Il 2016 sarà l’anno di Shakespeare: ricorre infatti il 400esimo anniversario della sua morte, avvenuta a Stratford-upon-Avon il 23 aprile del 1616. In tutto il mondo ci saranno iniziative per rendere omaggio al Bardo che ha dato all’umanità capolavori come Amleto, Otello, Romeo e Giulietta e tanti altri.
Come Macbeth.
Un’ennesima versione cinematografica è appena arrivata nelle sale italiane. L’ha diretta Justin Kurzel, la cui filmografia – almeno come la riporta Wikipedia – è ridotta ad altri due film (di cui uno in uscita quest’anno) e a un episodio di un terzo lungometraggio. Pochissima roba, ma non significa nulla in sé. Se amate Shakespeare, andate a vederlo.
Nei ruoli della diabolica coppia che brama il trono di re Duncan, impersonato da David Thewlis, ci sono Michael Fassbender e Marion Cotillard, molto bravo lui, brava lei. Sia chiaro, non per altro che per la riduzione del ruolo di Lady Macbeth la cui forza motrice appare qui depotenziata, con un conseguente accrescimento di responsabilità del marito sul piano morale (cosa che allo spettatore in fondo interessa poco) e una di lui sovraesposizione sul piano narrativo (cosa che invece influisce non poco sull’economia del racconto e dunque del film).
Spettacolare la fotografia di Adam Arkapaw: da sola merita il prezzo del biglietto. La Scozia è la vera protagonista con i suoi paesaggi, le brughiere, le valli nebbiose e le alture dalle cime innevate, il mare inquieto e le foreste grigie, ideali per ambientarvi inseguimenti mortali… In diversi momenti sembrava di rivedere Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi: stessa atmosfera in bilico tra il magico, il misterioso e il funereo (quanti linguaggi sa parlare la natura!).
E poi le scene corali, come quella, memorabile, dell’incoronazione di Macbeth o quella del banchetto rovinato dalle visioni che perseguitano il sovrano assassino (non è uno spoiler: è Shakespeare!).
Mi hanno invece suscitato qualche perplessità le scene di combattimento, peraltro enfatizzate dal trailer. Va bene che nella sua monumentale Storia della decadenza e caduta dell’impero romano il Gibbon dipinge gli antichi abitanti della Scozia come dei selvaggi, annotando che i Romani
si allontanarono con disprezzo da quelle colline flagellate dalle tempeste invernali, da quei laghi nascosti da un’azzurra nebbia e da quelle lande fredde e solitarie, dove i cervi della foresta erano inseguiti da bande di barbari nudi
ma qualche rudimento di tattica devono pur averlo appreso nei secoli. E invece se le danno tra di loro come ubriachi fuori da un pub di Glasgow, con un arciere che cerca di tendere l’arco proprio davanti al nemico che incombe…
Un sacco di sangue, quello sì al suo posto (anche se un po’ sparso alla Tarantino). Ha scritto infatti Agostino Lombardo nella sua Lettura del Macbeth (Feltrinelli):
cruenta tragedia è Macbeth e le immagini del sangue vi formano fittissima trama
notando che il termine ricorre più di cento volte in quella che è la tragedia più corta di Shakespeare.
L’anno è appena iniziato ed è facile prevedere che molto altro sangue scorrerà sui palcoscenici e sugli schermi di tutto il mondo. A metà gennaio, per esempio, assisterò al teatro Young Vic di Londra proprio a una rappresentazione del Macbeth.
When shall we three meet again
In thunder, lightning, or in rain?
Saul Stucchi
Foto e trailer: Videa
MACBETH
- Regia: Justin Kurzel
- Cast: Michael Fassbender, Marion Cotillard, Sean Harris, Elizabeth Debicki, Paddy Considine, Jack Reynor, David Thewlis, David Hayman