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Voi siete qui: Storia » Sulla Schelda di Anversa torna Napoleone. Anzi: Bonaparte

28 Marzo 2013

Sulla Schelda di Anversa torna Napoleone. Anzi: Bonaparte

Emmanuel de Las Cases, nel Memoriale di Sant’Elena, alla data di sabato 2 novembre 1816, racconta dei disturbi di cui soffriva in quei giorni Napoleone. Febbricitante e più inquieto del solito, girovagava per la casa ma non lesinava al suo biografo racconti ed anedotti: “Ha detto che aveva fatto molto per Anversa, ma che era ancora poco rispetto a quello che contava di fare. Intendeva farne dal mare una base d’attacco mortale per il nemico; dalla parte di terra, la voleva rendere una risorsa sicura in caso di grandi disastri, un vero caposaldo per la salvezza della nazione”: citiamo dall’edizione italiana a cura di Luigi Mascilli Migliorini per Rizzoli.

“L’Imperatore disse pure che aveva deciso che tutto fosse gigantesco, colossale. Anversa, da sola, sarebbe stata come una provincia intera” scrive qualche riga più avanti. E quale sede più adatta del MAS, il Museum Aan de Stroom, che svetta imponente sul bacino che da Bonaparte ha preso il nome, per ospitare la mostra Bonaparte sulla Schelda? Inaugurata lo scorso 23 marzo, può essere visitata fino al 30 giugno di quest’anno.

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Memori della massima di Napoleone, secondo cui tra il sublime e il ridicolo non vi è che un passo, gli organizzatori hanno allestito un’esposizione seria ma tutt’altro che noiosa, senza lasciarsi andare a facili giochini, un pericolo costante quando si ha a che fare con Napoleone. Ma appunto, come recita il titolo, Napoleone NON è il centro della mostra: il ruolo di protagonista spetta invece ad Anversa o ancora più precisamente a quel ventennio (allargato) in cui la città rivestì un ruolo di primo piano nello scacchiere europeo. Tanto che l’importanza strategica di questo porto sulla Schelda era chiara ai Francesi ancora prima che Napoleone concentrasse nelle sue mani tutto il potere: il percorso espositivo infatti si apre con una stampa del 1794 raffigurante la presa di Anversa da parte dell’esercito repubblicano, avvenuta il 17 luglio di quell’anno. A quel tempo il giovane Buonaparte (che ancora conservava la u nel cognome) aveva altri problemi per la testa, che rischiava di perdere: letteralmente. Era stato appena nominato generale di brigata, ma la caduta dei fratelli Robespierre, ghigliottinati alla fine di luglio, poteva compromettere la sua carriera. E invece…

