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Voi siete qui: Arte » Toulouse-Lautrec, Dufy e gli altri: Parigi in festa a Pully

27 Febbraio 2020

Toulouse-Lautrec, Dufy e gli altri: Parigi in festa a Pully

Il Musée d’Art di Pully, a una manciata di chilometri dal centro di Losanna (raggiungibile utilizzando la comoda Lausanne Transport Card), ospiterà fino al 10 maggio 2020 (prorogata fino al 26 luglio, aggiornamento del 6 maggio) la mostra “Paris en fête. Toulouse-Lautrec, Matisse, Dufy…”, realizzata con opere concesse in prestito da “un’importante collezione privata”.

Doveva essere una gioia per tutti i sensi quella “Parigi in festa”, un instancabile carillon di spettacoli, serate danzanti, occasioni mondane. Tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento la capitale francese era il centro del mondo. Fu sede di ben quattro esposizioni universali, tra cui quella del 1889 per la ricorrenza della Rivoluzione Francese, in occasione della quale venne eretta la Tour Eiffel, e cambiò pelle grazie ai drastici interventi urbanistici del barone Haussmann.

Naturalmente la metropoli non aveva magicamente risolto tutti i suoi problemi – dalla delinquenza alla povertà e alla prostituzione – ma l’energia vitale che sprigionava sembrava avere la meglio su tutto, anche sulle due guerre mondiali che certamente non passarono senza lasciare segni e traumi.

Il percorso espositivo

Il percorso espositivo si apre con l’unica opera di Marc Chagall presente: uno studio per “Les boulevards” o “Paris fantastique” (datato al 1953-1954 circa).

Marc Chagall, "Etude pour Les boulevards" ou "Paris fantastique" (1953-1954 circa). Collezione privata © MAP Foto: Mathieu Bernard-Reymond

Poi si snoda in sezioni dedicate rispettivamente alle affiches e alla vera e propria mania per i manifesti pubblicitari che contagiò i parigini, ma non solo (“affichomanie”), alla monumentale opera commissionata dalla Compagnie Parisienne de Distribution d’Électricité a Raoul Dufy “La Fée Electricité”. E poi il tempo libero e gli artisti al servizio della letteratura.

Le didascalie e i testi dei pannelli sono scritti soltanto in francese. Ho poi notato che le opere sono per lo più appese a un’altezza piuttosto bassa, comunque inferiore a quella che solitamente riscontro nelle mostre. Il mio sguardo coincideva spesso con la cornice superiore dei quadri. Per guardare le opere dovevo insomma abbassare un poco gli occhi.

I manifesti di Toulouse-Lautrec

Entrando nella prima sala si torna indietro di oltre mezzo secolo rispetto all’opera chagalliana che ci si lascia alle spalle. Sono esposti manifesti realizzati nell’ultima decade dell’Ottocento. Ad attirare l’attenzione è la litografia a pennello e spruzzo stampata a due colori “Tournée du Chat Noir” di Théophile-Alexandre Steinlen (1896).

Le altre opere o sono contemporanee o di qualche anno anteriori, come la “Reine de joie” di Henri Toulouse-Lautrec (1892), quest’ultima stampata a quattro colori. Reclamizzava l’omonimo romanzo dello scrittore – e giornalista – di origine polacca Victor Joze, al secolo Joze Dobrski de Jastzebiec.

Henri de Toulouse-Lautrec, Moulin rouge - La Goulue, 1891. Litografia
167 x 118 cm (immagine), 175 x 125 cm (foglio). Collezione privata
© MAP - Foto: Mathieu Bernard-Reymond

Su un’altra litografia danza Jane Avril, una delle ballerine più celebri del Moulin Rouge. È una dei tanti personaggi immortalati su queste affiches e nelle litografie nella sala successiva: le cantanti Anna Thibaud e Paula Brébion, la diseuse Mary Hamilton, i cabarettisti Aristide Bruant e Kam-Hill (Camille Périer)… Nomi che oggi dicono poco o nulla alla maggior parte dei visitatori, ma che un tempo richiamavano i bohemiens della Ville Lumière.

Sono i protagonisti della serie “Le café-concert” (1893), un portfolio di 22 litografie, per metà realizzate da Henri Gabriel Ibels e per l’altra da Toulouse-Lautrec. A introdurle c’era un testo scritto da Georges Montorgueil, pseudonimo dello scrittore e giornalista Octave Lebesque.

