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Voi siete qui: Teatro & Cinema » “Re Chicchinella” di Emma Dante al Piccolo Teatro Studio

18 Marzo 2024

“Re Chicchinella” di Emma Dante al Piccolo Teatro Studio

Non mi succede spesso – purtroppo! – di uscire sorpreso da una sala teatrale. Immagino che una buona parte della colpa sia mia, visto che preferisco andare sul sicuro indirizzando le mie scelte verso testi, registi e interpreti che già conosco e apprezzo. Naturalmente mi sono noti il nome e l’opera di Emma Dante, tuttavia non avevo mai visto un suo spettacolo. Così Re Chicchinella – in cartellone al Piccolo Teatro Studio di Milano fino al 28 marzo – mi ha colpito in pieno con tutto il suo carico di sorprese e invenzioni sceniche.

"Re Chicchinella" di Emma Dante. Foto di Masiar Pasquali

La prima e più evidente è la trasformazione della sala stessa: uno sorta di Studio dentro lo Studio! Che effetto mi ha fatto! E poi c’è lo spettacolo, la terza prova con cui la regista si misura con Lo cunto de li cunti, raccolta di fiabe messa insieme da Giambattista Basile, edita postuma negli anni Trenta del Seicento (il letterato era morto pochi anni prima, nel 1632). La prima tappa risale al 2017 con l’allestimento de La scortecata, seguito a quattro anni di distanza da Pupo di zucchero. La festa dei morti.

Al Piccolo è ora in scena, in prima assoluta, questa terza riscrittura dell’opera di Basile e non posso che pentirmi di essermi perso le prime due. Ma veniamo a Re Chicchinella. È la favola di un sovrano, Carlo III d’Angiò, che ha un fastidiosissimo problema.

Un malaugurato giorno, colto dal bisogno di liberarsi l’intestino, si è fermato per strada e ha defecato, pulendosi poi con una gallinella che credeva morta e invece era viva. Il pennuto l’ha presa tutt’altro che sportivamente e per vendicarsi ha preso dimora nell’intestino del re. Il quale adesso, ogni volta che spinge e si sforza, non produce altro che uova d’oro, ambitissime dai membri della sua corte.

Un momento dello spettacolo "Re Chicchinella" di Emma Dante. Foto di Masiar Pasquali

È un vero supplizio per il re (e, immaginiamo, per la povera gallina!). Che fare? Tutti i tentativi dei medici di corte di estirpare l’intrusa sono destinati al fallimento e così il sovrano decide di smettere di mangiare per non alimentare più l’ingombrante ospite. Familiari e cortigiani, però, hanno tutto l’interesse che dal regale deretano continuino a uscire preziosissime uova. E allora ecco il continuo bisticcio tra le parti.

Bravissimi tutti gli interpreti in scena e su tutti Carmine Maringola nelle penne (pardon, nei panni) di Re Chicchinella. Grande prova fisica oltre che attoriale, la sua. Attore de panza, attore de sostanza, potremmo dire scherzando. Lo attorniano oltre una decina di attori e attrici. A un certo momento ne ho contati tredici in scena e mi sono domandato se non fossero superstiziosi (lo spettacolo è recitato in napoletano e in francese). Poi mi sono risposto così: contando l’uovo che era lì lì per venire alla luce, erano in realtà quattordici! Tra di loro si muovono in una sorta di Lago delle galline che però ricorda anche il flamenco e insieme fa pensare alla danza macabra, come quella della celeberrima scena del Trionfo della Morte di Palazzo Abatellis a Palermo, città di Emma Dante.

In un’ora di spettacolo supercondensato, dal peso specifico elevatissimo, si ride parecchio, ci si sorprende e si gode, tra trovate, balletti, battute e sputacchi (la scena del tè è memorabile). Tra parentesi, se a colazione mangiate, come me, fette biscottate, be’ per un po’ sentirete la gola allappata e penserete all’infelice Re Chicchinella e alla sua oliva di Gaeta.

Alle trovate sceniche ho accennato e la bravura degli attori l’ho menzionata: mi rimane da parlare del ruolo della musica. È fondamentale in questo spettacolo, veloce e intenso. Più che colonna sonora è colonna vertebrale la forma musicale della passacaglia che la Dante ha scelto per reggere questa favola tragicomica: da Bisogna Morire di Stefano Landi (contemporaneo di Basile) alla Passacaglia di Franco Battiato (dall’album Apriti sesamo del 2012), passando per l’aria Lascia ch’io pianga mia cruda sorte, dal Rinaldo di Georg Friedrich Händel (1711).

Saul Stucchi
Foto di Masiar Pasquali

Re Chicchinella

libero adattamento da “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile
scritto e diretto da Emma Dante
elementi scenici e costumi di Emma Dante
luci Cristian Zucaro
assistente ai costumi Sabrina Vicari
con Carmine Maringola, Annamaria Palomba, Angelica Bifano, Davide Mazzella, Simone Mazzella, Stephanie Taillandier, Viola Carinci, Davide Celona, Roberto Galbo, Enrico Lodovisi, Yannick Lomboto, Samuel Salamone, Marta Zollet, Samuel Salamone, Viola Carinci, Marta Zollet, Odette Lodovisi

Informazioni sullo spettacolo

Dove

Piccolo Teatro Studio
via Rivoli 6, Milano

Quando

Dall’8 al 28 marzo 2024

Orari e prezzi

Orari: martedì, giovedì e sabato 19.30
mercoledì e venerdì 20.30 (salvo mercoledì 20 marzo ore 15 per le scuole)
domenica 16.00
lunedì riposo
Durata: 1 ora

Biglietti: intero platea 40 €; intero balconata 32 €

Maggiori informazioni

Sito web ufficiale:

www.piccoloteatro.org

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