“Il mattino seguente (4 novembre) notai, arrivando, un insolito silenzio, i lavori erano fermi: doveva essere accaduto qualcosa di straordinario. Fui salutato subito con l’annuncio che, sotto la prima baracca demolita, si era trovato un gradino tagliato nella roccia. Sembrava troppo bello per essere vero, ma bastò ripulire ancora un poco per scoprire che eravamo realmente in presenza di una ripida rampa incassata […].
Era ormai chiaro, di là da ogni dubbio, che ci trovavamo di fronte all’ingresso di una tomba, ma, dopo le delusioni precedenti, permanevano ancora molte perplessità. Restava pur sempre la tremenda possibilità che la tomba, come già ci era capitato nella valle di Tutmosi III, non fosse mai stata ultimata né utilizzata; e, anche se finita, poteva comunque aver subito un completo saccheggio nell’antichità. D’altra parte si poteva ancora sperare di aver trovato una tomba intatta o solo in parte spogliata dei suoi tesori, perciò con malcelata eccitazione ispezionavo minuziosamente i gradini della scala, man mano che venivano alla luce. […]
Ora il lavoro di scavo avanzava più rapidamente; i gradini venivano alla luce uno dopo l’altro e alla fine, giunti al dodicesimo, apparve rivolta a ponente la parte superiore di una porta ermeticamente chiusa, intonacata e sigillata.
Una porta sigillata: dunque era vero! I nostri anni di paziente fatica erano stati dopo tutto ricompensati, e il mio primo impulso fu quello di congratularmi con me stesso, perché la mia fiducia nella Valle non era poi così ingiustificata”.
Il 4 novembre del 1922 (esattamente novanta anni fa) Howard Carter scopriva nella Valle dei Re dell’antica Tebe la tomba intatta di Tutankhamon, faraone della XVIII dinastia, morto diciottenne nel 1323 avanti Cristo. L’egittologo inglese rievocò quella che rimane una delle scoperte archeologiche più clamorose e spettacolari di sempre in un’opera che originariamente uscì in tre volumi, editi rispettivamente nel 1923, 1927 e 1933.
I brani riportati più sopra sono citati dal libro di Carter Tutankhamen, edito da Garzanti nella collana Il corso della storia con la traduzione di Maurizio Vitta (prima edizione 1980, seconda 1981).
L’immagine della tomba di Tuntankhamon è presa da Wikipedia.