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Il Requiem di Mozart apre la nuova stagione dei Pomeriggi
Giovedì scorso, 2 ottobre, ho aperto l’incontro con la scrittrice Marta Morazzoni alla Biblioteca Ostinata di Milano – per la presentazione del suo ultimo libro, Tutta la verità, all’incirca, pubblicato da Guanda – scusandomi per il fatto che alle 19.30 avrei dovuto lasciare la sala per correre al Teatro Dal Verme, dove avrei assistito all’esecuzione del Requiem di Mozart.
Ho spiegato che la faccenda – pur personale – non era del tutto avulsa dal contesto, visto che il primo racconto del libro ruota attorno a una sorta di educazione culturale in cui la musica gioca un ruolo fondamentale. Nel resoconto della serata così ho scritto, citando un brano dal racconto intitolato Vinia:
«Ero alle mie prime esperienze con la musica, e le prove dell’orchestra Rai sembravano un buon esercizio d’ascolto. Attraversavo una fase mista di passione e curiosità condite di incompetenza»: le anteprime mattutine al Dal Verme sono da un paio di anni per me quello che per Ida, la protagonista e voce narrante del racconto, sono stati i concerti dell’orchestra Rai”.
Eccomi dunque a correre per il centro di Milano, per una volta di sera invece del per me più consueto orario mattutino, per non fare tardi all’anteprima dell’Ottantunesima Stagione di concerti sinfonici dell’Orchestra dei Pomeriggi Musicali, intitolata Sèntiti pàrte.
È stata una serata speciale: per l’occasione, per i discorsi di presentazione, per la nuova acustica, per la prova dell’orchestra e del coro. Prima del concerto, il direttore artistico Maurizio Salerno ha preso la parola per esprimere la felicità di essere lì per l’apertura della stagione con quella “pagina capitale”, in un momento doppiamente speciale: per l’avvio del nuovo programma, appunto, e per il “battesimo sonoro” della sala, dopo il rifacimento dell’acustica, una miglioria – fatta a tempo di record, con il cantiere aperto a giugno – che erano contenti e orgogliosi di condividere con il pubblico.
Da parte sua l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi, ha ricordato la recente apertura del CASVA, il Centro di Alti Studi sulle Arti Visive, il capitolo più recente di un articolato processo di rinnovamento dei luoghi della cultura in città. Ma ha fatto riferimento anche alla drammatica situazione nella Striscia di Gaza ed espresso un messaggio di solidarietà della città ai partecipanti alla Global Sumud Flotilla.
Il direttore Diego Fasolis ha invece ricordato che il 2 ottobre è la festa degli angeli custodi (e dei nonni) e ha chiesto un minuto di silenzio per le vittime di tutte le guerre.
Poi la parola è passata alla musica di Mozart. Accolta con calorosi applausi la prova dell’Orchestra dei Pomeriggi Musicali e del Coro della Svizzera italiana, soprano Lenneke Ruiten, contralto Marie-Claude Chappuis, tenore Alessandro Fisher, basso Alessandro Ravasio.
Ascoltando il Requiem, pensavo alle particolari forme di “riscrittura” (come sapete, un tema a me molto caro). Da una parte quella cinematografica di Miloš Forman, nel quale il Requiem ha grande peso, dall’altra il completamento della stessa composizione, portata a termine dall’allievo Franz Xaver Süßmayr dopo la scomparsa di Mozart in quello stesso anno 1791.
A questo proposito così ha scritto Raffaele Mellace nel programma di sala:
Ma quanto vi è realmente di Mozart? Soltanto la primissima sezione, l’Introitus, è autografa da cima a fondo. Dal Kyrie all’Offertorium il compositore poté realizzare solo le parti vocali e il basso, oltre ad alcuni accenni di strumentazione (la Sequentia si ferma dopo appena otto misure del Lacrimosa). Sanctus, Benedictus e Agnus Dei sono invece opera di Süßmayr, probabilmente su idee mozartiane che non siamo in grado di riconoscere, mentre le ultime due sezioni ripropongono simmetricamente, com’era uso, la musica delle prime. Nonostante un’origine così composita e di ardua decifrazione, è possibile tuttavia individuare nel Requiem una direzione stilistica ben precisa dell’ultimo Mozart”.
Riflettevo anche sull’insistente battere su quel verbo “promisisti” nell’Offertorium, pensando che forse non è peregrino domandarsi quanto della sofferenza odierna dipenda da quella “promessa” fatta da Dio al suo popolo.
Introducendo con posato understatement il bis (“Se avete tempo e voglia…”), il maestro Fasolis ha infine diretto l’Ave verum, composto da Mozart sempre in quel fatale 1791.
Il prossimo appuntamento sarà giovedì 9 ottobre alle 20.00 e sabato 11 alle 17.00 con il concerto inaugurale: musiche di Poulenc, Mozart e Busoni. Ai pianoforti Alexander Lonquich e Louis Lortie.
Saul Stucchi
I POMERIGGI MUSICALI
Teatro Dal Verme Via San Giovanni sul Muro 2 Milano