Parigi chic nella Belle Époque

Nella sala dedicata alla Parigi chic della Belle Époque spicca su tutte le opere l’olio su tela “Thé au Casino de Deauvilee” (1920) di Kees van Dongen: moda, musica e goia di vivere. Più avanti sono esposti gli studi per la già citata “Fée Electricité” (l’opera monstre misura qualcosa come 600 metri quadri e abbellisce il Museo d’Arte Moderna di Parigi).

Kees van Dongen, Thé au Casino (Deauville), 1920. Olio su tela. Collezione privata © MAP
Foto: Mathieu Bernard-Reymond

La serie va “letta” da destra a sinistra, rispetto alla disposizione sulla parete. Nell’angolo in basso a sinistra della prima compare Leonardo da Vinci, accanto a Galileo. Poi è una lunga sfilata di scienziati e inventori che hanno contribuito allo sviluppo della corrente elettrica, tutti uomini tranne Marie Curie, due volte Premio Nobel: nel 1903 per la fisica e nel 1911 per la chimica.

C’è anche Goethe che tiene tra le mani una carta su cui si può leggere una citazione dal “Viaggio in Italia”, brano in cui annunciava la decisione di dedicarsi allo studio della meccanica e della chimica.

Raoul Dufy, Paris et la tour Eiffel, 1936. Collezione privata © MAP
Foto: Mathieu Bernard-Reymond

La musica, la Recherche e la libertà

Dello stesso Dufy è “Paris et la tour Eiffel”, un acquerello e gouache su carta (1936) che mostra la Senna tagliare in due la città, con i ponti che la scavalcano per collegare la Rive Gauche, qui a destra, alla Rive Droite, alla sinistra dell’osservatore. Tra le opere più belle in assoluto ci sono due ritratti di Paul César Helleu, quello di Consuelo Vanderbilt, duchessa di Marlborough, e quello della propria figlia Ellen.

Il percorso è ancora ricco di sorprese e piccoli capolavori. Ci sono quadri che raccontano la passione di Dufy per la musica (il pittore era figlio e fratello di musicisti), tra cui “Le quintette” del 1946, e più avanti 15 dei 77 acquerelli realizzati da van Dongen per illustrare un’edizione speciale di “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust, pubblicata da Gallimard nel 1947. Io mi sono soffermato in particolare davanti a “Le sommeil des fleurs” e “Le prince de Sagan au bois”.

Suggella questa bella mostra “Paris en fête” la saletta dedicata al poema “Liberté” di Paul Eluard, che una registrazione audio riproduce recitata dallo stesso poeta. In una teca c’è una copia della prima edizione di “Liberté, j’écris ton nom” illustrata da Fernand Léger, edita da Pierre Seghers nel 1953. Una piccola foto di Man Ray – riprodotta su una gigantografia che occupa una parete – mostra Eluard insieme alla moglie Nush, musa dei Surrealisti, nel 1939. Il cartoncino con la foto e l’intero testo della poesia è il regalo più bello che ci si porta a casa da questa esposizione.

Saul Stucchi

Didascalie:

  • Marc Chagall
    Studio per “Les boulevards” o “Paris fantastique” (1953-1954 circa)
    Olio, acquerello, inchiostro e carboncino su carta incollata su tela
    64,5 x 50,2 cm
    Collezione privata
    © MAP
    Foto: Mathieu Bernard-Reymond
  • Henri de Toulouse-Lautrec
    Moulin rouge – La Goulue, 1891
    Litografia
    167 x 118 cm (immagine), 175 x 125 cm (foglio)
    Collezione privata
    © MAP
    Foto: Mathieu Bernard-Reymond
  • Kees van Dongen
    Thé au Casino (Deauville), 1920
    Olio su tela
    92 x 73 cm
    Collezione privata
    © MAP
    Foto: Mathieu Bernard-Reymond
  • Raoul Dufy
    Paris et la tour Eiffel, 1936
    Gouache e acquerello su carta
    65 x 50,2 cm
    Collezione privata
    © MAP
    Foto: Mathieu Bernard-Reymond

Paris en fête.
Toulouse-Lautrec, Matisse, Dufy…

Informazioni sulla mostra

Dove

Musée d’Art de Pully
Chemin Davel 2, Pully (Svizzera)

Quando

Dal 22 gennaio al 10 maggio 2020
Prorogata fino al 26 luglio 2020

Orari e prezzi

Orari: da martedì a venerdì 14.00 – 18.00
sabato e domenica 11.00 – 18.00
Biglietti: intero 10 CHF; ridotto 8 CHF

Maggiori informazioni

Sito web ufficiale:

www.museedartdepully.ch

Informazioni su Losanna

www.lausanne-tourisme.ch
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