Oggi parleremo del film “La messa è finita” di Nanni Moretti (1985).
Se è vero che gli artisti in genere sanno “fiutare” l’aria che tira, e capire quello che sta per accadere, allora questa pellicola è – secondo me – l’anticipazione degli anni fine millennio e inizio del successivo.
Anticipazione degli anni Novanta
Intendo, in campo etico, prima ancora che in quello sociale. Moretti, nel 1985, intuiva quanto sarebbe accaduto con gli anni a venire. Matrimoni anche di lunga data in crisi; donne che rivendicavano il diritto di essere o non essere madri; valori come l’amicizia messi a dura prova; persino scelte religiose non sentite più come irrevocabili.
Senza considerare che stavano per piombarci sul groppone i “terribili” anni Novanta con il loro edonismo, il loro cinismo, la loro voglia di sopraffare gli altri e via dicendo.
Lo so, forse qualcuno potrebbe pensare che, invecchiando, io stia diventando moralista. Ma, di fronte a una pellicola come questa, non mi sembra siano presenti molte possibilità di speranza.
La trama è una dolorosa via crucis, nella quale il protagonista (don Giulio), vede intorno a sé disgregarsi ogni cosa, ogni valore: pur essendo un prete, non è capace di dare una risposta a nessuno, né offrire una parola di conforto. L’unica soluzione che trova è fuggire lontano.
È un film lucido, amaro e impietoso, che invita a riflettere sui rapporti umani e sulla solitudine (scelta od obbligata che sia).
“… e parlano solo di peccati sessuali, perché sanno che sono peccati veniali; ma, dei peccati veri, dei peccati contro gli altri, non parlano mai…”
“La messa è finita” rappresenta un momento importante nella produzione di Moretti. Lasciatisi alle spalle i film di esordio (da “Io sono un autarchico” a “Bianca”), comincia ad assestarsi come autore maturo, capace di unire a sceneggiature di grande qualità (in questo caso con la presenza del fido Sandro Petraglia), anche regie più attente (profondità di campo o alterazioni audio alla Buñuel).
Questa pellicola, poi, segna anche l’inizio della collaborazione con il compositore Nicola Piovani, il quale sarà autore della colonna sonora anche in altri tre film (“Palombella rossa”, “Caro diario” e “La stanza del figlio”).
Nanni Moretti
Giovanni (Nanni) Moretti nasce nel 1953 a Brunico da genitori romani, in vacanza in Alto Adige. Da sempre si considera cittadino della capitale e ha sempre abitato nel quartiere di Monteverde vecchio. Memorabili in “Caro diario” le sue passeggiate con lo scooter per i quartieri semi deserti di Roma d’estate.
Nella sua carriera, ha ottenuto molti riconoscimenti: otto “David di Donatello”, undici “Nastri d’argento”, un “Leone d’oro” a Venezia e la”Palma d’oro” a Cannes nel 2001 per “La stanza del figlio”.
“La messa è finita”, in concorso a Berlino nel 1986, ha conquistato l'”Orso d’argento”.
Qualche parola, infine, sul “personaggio” Nanni Moretti. Ho virgolettato personaggio, perché, pur essendo un autore di cinema, nell’Italia di questi ultimi decenni, si è particolarmente distinto per il suo attivismo politico.
A parte le considerazioni precedenti (su quanto i suoi lavori siano calati nella realtà contemporanea o anticipino quella futura), è necessario aggiungere che Moretti, a partire dal 2001, ha deciso di scendere nelle piazze (come uno dei promotori dei “girotondi”), per criticare i governi di centro destra, ma anche per usare parole dure nei confronti dei dirigenti del centro sinistra.
Note e curiosità
Parlando di questo film mi piace riportare una dichiarazione dello stesso regista: “In un paese di cattolici che non ama i preti, io che cattolico non sono, li trovo invece simpatici”.
Nanni Moretti è anche produttore. Fonda, nel 1987, insieme con Angelo Barbagallo (che uscirà dal sodalizio nel 2007) la casa di produzione “Sacher film”. Il nome si ispira alla Sacher Torte (uno dei suoi dolci preferiti), citata almeno in un paio dei suoi lavori. Famosa (e poi ripresa in contesti diversi) è rimasta la frase con la quale Michele Apicella (alter ego del regista) apostrofa, in “Bianca”, uno dei commensali, che diceva di non conoscere questa torta: ‘Continuiamo così, facciamoci del male!’
L S D
L’immagine è presa da Wikipedia