Quello compiuto da Gianluca Zaffino con il pamphlet intitolato Pars àntica è un interessante esperimento, da osservare da più punti di vista.
Nato nelle intenzioni dell’autore come semplice ricostruzione delle proprie ascendenze a uso e consumo degli appartenenti a un ramo specifico della famiglia Pezzi di Bussi sul Tirino (un piccolo paese della provincia pescarese) il libro contiene in sé un breve ma significativo trattato sulla metodologia della ricostruzione storica attraverso la ricerca delle fonti; non per niente Zaffino è laureato in Storia e tale materia l’ha a lungo insegnata, motivo per il quale sa di cosa parla. Ma non solo.
Raccontando quanto raccolto nelle lunghe e meticolose ricerche sui registri dell’Anagrafe dei vari comuni abruzzesi, l’autore ci mostra una realtà storica di un arco temporale di circa centocinquant’anni che viene spesso, per non dire sempre, trascurata dai testi che trattano della Storia con la S maiuscola: la vita della gente comune, narrata senza la lente deformante dei racconti dei benestanti (e qui cito l’autore), ma attraverso dati, fatti, considerazioni oggettive.

Ciò ci permette quindi di osservare accuratamente, in mezzo a una lunga teoria di nomi e vite, l’esistenza del popolo sulla cui testa vola alta la storia di una Nazione in via di costituzione, Storia che queste vite semplici e spesso travagliate hanno (forse) inconsapevolmente contribuito a scrivere. Matrimoni di convenienza (il matrimonio romantico è un’invenzione del XX secolo, per parafrasare Sheldon L. Cooper di The Big Bang Theory), adozioni, migrazioni, delitti, morti premature, lavori nei campi, furti di bestiame, tutto contribuisce a creare un quadro verista dell’albero genealogico dell’autore, che potrebbe benissimo essere l’albero genealogico di ciascuno di noi.
Non per niente Marc Bloch, uno dei massimi medievisti, sosteneva che per fare lo storico non bastasse studiare la vita di Re, Papi e condottieri, ma fosse necessario anche sapere, per esempio, come veniva prodotta la marmellata o come erano cuciti i calzoni dei contadini.
E ancora Leo Perutz giocava nei suoi romanzi a spiegare i grandi eventi del palcoscenico della Storia attraverso le azioni di oscuri personaggi immaginari ma realistici, i cui nomi non compariranno mai nei saggi. Casi emblematici sono Il Marchese di Bolibar e Turlupin, entrambi editi da Adelphi.
Come scritto in Pars àntica, «la povera gente lascia traccia di sé solo all’anagrafe, o se finisce in tribunale». Con questo breve saggio Gianluca Zaffino è riuscito a fare uscire queste umili vite dai registri dell’Anagrafe e dei Tribunali.
Simone Cozzi
Gianluca Zaffino
Pars àntica
Pezzi di Bussi
Monetti Editore
2025, 182 pagine
16 €