Serata molto ventosa, ieri sotto la Torre di Calasetta sull’isola di Sant’Antioco, e poco pubblico. Un vero peccato, perché Petros Markaris, ospite della quinta edizione di Parole sotto la Torre, ha conquistato i presenti con la sua simpatia “effervescente”.
Presentato dal bravo Marco Pignotti (nessuno crede davvero che quella di ieri sarà da ricordare come la sua prima e ultima presentazione…) e tradotto da Milena Finazzi, il “papà” del commissario Charitos ha raccontato la sua originalissima biografia, prendendo le mosse da Istanbul, città nella quale è nato e che considera, per certi versi la sua “patria”.
La “sua” Istanbul era una città di minoranze, non soltanto di Greci, Armeni ed Ebrei, ma anche di Turchi, rispetto agli altri Turchi del paese. La perdita di quella patria la provano anche i Turchi di quella Istanbul. Ma patria per lui era anche il greco, la lingua di sua madre.
Markaris ha vissuto in Turchia ai tempi della crescita del nazionalismo, per poi trasferirsi in Grecia e trovarvi anche lì un crescente nazionalismo. Si tratta di una malattia comune a tutti i Balcani, ha detto senza giri di parole: il nazionalismo porta gli stati a una condizione di malattia psichiatrica.
Lui invece mantiene un rapporto molto distaccato con la parola “patria” e può vivere tranquillamente ovunque, tranne in paesi nei quali il nazionalismo è imperante.
Pignotti gli ha chiesto del suo lavoro di traduttore e della sua passione per i dizionari, sentendosi rispondere che nessuno può sperare di diventare un traduttore se non ama i dizionari. “Se vuoi diventare uno scrittore, devi amare la tua solitudine. Se invece non si amano i dizionari, non si può diventare traduttori”, ha detto Markaris. Il suo Charitos ha una vera e propria passione per il grande dizionario greco Dimitràkos.
Ma come compone i suoi romanzi Markaris? Scrive un capitolo alla volta e scopre le stesse cose che scopre il suo protagonista, dunque non conosce l’assassino in anticipo. Lo scrittore che conosce più del suo personaggio tende a guidarlo e questa è la fine della creatività, ha spiegato Markaris. Quando ha scritto il suo secondo libro, ha individuato l’assassino soltanto verso i tre quarti dell’opera e si è dispiaciuto perché quel personaggio gli piaceva molto.
Nel video qui sotto Markaris parla del suo rapporto col cibo.
Nel filmato qui sotto, invece, lo scrittore greco affronta il tema del sesso come movente per un giallo.
L’incontro si è concluso con alcune domande sull’attualità, in particolare sulla crisi finanziaria che accomuna Grecia e Italia. Markaris ha spiegato che i Greci hanno sempre negato di essere in crisi: “Stessa faccia, stessa razza!”, ha commentato Pignotti, confessando candidamente di aver preparato la battuta con lo scrittore, prima dell’incontro!
Parlando più seriamente, Markaris ha detto che la crisi che stiamo affrontando è una crisi politica. Quella finanziaria è una conseguenza di quella politica.
La classe politica greca ha venduto un’illusione: era tutta una bugia e i Greci si sono lasciati drogare da questa bugia. Ma ancora oggi i politici non hanno il coraggio di dire la verità, cioè quanto sia grave la situazione. Parole sagge, quelle di Markaris. Ma parole al vento: è proprio il caso di dire!
Saul Stucchi
Giovedì 4 agosto ore 22.00
L’eternità e i prestiti scaduti
Marco Pignotti incontra Petros Markaris
Traduzione di Milena Finazzi
PROSSIMI APPUNTAMENTI:
Venerdì 5 agosto ore 21.30
Il registro dei peccati
Spettacolo di e con Moni Ovadia
Promo Music Produzione
Biglietto: 12 €
Sabato 6 agosto ore 22.00
La bellezza e il mistero dei numeri
Piergiorgio Odifreddi
Organizzazione
Associazione Prohairesis
Piazza Marghinotti 1
Cagliari
Direzione artistica
Saverio G. Gaeta
Informazioni:
Prohairesis
www.prohairesis.com