gelosia e invidia (verso Otello e Cassio) che Iago mette in moto il perverso meccanismo che ha progettato. Non riesce a godere della felicità altrui e il suo orizzonte è limitato dalla propria soddisfazione.
“La gelosia è un mostro dagli occhi verdi che dileggia la carne di cui si nutre”: un mostro irresistibile contro cui non valgono nulla le armi del buon senso e della fiducia. E i fasci di luce verde che illuminano Otello mentre precipita nel gorgo della gelosia sottolineano il fascino di questa perversione.
Nel serrato dialogo al tavolino, Otello e Iago più e più volte dicono parole di tragica ironia: inconsapevole il primo, subdolo il secondo, come orologi inceppati esprimono in qualche momento la verità. Ma il tempo dell’inganno procede spedito e il piano di Iago si completa, pezzo dopo pezzo, come un mosaico di morte. Nella Cipro argentina di Navone Eros e Thanatos si stringono in un ultimo tango.
Saul Stucchi
“La milonga con il suo linguaggio particolare, fatto di sguardi, piccoli gesti, attese, che creano intorno alla danza un rituale misterioso e seduttivo. Il tango colpisce per la qualità ossessiva della tensione che si instaura nella coppia, per quella sensazione di ineluttabile necessità reciproca, d’impossibilità di distacco. In questa dimensione emotiva di densa e scura vitalità, vedo radicarsi molto bene i temi e la patologia della vicenda shakespeariana, famosa nell’immaginario popolare come “dramma della gelosia”, ma meglio definibile come “dramma dell’invidia”. È questo infatti il sentimento velenoso che accende ed alimenta il motore della tragedia. E mentre lo spettatore è costretto ad essere complice suo malgrado della macchinazione, il rito del tango prosegue implacabile, scandisce col suo ritmo i movimenti della trama, crea una scenografia umana che trasforma lo spazio e amplifica gli scarti emotivi”.
Massimo Navone
OTELLO
Ancora un tango… ed è l’ultimo
di William Shakespeare
Adattamento e regia: Massimo Navone
con: Giovanni Rossi, Marco Maccieri, Sara Bellodi, Cecilia Di Donato, Giusto Cucchiarini, Luca Mammoli, Giulia Angeloni, i tangueros di Otello
Scene e costumi: Elisabetta Gabbioneta
Luci: Mario Loprevite
Movimenti coreografici e selezione musicale: Marcella Formenti
Dal 12 al 21 aprile 2013
Teatro Tieffe
Via Ciro Menotti 11
Milano
Tel. 02.36.59.25.38
www.tieffeteatro.it
Biglietto: intero 24 €; ridotto 18/12 € – Prevendita 1.50 €
Orari spettacolo: martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 21.00; mercoledì ore 19.30; domenica ore 17.00