Mancavo da Sanremo da una quarantina d’anni – vado a memoria – ovvero da una vita. Più che ritrovarla, dunque, la scopro per la prima volta, talmente sono lontani del tempo e sfocati i ricordi di quelle gite da bambino, mentre trascorrevo le vacanze in un campeggio a pochi chilometri dal confine con la Francia (mi sarebbe piaciuto spingermi fino ai Giardini botanici di Villa Hanbury, ma non ne ho avuto il tempo: sarà per la prossima volta, sperando che non trascorrano altri quarant’anni!).
La visita di oggi, pur fugace, mi ha regalato più di un motivo di soddisfazione. Per prima cosa ho scoperto l’itinerario letterario dedicato a Italo Calvino, con tanto di segnaletica e citazioni a tema (giusto ieri menzionavo lo scrittore a proposito della passione condivisa per i Sangirolami nei musei).
La tappa numero 3, per esempio, è riservata alla ciclo-pedonale il cui tracciato dal 2001 sostituisce quello della vecchia linea ferroviaria. La citazione, in questo caso, è tolta da Il giardino incantato.

In piazza Colombo, invece, (siamo alla tappa 31) il cartello riproduce una vecchia foto che accompagna questo brano preso da Le città invisibili, uno dei libri più celebri e amati di Calvino:
A Maurilia, il viaggiatore è invitato a visitare la città e nello stesso tempo a osservare certe vecchie cartoline illustrate che la rappresentano com’era prima: la stessa identica piazza con una gallina al posto della stazione degli autobus…”.
Un’altra bella scoperta è stato il Museo Civico, a cui si accede gratuitamente. Un piano è dedicato alla preistoria e alla storia: qui mi sono soffermato in particolare sull’industria litica preistorica, sui reperti di epoca romana e sul tesoretto monetale di “Pian di Nave” (i tesoretti sono una mia “fissa”).
Un altro piano, invece, ospita la pinacoteca. La sala consiliare di Palazzo Nota è l’ambiente più suggestivo, non solo per le opere che vi sono collocate, come alcuni ritratti e alcune sculture di Franco Bargiggia.

Infine per la prima volta in vita mia sono entrato in un casinò (se la memoria non m’inganna): ma non per giocare, bensì per assistere a un applauditissimo concerto, dal titolo Classicismo tardo viennese e prima sinfonia londinese. L’Orchestra Sinfonica di Sanremo, diretta da Paolo Ponziano Ciardi e con Josef Edoardo Mossali (strepitoso!) al pianoforte, ha eseguito un programma composto da questi due momenti:
- Johann Nepomuk Hummel, Piano Concerto No.5, Op.113
- Joseph Haydn, Sinfonia n. 93 in Re maggiore, Hob.I:93

Nell’interessante introduzione/presentazione la persona che ha illustrato i brani in programma – purtroppo non ne conosco il nome – si è soffermata sulle figure dei due compositori. Confesso che non avevo mai sentito parlare di Hummel. Della sua intensa attività mi ha colpito soprattutto la trascrizione delle prime otto Sinfonie di Beethoven per quartetti con pianoforte (la trascrizione come forma di riscrittura: un tema a me molto caro, come ricorderà qualche lettore che abbia partecipato a uno degli incontri dei cicli sulle Riscritture delle Scritture che ho organizzato in questi ultimi anni).
Di Haydn, invece, mi ha sorpreso la sterminata produzione sinfonica: oltre cento composizioni! Dieci volte tanto quella di Mahler che peraltro lo amava molto e lo teneva ben in mente nei propri lavori.
Tante belle scoperte per una sola giornata a Sanremo!
Saul Stucchi