Anversa_Napo_3

Ma torniamo ad Anversa. I Francesi avevano un bel dire che non si trattava di una conquista – e infatti gli organizzatori hanno posto accanto alla stampa su citata un proclama con cui gli occupanti invitavano la popolazione a mantenere la calma – ma la situazione era chiara agli occhi di tutti. E le cose non cambiarono negli anni immediatamente successivi o meglio, cambiarono senza che mutassero i rapporti di forza. Gli Inglesi intanto ironizzavano sulle mire espansionistiche di Napoleone: in una gustosa vignetta satirica lo vediamo intento a servirsi sul piatto l’Europa, mentre il primo ministro inglese Pitt si taglia per sé l’altra metà del mondo.
Grazie a un libretto particolarmente ricco di informazioni (disponibile anche in inglese), il visitatore può seguire il percorso espositivo con agio, imparando molte cose (è quello a cui servono le mostre, ma molto spesso i curatori – soprattutto di casa nostra – lo dimenticano). Può vedere com’era l’Anversa a cavallo tra la fine del Settecento e i primi anni del secolo seguente, ma anche come gli occupanti immaginavano che sarebbe diventata: mappe, progetti, cartine in cui l’aspetto tecnico (di una precisione mai sperimentata prima) si fonda con un’eccezionale resa artistica. Alcune grandi tele, poi, raccontano i momenti decisivi di quel ventennio formidabile. Ecco l’ingresso di Bonaparte e sua moglie Giuseppina il 18 luglio 1803, in un dipinto realizzato da Mathieu-Ignace Van Bree (pittore di Anversa al servizio di Napoleone: pochi passi più avanti lo si vede ritratto dal collega Antoon Van Ysendyck): accanto è stata posizionata una riproduzione con l’indicazione dei principali personaggi che vi sono raffigurati, in una sorta di who was who.
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Ma c’è anche il modellino dell’imbarcazione con la quale Bonaparte venne condotto a riva. Più avanti è esposta un’altra grande tela di Van Bree (a cui era stato affidato il compito di realizzare alcune scenografie per accrescere il lustro delle feste organizzate in onore di Napoleone): e il visitatore deve mentalmente confrontare le due opere, non tanto dal punto di vista artistico, quanto sul piano storico, considerandole documenti d’epoca, antesignani delle moderne fotografie ufficiali. Sono trascorsi appena sette anni dalla scena precedente, ma è cambiato molto, se non tutto. Napoleone si è fatto Imperatore e ha sposato l’austriaca Maria Luisa. Aguzzando la vista è possibile vederli risalire a bordo del vascello Carlo Magno dopo aver visitato la squadra navale alla fonda nella Schelda. Certo: un’immagine propagandistica, volta a enfatizzare la potenza marittima francese dopo la batosta di Trafalgar (1805).
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La propaganda era cibo quotidiano (e la pubblicità di oggi ne è la diretta erede): a volte raffinata, altre più grossolana e diretta. Tra i pezzi più belli si segnalano le coloratissime caricature che fanno da contraltare alle opere ufficiali, ma non necessariamente più “veritiere”. Nel percorso c’è spazio ovviamente per l’arcinemico della Francia, quell’Inghilterra dalla capitale cosmopolita e dalle navi sparse per i mari a difenderne gli interessi economici. Una piccola sezione è dedicata alle nuove misure, inventate per adeguarsi a un mondo che stava cambiando molto in fretta. Sono esposti poi registri (da confrontare con l’atto di nascita di una giovane cittadina di Anversa), ritratti, monete, il curioso missile messo a punto da William Congreve, una spada appartenuta a un membro della Guardia d’Onore di Napoleone, “reliquie” dell’Imperatore e il suo inconfondibile bicorno… Ma avremo modo di tornare su questa esposizione in successivi approfondimenti.
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PS: ieri pomeriggio, mentre il bronzeo Rubens come al solito pareva invitare i turisti nella retrostante Cattedrale per ammirare i suoi capolavori (tra cui i due trittici dell’Innalzamento della Croce e della Deposizione), un gruppo di figuranti nei panni di soldati francesi facevano pubblicità alla mostra del MAS, gridando Vive la Republique! Chissà se li ha sentiti il re Alberto II…
Saul Stucchi

Didascalie:

Mathieu-Ignace Van Bree
Ingresso del Primo Console Napoleone Bonaparte e di sua moglie Giuseppina ad Anversa, il 18 luglio 1803.
Collezione Museum aan de Stroom, Anversa, AS.1959.097
Foto: Collectiebeleid Musea en Erfgoed, Antwerpen – Bart Huysmans & Michel Wuyts
François Verly
Pianta di allineamento generale di Anversa, con progetti di abbellimento, 1803
Stadsarchief Antwerpen,12 # 4260
© Stadsarchief Antwerpen, 12 # 4260

Mathieu-Ignace Van Bree
L’Imperatore e l’Imperatrice visitano lo squadrone all’ancora nella Schelda e salgono a bordo del vascello Carlo Magno il primo maggio 1810.

Musée national des Châteaux de Versailles et de Trianon (Versailles), MV1755
Foto : © RMN – Grand Palais (Château de Versailles) / Franck Raux
James Gillray
‘The Plumb-pudding in danger: or State Epicures taking un Petit Souper’
Stampa, 1805
Musée Carnavalet (Parijs), G. 27295
Foto : © Musée Carnavalet / Roger-Viollet


BONAPARTE SULLA SCHELDA

Lo spettacolare sviluppo di Anversa in epoca francese

MAS Museum Aan De Stroom
Hanzestedenplaats 1
Anversa (Belgio)

Dal 23 marzo al 30 giugno 2013

Orari: 10.00-17.00; lunedì chiuso.
Biglietto: 8 €; 10 € cumulativo con il Museo.
www.mas.be

Informazioni su Anversa:

Turismo Fiandre
Tel. 199 442111

www.turismofiandre.it

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