La prima volta l’ho visto esposto al piccolo museo di Monemvasia (Malvasia), ma è stato proprio a Mistrà che ho comprato il bel libro di Andrea Bonetti intitolato “Things that crawl, fly and bloom at Mystras” (‘Erpoun, petoún, ki anthízoun sto Mystrá), pubblicato nel 2004 in un’edizione bilingue in greco e inglese.
Il microcosmo di Mistrà
“Cose che strisciano, volano e fioriscono a Mistrà” è più di un libro fotografico. Innanzitutto, nelle intenzioni dello stesso fotografo ticinese (nato a Lugano nel 1968 e da oltre due decenni residente in Grecia, dove lavora – tra l’altro – come fotografo ufficiale del premier Alexis Tsipras), vuole fornire ai lettori un’introduzione al mondo naturale di Mistrà e allo stesso tempo contribuire alla sua protezione attraverso la sensibilizzazione dei visitatori.
Poi è un omaggio (una lode laica, oseremmo dire) al microcosmo che vive attorno alla “Capitale perduta di Bisanzio”, per citare il titolo di un celebre testo di sir Steven Runciman, centro culturale conquistato dai Turchi nel 1460, ovvero sette anni dopo la presa di Costantinopoli.
È stata Aimilia Bakourou, direttore del V Eforato delle Antichità Bizantine, a proporre a Bonetti questo lavoro e lui è stato subito conquistato dall’idea. Per realizzare il progetto ha esplorato a lungo il sito archeologico e la sua “unique community of living creatures”, anche prima e dopo la chiusura del sito, perché le foto migliori “sono scattate quando la gente ancora dorme o si sta preparando ad andare a letto”.
“Unica” non è una concessione poetica, ma un dato di fatto: delle 80 specie botaniche endemiche della Grecia ben 27 sono endemiche proprio del monte Taigeto, come la Stachys candida (o betonica orecchie d’agnello) e la Galanthus reginae-olgae. Allo stesso modo sono endemiche alcune specie di rettili e di farfalle.
Informazioni e curiosità
Le didascalie che accompagnano le immagini sono ricche di informazioni e curiosità storiche, ma anche di farmacopea. Sapevate, per esempio, che il succo dell’euforbia cespugliosa risulta velenoso se utilizzato in grande quantità, mentre in piccole quantità veniva utilizzato come rimedio per l’edema? O che, almeno secondo il medico Dioscoride, l’Onosma frutescens provocherebbe l’aborto spontaneo?
L’economia del Despotato bizantino poteva contare non soltanto sull’esportazione dell’olio di oliva, ma anche sulla vendita del colorante vermiglio per lana, seta e pelle estratto da una pianta.
Le foto sono meravigliose e consentono di ammirare i dettagli e i colori degli esseri viventi che popolano il sito. Uccelli come i gufi e i corvi che si vedono spesso in coppia perché sono monogami, gli insetti e i rettili come il serpente “spitofido” che veniva tenuto in casa per combattere i topi. L’unico serpente velenoso che vive a Mistrà è la vipera cornuta, eppure in un affresco della chiesa di San Demetrio il serpente compare nel tradizionale ruolo di simbolo del male…
E poi ci sono il geko e l’istrice e il ragno vespa, il cui maschio nel corteggiamento deve approcciarsi con molta attenzione alla femmina – molto più grande di lui – se non vuole rischiare di venir mangiato… Abitudine che contraddistingue la mantide religiosa, la cui femmina divora il maschio durante l’accoppiamento, partendo dalla testa. Alla sua bella immagine risponde nella pagina accanto un ritratto di due simpatiche lumache, animali ermafroditi dunque “autosufficienti”, ma che fanno comunque coppia per assicurare la varietà genetica alla specie.
Questa contrapposizione di immagini è uno dei molti esempi di “variatio”. Di pagina in pagina infatti cambiano i formati delle foto e si alternano i soggetti: animali, piante, edifici, paesaggi. Alla natura risponde l’arte e viceversa: così, se sono scomparse da pochi anni le poiane, possiamo ancora vederle raffigurate nelle pitture parietali, mentre su un capitello è scolpita un’aquila, simbolo di potere ma anche di elevazione spirituale perché associato a San Giovanni Evangelista.
E attenti: l’anemone pavonina (a occhio di pavone) può essere confusa con il papavero dagli osservatori più distratti (tra cui va sicuramente annoverato chi scrive queste righe, incapace di distinguere un pino da un cipresso…), anche se fiorisce molto prima, già a febbraio.
È proprio vero: “life is like a rolling stone that never stops moving on. Nature’s path can not be halted…”. E io non vedo l’ora di tornare a Mistrà.
Saul Stucchi
Le foto sono state scattate dal giovane Giona Stucchi quest’estate a Mistrà.
- Andrea Bonetti
Things that crawl, fly and bloom at Mystras
Synolo Publications