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Voi siete qui: Fotografia » Al MAST di Bologna “Pendulum. Merci e persone in movimento”

29 Ottobre 2018 Scritto da Saul Stucchi

Al MAST di Bologna “Pendulum. Merci e persone in movimento”

Annica Karlsson Rixon, Camionisti (bianchi) / Truckers (white), 1994-1999Fino al 13 gennaio 2019 si potrà visitare al MAST di Bologna la mostra “Pendulum. Merci e persone in movimento”. Curata da Urs Stahel, squaderna oltre 250 fotografie selezionate dalla collezione della stessa Fondazione, realizzate da una sessantina di autori tra i quali Robert Doisneau, David Goldblatt e Mario De Biasi.

Uomini e merci

A fare da filo rosso è il tema del movimento che unisce (o contrappone) uomini e prodotti. Lo ha illustrato alla presentazione stampa il curatore sottolineando quanto tutti noi siamo ormai parte – prigionieri – di una Non Stop Society in cui le merci sono in perenne movimento, mentre le persone si muovono con maggiori limitazioni.

Mario Finocchiaro, Milano, Darsena (c. 1958)Quello del pendolo è un forte simbolo del tempo che passa, ma anche del cambiamento di opinioni e del pendolarismo dei lavoratori. Così in mostra il visitatore può spostarsi lateralmente su ogni piano in cui è allestita l’esposizione nella Galleria, ma anche avanti e indietro lungo il percorso, proprio come un pendolo.

Si comincia dagli scatti glamour di Doisneau realizzati per le campagne pubblicitarie della Renault, come quello che ritrae l’aviatrice Hélène Boucher al volante di una Vivasport a 6 cilindri (1934). Negli anni Trenta l’automobile era già considerata come parte fondamentale di una famiglia borghese.

Non è dunque strano che sia uno dei soggetti più ricorrenti nella mostra. Vediamo i telai del celebre Maggiolino in uno scatto di Peter Keetman dalla serie “Una settimana alle officine Volkswagen” (1960), un’Alfa Romeo Pirelli immortalata da Ugo Mulas, un intero catalogo di auto americane del 1963 ritratte da Luciano Rigolini…

Un secolo e mezzo di spostamenti

Ma prima di quello dell’automobile c’è stato il regno del treno. La costruzione di una capillare rete ferroviaria è stata fondamentale per la distribuzione delle merci su scala mondiale. Una stampa all’albume di William Henry Jackson mostra un treno a vapore che transita sotto un antico acquedotto a Querétaro, in Messico. Correva l’anno 1886, lo stesso durante il quale Karl Benz costruì il primo veicolo con motore a scoppio, mentre a Milano veniva fondata la Breda e a Cuba si aboliva la schiavitù…

David Goldblatt, I passeggeri di KwaNdebele / The Transported of KwaNdebele, 1983-1984Ne sono cambiate di cose da allora! O no? Qualche dubbio lo suscitano le immagini di un reportage sul caporalato in cui risalta il contrasto tra luce fredda delle notti in attesa di una chiamata e quella calda del lavoro nelle piantagioni per la raccolta delle arance…

Altri sono i “pendoli” che si muovono all’interno del percorso espositivo. Il visitatore, infatti, passa da foto di autori anonimi a scatti di fotografi famosi, da immagini in piccolo formato a gigantografie, da opere a colori a opere in bianco e nero, da scatti che immortalano persone a scatti che si concentrano su merci (e in queste ultime, spesso, emerge il feticismo per il prodotto che caratterizza la società capitalistica contemporanea).

L’arte – almeno quella espressa dalle foto selezionate per la mostra – riflette sulla realtà, occupando il vuoto lasciato dalla politica, persa dietro alla sirena della narrazione o storytelling che dir si voglia.

Mimmo Jodice, Napoli, Manifestazione a Piazza Garibaldi (1967)Che differenza (ma anche: c’è differenza?) tra i passeggeri di KwaNdebele ritratti nel 1983-84 da David Goldblatt e i pendolari londinesi “catturati” da Jacqueline Hassink tra il 2010 e il 2017, concentrati ciascuno sullo schermo del proprio smartphone! E tra la Darsena milanese di Mario Finocchiaro (1958 circa) e i container di Sonja Braas dalla serie “Un eccesso di prudenza” (2015).

E poi ci sono i nostri connazionali migranti fotografati da Mimmo Jodice, i camionisti di truck bianchi di Annica Karlsson Rixon (ben 736 stampe digitali a colori montate su d-bond in 36 file da 20), i fili del telegrafo di Tina Modotti, i frammenti di pavimentazione di un’area industriale dismessa a Barcellona, demolita per cacciare le famiglie di zingari che vi si erano accampate, tema di un lavoro di Xavier Ribas… Il testo a corredo delle immagini recita:

Questo metodo di dissuasione dimostra il valore economico della violenza e della distruzione per il controllo dello spazio. Il suolo divelto, le crepe e i frammenti di lastre di cemento conficcate a terra come brandelli di antiche stele maya testimoniano ancora oggi questo trasferimento.

Saul Stucchi

Didascalie:

  • Annica Karlsson Rixon
    Camionisti (bianchi), 1994-1999
    736 stampe digitali a colori montate su d-bond 8,5 x 12,5 cm ciascuna
    © Annica Karlsson Rixon
  • Mario Finocchiaro
    Milano, Darsena, c. 1958
    Stampa ai sali d’argento, 42 x 53 cm
    © Mario Finocchiaro
  • David Goldblatt
    I passeggeri di KwaNdebele, 1983-1984
    Stampa ai sali d’argento, 32,5 x 44, 6 cm
    © The David Goldblatt Legacy Trust, Courtesy Goodman Gallery, Johannesburg and Cape Town
  • Mimmo Jodice
    Napoli, Manifestazione a Piazza Garibaldi, 1967
    Stampa ai sali d’argento, 19,3 x 29 cm
    © Mimmo Jodice

Pendulum. Merci e persone in movimento
Immagini dalla collezione di Fondazione MAST

Dal 4 ottobre 2018 al 13 gennaio 2019

Orari: da martedì a domenica 10.00 – 19.00
Ingresso gratuito

MAST
Via Speranza 42
Bologna

Informazioni:

www.mast.org


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