Rimane tempo fino al 22 dicembre per visitare la mostra “Jan Fabre. I Castelli nell’Ora Blu” allestita in due sedi a Milano, rispettivamente alla Galleria Building di via Monte di Pietà e nella Basilica di Sant’Eustorgio.
Non è un bel momento per l’eclettico artista belga. Proprio in questi giorni a Girona, in Spagna, è stata inscenata una protesta in occasione della rappresentazione di un suo spettacolo di danza. Ma è solo l’ultima polemica in termini di tempo.
Qui però non ci interessa parlare di queste manifestazioni né tantomeno del comportamento dell’artista: non ne abbiamo né la competenza né la voglia. Preferiamo soffermarci sulla sua attività artistica. Comunque la pensiate su Jan Fabre, vi consigliamo di vedere la doppia mostra, la prima personale ospitata a Milano.
È curata da Melania Rossi e presenta una cinquantina di opere di vari formati, da quelle più piccole da 10,5 x 15 cm a penna sfera BIC su fotografia all’enorme lavoro intitolato “Un Castello nel Cielo per René”, di quasi sette metri di larghezza per 1,7 m di altezza, dove il René a cui è rivolto l’omaggio è il connazionale Magritte (l’enorme masso sospeso nel vuoto ricorda immediatamente quelli del pittore surrealista). Quest’ultima opera campeggia nella navata sinistra della chiesa di Sant’Eustorgio.
Nell’attigua Cappella Portinari è invece esposta “Canoa” del 1991, in vetro di Murano, ossa umane (!) e animali, inchiostro Bic e polimeri, da contemplare con lo sfondo della splendida Arca di San Pietro Martire della prima metà del XIV secolo, in marmo di Carrara.
La cornice sacra accentua il valore simbolico dell’opera artistica. Al di là dei riferimenti all’iconografia cristiana, a me personalmente ha ricordato la folgorante composizione poetica di Luciano Erba intitolata “Piroga”:
Si passano le stagioni
a scavare il tronco di un albero
per preparare la piroga
su cui c’imbarcheremo in autunno.
Alla Galleria Building, invece, i lavori di Fabre sono squadernati su quattro livelli, dal piano terra fino al terzo. Il percorso prende avvio da tre opere del 2018: “Saggio persiano che guarda a sinistra” (con al collo una pelliccia di volpe), “Saggio persiano che guarda di fronte” (con visone) e “Saggio persiano che guarda a destra” (con volpe argentata).
E poi è un viaggio tra castelli, tra cui quelli di Monopoli e di Wolfskerke, “reinterpretati” con l’inchiostro blu della comune biro, perfetto strumento per evocare l’Ora Blu teorizzata da un altro Fabre, l’entomologo Jean-Henri (1823-1915): il momento magico di passaggio dal giorno alla notte, quando gli animali diurni cedono il passo a quelli notturni, in un’atmosfera di raccolto silenzio. Proprio quello che serve per gustare le opere in mostra.
“Il cinguettio degli uccelli annuncia il giorno. La notte è passata. Ma nell’Ora Blu trovo un luogo adatto per isolarmi dal mondo e dare potere al mio tempo interiore”. (Jan Fabre, Anversa, 16 maggio 1987)
Saul Stucchi
Didascalie:
- Una vista della mostra di Jan Fabre alla Galleria Building
Foto di Attilio Maranzano, Curtesy Building - Jan Fabre
“Un Castello nel Cielo per René”
Allestimento nella Basilica di Sant’Eustorgio
Foto di Attilio Maranzano, Curtesy Building - Una vista della mostra di Jan Fabre alla Galleria Building
Foto di Attilio Maranzano, Curtesy Building
Jan Fabre
I Castelli nell’Ora Blu
a cura di Melania Rossi
Dal 22 settembre al 22 dicembre 2018
- BUILDING
Via Monte di Pietà 23
Milano - Basilica di Sant’Eustorgio e Cappella Portinari
P.zza Sant’Eustorgio 1
Milano
Lunedì – domenica 10:00 – 18:00