Davvero si potrà dire: “e sì che Milano quel giorno era Jamaica”. L’ultima tappa di The Color Run 2016, organizzata da United Colors of Benetton, si è corsa oggi attorno a San Siro a Milano e l’atmosfera era quella dei grandi eventi che restano nella memoria. Migliaia di persone, aria di festa, musica a palla e lo stadio a fare da cornice.
Certo, a officiare non c’era il re del reggae e le nuvole colore che si alzavano al cielo erano decisamente più innocenti di quelle del 1980. Ma la magia, probabilmente, si può comparare a quella di tanti anni fa.
Famiglie con bambini (alcuni addirittura belli addormentati nei passeggini, ignari del trambusto intorno a loro), gruppi di amici, coppie, gente di ogni tipo, chi con parrucca colorata, chi già impolverato di colore ancora prima della partenza, chi con la testa bagnata per scongiurare il nemico numero uno: il colpo di sole.
Sì, perché questa edizione di The Color Run si è corsa sotto un sole implacabile che ha portato la temperatura sopra i 30°C, con un tasso d’umidità che solo Milano sa regalare. Ma la festa non ne ha risentito più di tanto, anche se a correre, effettivamente, eravamo pochini…
Uso la prima persona plurale perché io sono stato tra i pochi (a quanto ho potuto vedere) che almeno metà del percorso di 5 km nel parco di San Siro se l’è fatto trotterellando… Il ritmo generale è stato molto più blando, da scampagnata domenicale; moltissimi quelli che prendevano scorciatoie tra una tappa e l’altra.
Queste ultime erano indicate da un traguardo gonfiabile di un determinato colore. Se non ricordo male, l’ordine è quello delle foto che vedete nell’articolo: rispettivamente arancione, blu, giallo e verde. A ogni traguardo parziale si veniva “spolverati” di colore. Ci si poteva rotolare per terra per impregnarsi meglio di polvere colorata, si poteva lasciare la propria impronta sul percorso o farsi abbracciare da uno dei volontari. Tanto i colori, composti da amido di mais, sono assolutamente lavabili. Ma non pensiate che basti una doccia! Dopo dieci minuti di strofinatura ho ancora il braccio blu! E meno male che la volontaria qui sopra si è bloccata quando le ho detto “Non ci provare nemmeno!”. Ma sorridevo. E lei è stata al gioco.
Appuntamento all’anno prossimo!
Saul Stucchi