Come la mostra “sorella” “Con nuova e stravagante maniera” allestita al Palazzo Ducale, l’esposizione “Giulio Romano. Arte e desiderio” al Palazzo Te di Mantova chiuderà i battenti il 6 gennaio 2020. Approfittate dunque delle vacanze natalizie per visitarle entrambe: meritano assolutamente.
Il secondo pannello di questo dittico dedicato a Giulio Pippi detto Giulio Romano, curato da Barbara Furlotti, Guido Rebecchini e Linda Wolk-Simon, si concentra sul tema dell’eros. E tante sono le raffigurazioni “pruriginose” squadernate nel percorso espositivo, dopo aver ammirato – ben s’intende – il capolavoro della Sala dei Giganti.
Eros per tutti i gusti

Ci sono alcune spintriae, ovvero tessere trionfali in ottone, con scene erotiche vividamente illustrate: un variegato kamasutra di epoca romana (le ha prestate il Gabinetto Numismatico del Castello Sforzesco di Milano). Sempre dal Castello Sforzesco è arrivato il grande piatto in maiolica dipinto da Francesco Xanto Avelli con l’“Inondazione del Tevere del 1530”, mentre il Museo di Belle Arti di Budapest (Szépművészeti Múzeum) ha prestato il disegno di Giulio Romano a penna, inchiostro e carboncino con “Due amanti” (datato 1525-1528 circa).
Quanto si stiano divertendo il Satiro e la Satiressa del bronzetto attribuito a Desiderio da Firenze (nomen omen), ve lo lascio immaginare.
Poco più avanti ecco il confronto diretto tra la copia de “La Fornarina” di Raffaello realizzata da probabilmente da Raffaellino del Colle (arrivata dalla Galleria Borghese) e il “Ritratto di cortigiana” del Nostro, concesso dal Museo Puškin di Belle Arti di Mosca.
Finale col botto
Il percorso si chiude con una girandola di fuochi artificiali. Dal Louvre ecco “Giove e Danae” di Perino del Vaga (“tempera su 54 fogli o frammenti di carta uniti con i margini sovrapposti, appoggiati su tela”).

Dal Metropolitan Museum of Art di New York è volato a Mantova – quasi fosse un tappeto volante – lo spettacolare arazzo con “La visione di Aglauro della camera matrimoniale di Erse”, dalla serie “Storie di Mercurio ed Erse” (notate che Mercurio si è tolto in fretta un sandalo alato dopo aver perso l’altro appena entrato nella sontuosa camera da letto…).
L’arazzo fu tessuto a Bruxelles in lana, seta e fili di metalli preziosi, sotto la direzione di Willem de Pannemaker attorno al 1570 su disegno attribuito a Giovanni Battista Lodi da Cremona.

Dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo i “Due amanti” di Giulio Romano, olio su tela trasferito su tavola nel 1834. Va ammirato con attenzione, dettaglio per dettaglio, senza soffermarsi troppo sulla posa ambigua della mano di lei…
E ancora “Giove e Danae” del Correggio dalla Galleria Borghese e un “Cupido dormiente” di anonimo scultore romano del Cinquecento, con due serpentelli che si attorcigliano sul suo ventre. Nella scheda del bel catalogo edito da Electa si legge a questo proposito: “la loro presenza sembra alludere alla duplice natura del sentimento amoroso, che può essere dolce e causa di piacere, ma anche velenoso e foriero di dolore”. Come ben sa ciascuno di noi.
Saul Stucchi
Didascalie:
- Produzione romana
Spintria (tessera trionfale con scena erotica), prima metà del I secolo d.C. Tessera in ottone, diam. ca. 20 mm
Milano, Castello Sforzesco, Gabinetto Numismatico e Medagliere - Manifattura di Willem de Pannemaker
La visione di Aglauro della camera nuziale di Erse, 1540 ca.
Arazzo in lana e seta, mm 4369 × 5410
New York, The Metropolitan Museum of Art, bequest of George Blumenthal
© Archivio Scala Group, Antella
© 2019. Image copyright The Metropolitan Museum of Art / Art Resource / Scala, Firenze - Giulio Romano
Due amanti, c. 1524
Olio su tavola trasferito su tela, mm 1630 × 3370
San Pietroburgo, The State Hermitage Museum
Giulio Romano. Arte e desiderio
Informazioni sulla mostraDove
Palazzo Te Viale Te 13, MantovaQuando
Dal 6 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020Orari e prezzi
Orari: lunedì 13.00 – 18.30. Da martedì a domenica 9.00 – 18.30 Chiuso: 25 dicembreBiglietti: intero 12€ ridotto 9€