• Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina

Alibi Online

La cultura viaggia in rete

  • Luoghi
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
    • A letto con ALIBI
  • Mostre
    • Arte
    • Fotografia
    • Storia
  • Spettacoli
    • Teatro & Cinema
    • Musica & Danza
  • Biblioteca
  • Interviste
  • Egitti
Voi siete qui: Biblioteca » The Passenger atterra sul pianeta Roma, un mondo a parte

23 Febbraio 2021 Scritto da Michele Lupo

The Passenger atterra sul pianeta Roma, un mondo a parte

Numero speciale, l’ultimo di The Passenger, magazine edito da Iperborea di cui ci siamo già occupati in passato (a proposito di Berlino e India, ndr).

Speciale perché questa volta parliamo di Roma, “città incredibilmente ingannevole” come la definisce da subito Marco D’Eramo nel pezzo migliore della rivista, “La città non così eterna”. Il piccolo saggio storico è aperto da uno scorcio fotografico di Villa dei Quintili sull’Appia Antica, opera di Andrea Boccalini, fotoreporter che ha collaborato con La Repubblica e con il New York Times, autore dell’intero, pregevole apparato fotografico del volume.

The Passenger: Roma

Il lavoro di D’Eramo riscrive l’intreccio di burocrazia dissennata, crimine e sfascio urbanistico che ha contraddistinto la città dagli esordi di capitale italiana (mai davvero autonoma dagli interessi del Vaticano) a oggi. Scrive D’Eramo che la città antica per definizione è in realtà gran parte moderna, “risultato di un’immigrazione massiccia” che ne ha fatto la metropoli più grande d’Europa. Se nel Medioevo e fino al 1870 era ridotta a un paesotto, Roma fu poi popolata da impiegati statati e braccianti in cerca di fortuna, e le sue dimensioni sono poi scelleratamente dilagate sotto la spinta dell’abusivismo edilizio fino a che questa proliferazione di mostri urbanistici ha finito per diventarne la cifra più vera fuori dai circuiti turistici.

Città di palazzinari quanto nessun’altra, dunque, Roma ha visto prima il poveretto venuto da fuori che si è tirato su la baracca in proprio, poi la massiccia devastazione degli speculatori. L’abusivismo dei secondi si è strutturalmente saldato con l’evasione fiscale, va da sé – il Vaticano facendo la sua parte, se è vero che gli appartiene ¼ del patrimonio immobiliare. Una mano a questo gigantesco saccheggio l’hanno data le leggi dei vari governi (in questo, interscambiabili): condoni, sanatorie, regole lasche per gli appalti.

L’omertà lassista della pubblica amministrazione peraltro a Roma sembra un costume diffuso e generalizzato al punto da caratterizzare in maniera non trascurabile l’ethos cittadino. Occorre anche dire che periferie prive nel necessario e gentrificazione sono mostri non solo romani – qui risulta assai interessante l’inchiesta di Leonardo Bianchi che smaschera la propaganda dell’estrema destra alle prese con il malessere delle periferie che essa stessa fomenta, architetta e manovra.

Bianchi ricostruisce bene la cronaca degli ultimi anni: Forza Nuova, CasaPound e altre sigle nazifasciste si sono mediaticamente intestati i problemi creati ad arte da loro stesse ai danni di Rom legittimamente assegnatari di abitazioni popolari, o di musulmani, o di neri. Fossero il Trullo, o Casal Bruciato, o Corcolle, i neofascisti, soccorsi da personaggi come Borghezio, media compiacenti e un’autorità capitolina impaurita, hanno allestito con botte, minacce e manifestazioni un paesaggio infernale per costruirsi poi un’immagine da salvatori di piccole patrie. Fino a quando un ragazzo, Simone, a Torre Maura spiegò in faccia ai fascisti che “sta cosa di anda’ sempre contro le minoranze a me nun me sta bene che no” – video memorabile che ha dato un colpo non indifferente al dispositivo retorico dell’estrema destra.

