Avrebbe dovuto chiudere i battenti il 24 maggio la mostra “À fleur de peau. Vienne 1900, de Klimt à Schiele et Kokoschka”, allestita al MCBA Musée Cantonal des Beaux-Arts di Losanna. Invece l’emergenza Coronavirus ha rivoluzionato tutti i piani.
Chiusa come tutte le altre esposizioni in attesa di nuovo ordine [riaprirà il 2 giugno: aggiornamento del 1° maggio, ndr], è stata comunque prorogata fino al 23 agosto 2020. L’augurio è che possiate fare in tempo a visitarla. Io l’ho vista prima del lockdown. Si tratta della prima esposizione organizzata nel nuovo MCBA, cuore di Plateforme 10 che riqualifica il quartiere in prossimità della stazione ferroviaria.

Davvero un peccato che la pandemia abbia guastato i programmi, ma siamo certi che quando tutto sarà tornato nella “normalità”, ci saranno tempi e modi e soprattutto lo spirito e la voglia di una nuova inaugurazione. Già la semplice riapertura sarà l’inizio di un altro capitolo, tutto da scrivere.
Per quello che ho avuto modo di vedere, ci sono tutti gli elementi per fare un ottimo lavoro. Le sale del nuovo spazio sono molto ampie e regolari: sono state create appositamente per ospitare mostre e ogni visitatore può muoversi a suo agio, compresi i portatori di handicap. Durante la mia visita ho visto diverse persone in carrozzina, autonome o con accompagnatori. Devo confessarlo: una scena che – purtroppo – non ho mai avuto occasione di vedere in un museo italiano… Dobbiamo prendere esempio dai vicini Svizzeri.
Il percorso espositivo
Il percorso espositivo esamina il ventennio che va dal 1897, anno della fondazione della Secessione viennese, al 1918 con la dissoluzione dell’impero Austroungarico come conseguenza della Prima guerra mondiale. Il titolo della mostra è un omaggio al noto aforisma di Paul Valéry: “Ce qu’il y a de plus profond dans l’homme c’est la peau” (La cosa più profonda nell’uomo è la pelle).
E proprio questa profondità intende indagare il percorso che si articola in sei sezioni, nelle quali trovano posto un centinaio tra dipinti e disegni, una cinquantina di mobili e una trentina di oggetti d’arte applicata realizzati dalla Wiener Werkstätte.
Coulisses: montage de l’exposition “À fleur de peau. Vienne 1900, de Klimt à Schiele et Kokoschka” from MCBA Lausanne on Vimeo.
La prima sezione è dedicata alle “pelli bianche” e analizza la lotta degli artisti contro l’accademismo, portata avanti denudando i corpi. E che nudi, signori miei, soprattutto quelli di Klimt, come i disegni di donne in pose provocanti che poco lasciano alla fantasia e molto al desiderio.
Ma si comincia con l’imperatrice Elisabetta Amalia Eugenia, per tutti “Sissi”. È presentata nel bianco del busto di marmo di Marcello e nel nero del suo costume d’amazzone in stoffa di lana. Gli appassionati d’arte antica ammireranno l’idria attica dipinta a figure nere dal “Pittore di Antimene” con il Giudizio di Paride, prestata dall’Antikenmuseum di Basilea.
Il segno di Schiele
Nella seconda – “Pelli colorate” – l’espressione delle emozioni emerge nei giochi di muscoli e articolazioni. Qui è Schiele a lasciare il segno, con il cambio radicale impresso alla sua arte nel 1908, dunque giusto a metà del ventennio preso in esame. Confrontando il Nudo maschile inginocchiato del 1906 (prestato da un collezionista privato, ma in prestito a lungo termine al Leopold Museum di Vienna) con la Donna nuda distesa del 1908 arrivata dal Kunsthaus Zug si ha l’idea di avere davanti opere di due artisti diversi!

