Domenica 9 novembre è calato il sipario sull’ottava edizione de Il Festival della Peste! organizzato dalla Fondazione Il Lazzaretto di Milano che si era aperto mercoledì 5 con una serata di brindisi e di installazioni alla scoperta del file rouge di quest’anno: il binomio Potere/Piacere.
E in tema era lo spettacolo andato in scena ieri, intitolato Studio (macabro) per donna piumata, suoni sinistri e alcuni complici, scritto, musicato e interpretato da Camilla Barbarito, accompagnata al violino da Eloisa Manera e da Fabio Marconi alla chitarra (quest’ultimo impegnato venerdì nel Trio Abdo Buda Marconi con la mezzosoprano Valentina Volpe Andreazza nel concerto Sulle tracce di Europa al Centro PIME).

Tutti e tre erano truccati da essere (quasi) irriconoscibili. A cominciare da Camilla che portava sul capo una corona di piume da galla cedrona che per qualche assonanza iconografica mi ha ricordato l’Angela Lansbury di Assassinio sul Nilo.
In effetti come quella signora strampalata in crociera, anche il nuovo personaggio della Barbarito naviga a vista tra dubbi e affermazioni assertive, mentre invita il pubblico in sala a compiere movimenti individuali, reciproci e collettivi di attenuazione, indulgenza, autocommiserazione e rivendicazione.
Sulle prime abbiamo risposto con un poco di imbarazzo, ma poi ci siamo lasciati andare tra risate e pacche sulle spalle ai vicini, mentre in un angolo del mio cervello continuavano a ronzare le domande che campeggiano sulle travi della Fondazione, lette poco prima dell’inizio dello spettacolo: “Si sente più solo un vecchio o un bambino?” e “Invecchiare vuol dire stratificarsi o scendere in profondità?”, la seconda più misteriosa della E incisa nel pronao del tempio di Apollo a Delfi…

In tutte le occasioni precedenti in cui ho avuto il piacere di sentir cantare Camilla Barbarito (come in Chavela V., ne ho apprezzato anche il talento attoriale. Non avevo mai avuto modo, però, di vederlo all’opera così largamente, nei gesti delle mani, nei giochi con la voce, ma soprattutto negli sguardi.
Potere e piacere si mescolano in una girandola di annunci pubblicitari (compreso quello per un’agenzia di onoranze funebri) e ricette per il topinambur, mentre le piume nere si muovono senza requie di qua e di là schiaffeggiando il microfono… Davvero una peste in un mondo di pestiferi!
Saul Stucchi
Il Festival della Peste!
Dal 5 al 9 novembre 2025
Fondazione Il Lazzaretto
Via Lazzaretto 15
Milano
Informazioni e programma: