Sarò sincero: mai avrei pensato che Ambra mi avrebbe commosso fino (quasi) alle lacrime. Parlo naturalmente di lei, Ambra Angiolini. E invece ci è riuscita ieri, nella prima rappresentazione milanese dello spettacolo “Il nodo” di Johnna Adams (per la traduzione di Vincenzo Manna ed Edward Fortes) che rimarrà in scena nella Sala Grande del Teatro Franco Parenti fino a domenica 6 marzo.
Ero curioso di vederla alla prova con Arianna Scommegna – più che una garanzia: la mia attrice preferita – e i miei personali applausi si sono uniti a quelli, calorosissimi, del folto pubblico in sala. Complimenti a entrambe! Anzi, aggiungiamo anche la regista Serena Sinigaglia e l’autrice del testo “Gidion’s Knot”, pubblicato giusto dieci anni fa. Un lavoro quasi completamente al femminile, se aggiungiamo Erika Carretta per i costumi e Roberta Faiolo per il disegno delle luci.

Eppure la rabbia – quanta rabbia! – che alimenta l’intenso dialogo tra un’insegnante (la Scommegna) e la madre di un alunno (Ambra… perdonatemi, ma non riesco a dire “l’Angiolini”) sembrava allo spettatore autore di queste righe tanto una rabbia maschile…
Partono entrambe con il piede sbagliato nel primo abboccamento e gli scambi successivi non faranno altro che accrescere il nervosismo. La tensione arriverà a livelli parossistici. Le voci si alzano di livello per poi stopparsi all’improvviso, in un andamento sincopato che caratterizza tutta la pièce, anche se in sottofondo si sente il tic tac dell’orologio che dovrebbe scandire il tempo del colloquio.
Non starò a svelare il dramma che ha portato le due donne a incontrarsi in quest’aula scolastica in pendenza (ci ho messo un po’ a capire cosa mi ricordasse la forma sinuosa del pavimento a quadrettoni: la copertura del Dipartimento di Arti Islamiche del Museo del Louvre, disegnato dall’architetto Mario Bellini!). Dico solo che non è certamente la sospensione del ragazzo.

Quella tra l’insegnante Heather e la madre Corryn è una contrapposizione aspra, drammatica, con pause di silenzio imbarazzato a spezzare le sovrapposizioni delle voci. Più volte alla madre sfuggono gesti di stizza violenta, subito seguiti da profferte di scuse: “Mi dispiace”. E dispiaceva davvero a tutti gli spettatori quell’importuno trillo di cellulare proprio nel culmine emotivo della rappresentazione!
Le due si spostano per la classe, quasi inseguendosi di banco in banco. Cercano la distanza di sicurezza o il confronto ravvicinato, indecise su quale sia l’approccio migliore per affrontare il nodo gordiano (nel titolo originale “Gidion’s Knot” gioca l’assonanza in inglese tra il nome del figlio e Gordian, appunto): scioglierlo con la pazienza o reciderlo con la forza?
Non c’è soluzione. Non può esserci. Può esserci invece il tentativo di comprendere le motivazioni e le scelte altrui, anche se è impossibile arrivare a condividerle.
L’emozione che si accumula in un’ora e mezza di spettacolo è tanta, nelle interpreti quanto negli spettatori. E alla fine Ambra, visibilmente commossa, ricorda che la sirena fatta risuonare prima dello spettacolo ci richiama alla realtà della guerra là fuori. Il teatro, la cultura e l’educazione sono le armi che abbiamo per combattere la barbarie e la violenza, in classe come al di fuori dell’aula.
Saul Stucchi
Il nodo
di Johnna Adamstraduzione di Vincenzo Manna e Edward Fortes
con Ambra Angiolini e Arianna Scommegna
regia Serena Sinigaglia
scene Maria Spazzi
costumi Erika Carretta
light designer Roberta Faiolo
musiche Mauro Di Maggio e Federica Luna Vincenti
aiuto regia Gabriele Scotti
Informazioni sullo spettacolo
Dove
Teatro Franco ParentiVia Pier Lombardo 14, Milano
Quando
Dal 1° al 6 marzo 2022Orari e prezzi
Orari: Martedì 1° marzo 20:00mercoledì 2 marzo 19:45
giovedì 3 marzo 21:00
venerdì 4 marzo 19:45
sabato 5 marzo 16:15 e 19:45
domenica 6 marzo 16:15
Durata: 1 ora e 20 minuti
Biglietti: I settore intero 38 €
II settore intero 30 €; ridotti 18/21 €
III settore intero 21 €; ridotti 18/21 €
Tutti i prezzi sono da intendersi più prevendita