È senza dubbio questo il cuore o almeno uno dei nuclei più intensi dell’intera esposizione. L’Autoritratto con le braccia sul petto di Schiele (1910) domina al centro della parete. Gli fanno eco sulla parete di frammezzo, al centro della sala, altri capolavori. Da sinistra: il Nudo maschile seduto, il Nudo di schiena appoggiato sulle braccia e il Nudo con la gamba alzata, tutti datati al 1910. Uno più bello dell’altro.
La terza sezione è intitolata “Sotto la pelle” e propone l’esplorazione della carne sotto la profondità superficiale della pelle. In una teca al centro della sala fa “bella mostra di sé” un brano di pelle con alcuni tatuaggi, prelevato sul cadavere di una persona non identificata all’Istituto di Medicina Legale di Ginevra verso il 1890. Roba da Hannibal Lecter.
Meglio dedicarsi ai ritratti realizzati da Schiele, Kokoschka e Oppenheimer esposti nella sezione “Attorno alla pelle”. L’Anton Weber dipinto da Oppenheimer sembra Massimo Popolizio. Un po’ inquietante il suo Heinrich Mann, per non parlare del Visionario II (La Morte e l’uomo) di Schiele, del 1911.
“Lo spazio – pelle” si concentra sulla concezione di un nuovo spazio plastico. Il percorso si conclude con la sezione “Stare bene nella propria pelle” con opere selezionate per esemplificare i cambi dell’ambiente quotidiano nella vita moderna.
Tante sono le opere straordinarie. Impossibile non citare almeno due dipinti di Richard Gerstl, l’Autoritratto a torso nudo (dal Leopold Museum) e l’Immagine di gruppo con Schönberg. Di quest’ultimo, il cui ruolo è fondamentale in quel periodo, non solo nella musica, menzioniamo il Ricordo di Oskar Kokoschka e Sguardo (Karl Kraus – La Muraglia cinese). Klimt si fa ammirare in tutti i suoi lavori, ma qui citiamo almeno i Pesci d’oro (capolavoro tra i capolavori) e la Testa di donna del LENTOS Kunstmuseum di Linz. Di Koloman Moser le Due ragazze del Kunstmuseum di Berna e le Tre donne di Vienna.
Mobili e oggetti d’arte
Il percorso espositivo prosegue e si conclude al secondo piano. Qui sono esposti essenzialmente mobili e oggetti, ma anche altri quadri, come il Ritratto del pittore Hans Massmann di Schiele, il cui schizzo preparatorio è esposto al primo piano. Armadi e letti, sedie e tavolini, vasi e bicchieri, servizi da tè e caffè… La poltrona reclinabile disegnata da Josef Hoffmann e realizzata da Jacob & Josef Kohn fa venire in mente la sdraio de “La montagna magica” di Thomas Mann!

Ad accogliere il visitatore in questi ampi spazi è il divano in legno e velluto verde attribuito ad Adolf Loos. Sopra è appeso il dipinto Uomo nudo disteso di Max Kurzweil. Girando la testa a destra lo sguardo del visitatore è catturato dalla gigantografia della foto che ha immortalato i membri della Secessione. Il Who’s Who di un’epoca che ha lasciato il segno. Come un tatuaggio indelebile.
Saul Stucchi
Didascalie:
- Richard Gerstl
Autoritratto a torso nudo (1902-1904)
Olio su tela, 159 × 109 cm
Vienna, Leopold Museum
Foto: © Leopold Museum, Wien/ Manfred Thumberger - Egon Schiele
Nudo di schiena, appoggiato sulle braccia (1910)
Mina di piombo, matita nera e gouache su carta, 45 × 30,7 cm
Vienna, Leopold Museum
Foto: © Leopold Museum, Wien/Manfred - Josef Hoffmann. Realizzazione: Jacob & Josef Kohn, Vienna
Poltrona con spalliera inclinable, detta “Sitzmaschine”, modello prodotto dal 1906
Faggio massiccio curvato, multistrato, mogano tinto e lucidato,
110 × 68,5 × 82,5 cm
Zoug, Kunsthaus Zug, Stiftung Sammlung Kamm
Foto: © Kunsthaus Zug
À fleur de peau. Vienne 1900, de Klimt à Schiele et Kokoschka
Informazioni sulla mostraDove
MCBA Musée Cantonal des Beaux-ArtsPlace de la Gare 16, Losanna (Svizzera)
Quando
Dal 14 febbraio al 23 agosto 2020Orari e prezzi
Orari: da martedì a domenica 10.00 – 18.00giovedì fino alle 20.00
Biglietti: intero 20 CHF; ridotto 12 CHF