Sul versante del reportage su una città che si riempie di bestie (gatti gabbiani topi cinghiali piccioni) ancora segnalerei quello sui Casamonica, “ondate di fratelli e cugini, imparentati fra loro in un vincolo di sangue che ricorda le strutture della ‘ndragheta”, e che che non hanno bisogno di sparare, preferendo cazzotti e squartamenti a mani nude – storie passate nel fortunato filone delle serie criminali, in cui anche quando a farla da padrone è il kitsch (come in Suburra) non sai se è più un limite delle fiction o un’iperbole del reale.

Se dalla cronaca più nera delle destre e del famigerato “mondo di mezzo” si incrocia l’inevitabile aura mitologica di Roma, allora, pur attraversando ancora periferie, edilizia “creativa” e sgangherata e case popolari si finisce per ricordare – lo fa Christian Raimo – che anche “i cassonetti traboccanti, le stazioni della metro chiuse per mesi, il traffico pervasivo e permanente” a Roma si cifrano nell’immagine della grandeur: “Abituata alla retorica della catastrofe, alle pianete dell’apocalisse, la città eterna non lascia scuse: è soltanto consapevole di poter sopravvivere a qualunque suicidio” – la grandezza di Roma è (stata) anche quella di Malagrotta, discarica di una smisuratezza senza paragoni in Europa.

Teatro del disincanto e del cinismo – più o meno bonari, più o meno feroci –, “Roma non giudica” scrive Nicola Lagioia: si bestemmia alla grande, s’impreca con disinvoltura ma poi finisce tutto in farsa. L’indolenza è ontologica, “la corruzione endemica” – città-mondo dove “è già successo tutto diverse volte”.

Eccoci così nell’immaginario. Ora, chi conosce il magazine sa che alle inchieste, alle analisi strette sul presente e ai resoconti spesso tracciati attraverso inserti specifici, box, mappe e approfondimenti a parte (che arricchiscono e movimentano anche graficamente il volume) si alternano contributi e divagazioni letterarie.

Il più seducente qui è il lungo “L’anima della città” di Matteo Nucci, incentrato sul Tevere, fiume “vitale e mortifero”, anima un po’ fosca e segreta di Roma che si è persa con la costruzione dei muraglioni – pochi fra gli indigeni sanno della pesca dell’anguilla ai margini della città: la ciriola la chiamano, da cui ciriolare, cazzeggiare, perder tempo – non un caso, son mica protestanti i romani. Il loro volume “è altino”, scrive Letiza Muratori in una “Guida acustica alla città”: qui ancora “si suona il clacson senza complessi”.

E avanza un sapor mediorientale.

Michele Lupo

The Passenger – Roma
Iperborea
2021, pagine 192
19,50 €


Articoli Correlati

Tweet
Pin
Share
0 Condivisioni

Archiviato in:Biblioteca

Barra laterale primaria




San Girolamo nello studio


Articoli recenti

  • “8 donne e un mistero”… La Festa della donna!
  • In onda dal 10 marzo il radiodramma “Il romantico guarito”
  • “Moby Dick” insegna come comportarsi in una epidemia
  • L’impero romano di Alfred Seiland in mostra a Brescia
  • 5 domande a Laura Baldo, autrice de “Il lato sbagliato del cielo”

Footer

Informazioni

  • Chi siamo
  • Contatti
  • Informativa privacy & Cookie

La rivista online

ALIBI Online è una rivista digitale di turismo culturale, diretta dal giornalista Saul Stucchi. Si occupa di mostre d'arte, storia e archeologia, di cinema e teatro, di libri di narrativa e di saggistica, di viaggi in Italia e in Europa (con particolare attenzione alle capitali come Parigi, Madrid e Londra). Propone approfondimenti sulla cultura e la società attraverso interviste a scrittori, giornalisti, artisti e curatori di esposizioni.

Copyright © 2021 · ALIBI Online - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Milano; reg. n° 213 8 maggio 2009
Direttore Responsabile Saul Stucchi

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.OkLeggi di più