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Voi siete qui: Teatro & Cinema » Ne “La Bottega del Caffè” Venezia è un bar di paese

17 Giugno 2015

Ne “La Bottega del Caffè” Venezia è un bar di paese

Perfino l’aristocratica Venezia, Serenissima signora dei mari, si riduce a teatrino quando la lente del drammaturgo restringe il campo, anzi il campiello. La scenografia, davvero splendida, disegnata (insieme ai costumi) da Lorenzo Cutùli per La Bottega del Caffè di Goldoni nell’allestimento di Maurizio Scaparro – in scena al Piccolo Teatro Grassi di Milano fino al prossimo 21 giugno – mostra un piccolo scorcio della città lagunare, in cui il mare è richiamato soltanto dalle briccole sistemate sul palcoscenico, alla destra dello spettatore. Ma quel piccolo scorcio, a ben vedere, è un intero microcosmo, un campione di umanità la cui attenta analisi potrebbe da sola illustrare i comportamenti degli umani sparsi per tutto il resto del globo.
LaBottegadelCaffe_1_fotoFilippoManziniQuella descritta da Goldoni è una società aperta, in fase di veloce cambiamento. Anche i facchini bevono il caffè e se un tempo era l’acquavite ad andare di moda, oggi lo è la nera bevanda. La bottega di Ridolfo appare ai nostri occhi come un bar di paese e nei suoi avventori riconosciamo gli intramontabili tipi che frequentano i locali italiani. I discorsi, mutata mutandis, sono sempre quelli: in cima ai quali, ovviamente, ci sono le donne. Anche le abitudini le riconosciamo al volo: “quando si apre una bottega nuova, si fa il caffè perfetto. Dopo sei mesi al più, acqua calda e brodo lungo”, ammette il garzone Trappola. Motore dell’azione, in negativo, è don Marzio che non riesce a tenere per sé le confidenze di cui viene fatto partecipe, nonostante si difenda invano da chi gli chiede informazioni dicendo “Son galantuomo, non vi voglio dir nulla”.

Gli si contrappone Ridolfo che ha a cuore la sorte del giovane Eugenio, figlio del suo antico benefattore. Eugenio è uno scapestrato che trascorre il tempo a perdere al gioco nella bisca accanto alla bottega del caffè. Non dovrebbe tornarci, ma la tentazione è più forte di lui (come vedete, le slot machine contemporanee hanno salde radici nel passato). Chiede soldi in prestito e perde pure quelli, per la disperazione di Ridolfo che deve correre ai ripari. Costui nella scena in cui detta al giovane l’ordine di fornitura dei panni si tiene il panciotto con entrambe le mani e manca solo che dica “Punto, due punti!” per essere la perfetta imitazione di Totò nella celeberrima scena della composizione della lettera (Totò, Peppino e la malafemmena).
LaBottegadelCaffe_2_fotoFilippoManziniE poi c’è l’amore. Quello coniugale, messo a dura prova dagli appetiti maschili e quello estemporaneo, a cui però non si riesce a dare soddisfazione, anche se a Venezia è tempo di Carnevale. Ad attrarre le voglie di tutti c’è la ballerina Lisaura, fatta oggetto di battute salaci e doppi sensi, con continue e pressanti richieste di aprire la porta di casa per poterle fare compagnia, a cui lei risponde (chissà quanto ingenuamente) che non è solita aprire con facilità… E poi arriva una pellegrina del Piemonte che insieme alla moglie di Eugenio contribuisce ad aggrovigliare non poco il filo della vicenda.

Gli attori sono parsi ben calati nella parte, soprattutto il trio dei protagonisti (Pino Micol nei panni di don Marzio, Vittorio Viviani in quelli di Ridolfo e Manuele Morgese come Eugenio), anche se si è notato qualche inciampo; l’italiano utilizzato da Goldoni in questa commedia, del resto, è pieno di trappole come “giuoco” e “bevere”.
Buon caffè!

PS: anche lo scambio di battute tra Eugenio e la pellegrina Placida parla di oggi.
– “Dunque per qual causa si gira il mondo?”
– “Per bisogno”.
– “Bisogno, di che?”
– “Di tutto”.
Saul Stucchi
Foto di Filippo Manzini

Dal 16 al 21 giugno 2015

LA BOTTEGA DEL CAFFÈ
di Carlo Goldoni
regia di Maurizio Scaparro
con Pino Micol e Vittorio Viviani, Manuele Morgese, Ruben Rigillo, Carla Ferraro, Maria Angela Robustelli, Ezio Budini, Giulia Rupi, Alessandro Scaretti
musiche di Nicola Piovani
scene e costumi di Lorenzo Cutùli
luci di Maurizio Fabretti

Orari: martedì, giovedì e sabato 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.00
Durata: 135 minuti con un intervallo
Biglietti: platea 33 €, balconata 26 €

Piccolo Teatro Grassi
Via Rovello 2
Milano

Informazioni e prenotazioni:
Tel. 848800304
www.piccoloteatro.org

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