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Voi siete qui: Biblioteca » Da Baldini + Castoldi “L’ira di Dio” di Costanza DiQuattro

23 Marzo 2024

Da Baldini + Castoldi “L’ira di Dio” di Costanza DiQuattro

A raccontare l’essenza della Sicilia ci pensa Costanza DiQuattro. I suoi romanzi, che siano ambientati alla fine dell’Ottocento o nel Seicento, non finiscono mai di incantare, perché raccontano un mondo, quello appunto della Sicilia, che molti (troppi) conoscono poco e male. Questa “estrema fedeltà” a quella terra e a all’universo di una Sicilia nobile e fiera è la base di Donnafugata, di Arrocco siciliano e de L’ira di Dio (Baldini + Castoldi, 2024) romanzo ambientato durante il terremoto a Noto.

Il modo in cui la scrittrice siciliana racconta la sua terra non ha nulla a che fare con l’immagine dei “gattopardi”. Anche ne L’ira di Dio ci sono diversi nobili che hanno poco a che fare con l’idea dei nobili annoiati e pigri, rivolti al culto degli antenati. Biasco Castelletto, pur essendo di discendenza nobile, rischia la vita negando il grano al conte di Modica per salvare la popolazione ragusana, allora sotto la Contea di Modica.

Costanza DiQuattro, L’ira di Dio, Baldini + Castoldi

L’immagine che ne viene fuori è, sì, quella di un mondo fatto di nobili indolenti e immobili, rispetto ai cambiamenti del tempo, ma anche quello fatto di giovani avventurieri che si adoperarono per la ricostruzione culturale ed economica dell’Isola. Insomma, di una società che ha la capacità e la volontà di ricostruirsi pezzo dopo pezzo, perché ha perso davvero tutto.

Il protagonista de L’ira di Dio si chiama Bernardo L’Arestia. È un sacerdote che non ha mai voluto consacrare la sua vita a Dio. Ma è stato costretto dalla madre: una donna difficile e dalla quale non riesce a staccarsi. Bernardo è diventato prete solo perché la madre ha così voluto e, ormai diventato uomo, non riesce a non innamorarsi di una giovane che un giorno bussa al convento nel quale suo fratello, di qualche anno più grande e malato da tempo, vive.

La passione che lo coglie è forte. Come la maggior parte dei personaggi maschili della DiQuattro, anche Bernardo è un uomo fragile. Incapace di agire e contrastare gli eventi, ma dalle idee ben chiare. Un personaggio che, anche se non può esimersi dai voleri della famiglia, è capace di cambiare nel tempo e scoprire ciò che lo rende umano.

L’amore, quando lo coglie, non solo gli permette di scegliere ciò che veramente vuole essere. Teresa è una giovane donna scappata da un marito violento, che non sa che cosa fare della sua vita. La passione che vivono i due amanti è sotto gli occhi di tutti. Bernardo va a vivere con la donna, in una casa come se fossero marito e moglie nella piccola canonica della chiesa del paesino di Ragusa Ibla. Agli occhi del mondo, che vede e che sa come stanno veramente le cose, loro sono solo un prete e una perpetua.

Niente lo porterà indietro: il richiamo della madre, del fratello malato o della sua guida spirituale, che vuole redimerlo, anche se sa che Bernardo non è destinato alla vita all’interno del monastero e alla sua vita di preghiere, di digiuni e di privazioni.

Teresa aspetta un figlio da Bernardo quando il romanzo inizia. Se nella prima parte della storia, la scrittrice racconta la relazione tra i due amanti, il contesto familiare dal quale proviene Bernardo, nella seconda parte c’è il terremoto di Noto, che, alla fine del Seicento, distrugge la città.

Il terremoto dell’11 gennaio 1693 è qualcosa di estemporaneo, d’imprevedibile e che distrugge le vite e i legami. Teresa e il bambino sono destinati a morire, tra le macerie. Mentre Bernardo continuerà a cercarli e sperali vive in quel cumulo di macerie che è la città.

Nel perpetrato adulterio di Bernardo il vescovo di Siracusa vedrà la causa scatenante dell’ira divina. Per placare l’ira di Dio si chiede all’intera popolazione di denunciare i propri peccati e autodenunciarsi affinché non avvengano nuove sciagure. Padre Bernardo viene, così, travolto dal dubbio e dal senso del dovere.

Tra le righe del romanzo c’è una chiara idea anche della morale cattolica, che si rivela bigotta e maschilista. A farne le spese, manco a dirlo, le donne. In un episodio del romanzo si racconta di come, durante il terremoto, per evitare che le suore di clausura fuggissero dal convento e si dessero al peccato, un vicario del vescovo le avesse chiuse a chiave, facendole così morire di stenti e di fame.

NOTA: questo libro fa parte dei primi dieci titoli presentati dagli Amici della domenica per l’edizione 2024 del Premio Strega. Il romanzo è stato proposto da Roberto Barbolini.

Claudio Cherin

Costanza DiQuattro
L’ira di Dio
Baldini + Castoldi
Collana I Lemuri
2024, 272 pagine
19 €

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