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Voi siete qui: Biblioteca » “Spostamenti”: prose e racconti di Giovanni Granatelli

3 Luglio 2020 Scritto da LSD

“Spostamenti”: prose e racconti di Giovanni Granatelli

Confesso che non ho mai recensito un libro. Imploro dunque clemenza per questo primo tentativo. Mi è venuta voglia di parlare di “Spostamenti” di Giovanni Granatelli (Nardini Editore) per due motivi: il primo è che il libro in questione mi veramente piaciuto ed il secondo è che posso ormai considerare Giovanni un amico di lungo corso. Ma non mi farò condizionare dalla conoscenza personale nello scrivere queste righe.

Granatelli è alla sua prima prova come narratore. In precedenza ha pubblicato, per diverse case editrici, cinque libri di poesia. Ha anche ottenuto vari riconoscimenti: “Premio Città di Arcore”, Premio “Tra Secchia e Panaro”, Premio “Il Meleto di Guido Gozzano”. È tra i dieci finalisti del “Premio Prato Poesia” con il suo “Sillabe di un appello”.

Giovanni Granatelli, Spostamenti (Nardini Editore)

Nel 2020 ha deciso di abbandonare momentaneamente i versi per una limpida prosa. Infatti, vorrei subito mettere in evidenza lo stile asciutto e la precisione nella scelta dei termini (evidentemente derivazione della lunga consuetudine poetica).

“La vecchia zingara dalla pelle scurissima fruga energicamente nel cassonetto dell’immondizia in un’antica ed affollata piazza del centro di Bruxelles. Seduta sul marciapiede, accanto al cassonetto, anche una bambina…” (da “Tramonto a Bruxelles”).

I ventitré racconti che compongono il libro sono tutti autobiografici. A volte, più che racconti, sono riflessioni o sensazioni trascritte dopo una qualche esperienza. Spesso sono storie brevi o brevissime, ma sempre emozionanti e coinvolgenti.

L’immagine che mi attraversa la mente durante la lettura è quella di una sensazione leggera, come fosse una farfalla che vola spensierata per l’aria e che poi si posa dolcemente su un fiore. Mi tornano in mente gli studi liceali, quando gli insegnanti cercavano di farmi capire un concetto che ho compreso solo molti anni più tardi: il “carpe diem” oraziano. “Cogli l’attimo” è l’essenza della scrittura in versi, ma in “Spostamenti” è ciò che rimane al termine di una storia, di una pagina del libro.

Un racconto in particolare, mi ha affascinato e commosso. Porta il titolo di “Orsa Maggiore” e parla di una notte lungo una spiaggia di Grado. I protagonisti sono il padre (naturalmente lo stesso Giovanni) e una delle due figlie. Si trovano ad osservare il cielo stellato e dalle brevi parole che si scambiano traspare la bellezza di un rapporto complice che va formandosi tra il genitore e la figlia. Tutto molto semplice, ma nello stesso tempo profondo ed ineffabile.

Potrei aggiungere altro su “Spostamenti”, come la precisione scientifica nella descrizione dei luoghi o come l’altrettanta accuratezza nel richiamare alla mente ricordi passati anche da molto tempo, ma preferisco chiudere con la citazione di un brano:

Un ragazzo alto e magro, poco più che adolescente, è salito a bordo della mia stessa vettura e con disagio palese sta cercando di sottrarsi ai saluti della madre. La donna sulla banchina è visibilmente agitata, come avvolta da una nuvola di isterica apprensione. Controlla con lo sguardo ogni più piccolo movimento del figlio, parla a voce troppo alta, gesticola animatamente. Inoltre si tocca in continuazione la testa…”

(da “Copricapo”).

L S D

Giovanni Granatelli
Spostamenti
Prose e racconti
Nardini Editore
2020, 112 pagine
14 €


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