Sono gli uomini che rendono le terre vive e care. Il titolo del bel documentario di Fredo Valla è servito per dare nome all’incontro tra l’autore e padre Cesare Falletti, priore del monastero di Pra d’Mill, che si è tenuto ieri pomeriggio in una gremita sala Rosmini presso l’Hotel Il Chiostro a Verbania per il festival LetterAltura. E di montagna Valla e Falletti hanno parlato, mettendone in risalto gli insegnamenti, a cominciare dall’elementare lezione (ma così ardua da imparare) che si deve avere l’umiltà di scendere per salire. Il motore che ci muove – ha detto il priore – è il desiderio di ascendere.
Ma per andare in alto dobbiamo avere l’umiltà di farci aiutare, riconoscere il bisogno degli altri e non accontentarci di noi stessi. La povertà è un’altra importante lezione che si può apprendere vivendo in montagna. E povertà non significa essere privi di qualcosa, ma raggiungere la consapevolezza che quello che ci serve è davvero poco e a portata di mano.

Per trovare la forza di salire sentiamo il bisogno di sapere che siamo aspettati da Qualcuno, là più in alto: è davvero importante sentirsi attesi. La ricerca di quel Qualcuno che è Dio dipana la matassa intricata della nostra vita. Da parte sua Fredo Valla, introducendo la visione del suo documentario, ne ha rievocato la genesi.
Il film simboleggia l’incontro avuto circa 16 anni fa con padre Cesare e con il suo monastero, Pra d’Mill. Non siamo più abituati all’idea di un monastero che nasce, ha detto il regista, perché siamo portati a pensare ai monasteri come a edifici del passato.
Già a quel primo incontro lui aveva pensato che ne avrebbe fatto un film, ma poi il progetto ha seguito un lunga gestazione. A Pra d’Mill si respira l’aura delle chiese romaniche e lì gli smarriti della modernità, tra i quali si pone lui stesso, possono ritrovare un senso alla loro ricerca.

Il film Sono gli uomini che rendono le terre vive e care, girato in un rigoroso bianco e nero, non cede mai al facile patetismo e le emozioni che suscita sono intense, ma evocate con uno stile sobrio. Le immagini sono come le parole dei montanari: mai eccessive né fuori luogo. Bisognerebbe far tesoro di queste lezioni per metterle in pratica nella babele delle nostre tangenziali…
Saul Stucchi