Avete fatto la lista dei buoni propositi per il 2016? Aggiungetevi, se manca, la visita alla mostra Giotto, l’Italia. Ma fate presto perché l’esposizione al Palazzo Reale di Milano chiuderà i battenti il 10 gennaio!
Concentrato in appena cinque sale con due appendici didattiche, il percorso segue un andamento cronologico e assomiglia tanto a un antro buio in cui brillano casse ricolme d’oro. L’ha disegnato l’architetto Mario Bellini, lo stesso che ha progettato il Dipartimento di Arte Islamica del Louvre (tanto per citare solo una delle sue creazioni, la mia preferita).
L’oscurità dell’allestimento mette in risalto il fondo oro delle tavole del Maestro fiorentino. Ad accogliere il visitatore c’è la Madonna con il Bambino di Borgo San Lorenzo. È quasi un’icona, ma si discosta con forza dalla tradizione bizantina per lo sguardo della Madre indirizzato verso lo spettatore che è un invito alla partecipazione e per il gesto tenero del Bambino.
[codice-adsense-float]Accanto è esposta la Madonna in trono, dalla chiesa fiorentina di San Giorgio alla Costa, realizzata attorno al 1288 quando il pittore aveva circa 20 anni. L’audio-guida invita a notarne la solida volumetria, la spazialità prospettica, l’umana partecipazione alle azioni che vi sono raffigurate, ma al profano – come chi scrive – risulta difficile credere che le due Madonne siano opera della stessa mano.
Più in là si ammira poi il Polittico di Badia, sempre a Firenze, dietro il quale s’intravedono i lacerti degli affreschi della Cappella Maggiore. Commovente il gesto di spavento di Maria all’annuncio di Gabriele: osiamo dire che si tratti di una citazione di motivi cari alla scultura romana, ripetuti in particolare sui sarcofagi del II e III secolo d.C. È il caso di ricordare che la Badia era un edificio civico con un importantissimo ruolo nella vita della città. L’assegnazione a Giotto di queste opere rivela dunque che all’epoca (1310 circa) egli era ben inserito nelle alte sfere di Firenze.
Del Polittico di Santa Reparata personalmente preferisco il lato B (absit iniuria verbis), al cui centro compare la scena dell’Annunciazione (anche qui notiamo il gesto di Maria che si ritrae), mentre sulla tavola di Maria Maddalena qualcuno ha inciso un enigmatico personaggio…
Il capolavoro dei capolavori selezionati per la mostra è senza dubbio il Polittico Stefaneschi, uscito per la prima volta dai Musei Vaticani. Opera del secondo decennio del Trecento, dal programma iconografico fedele alle tradizioni della chiesa romana, ha figure grandi nella parte frontale perché i destinatari erano i fedeli, mentre la parte posteriore presenta figure più piccole perché poteva essere vista soltanto dai membri del clero.
Teniamo presente che Giotto gestiva più cantieri allo stesso tempo, per esempio la basilica di San Pietro a Roma e quella di Assisi. Per sé teneva la regia e delegava ai collaboratori della bottega. Era un vero e proprio imprenditore di successo con una rete sovraregionale di conoscenze e committenze.
Nel pannello centrale del recto c’è il cardinale Stefaneschi che presenta a San Pietro il polittico stesso: un abilissimo gioco del Maestro. Nel comparto sinistro del verso è raffigurata la crocifissione a testa in giù di San Pietro: gli strani monumenti alle sue spalle sono rispettivamente il Terebinthus Neronis e la Meta Romuli. Ancor più bello è lo scomparto destro, con il martirio di San Paolo. La scena di Plautilla che tenta di afferrare al volo il velo lanciatole da Paolo è probabilmente la più delicata ed emozionante dell’intero percorso espositivo. Poco più sotto i cavalli storcono il muso per non guardare l’esecuzione del Santo, dimostrandosi in questo più umani dei soldati.
Una prima sala didattica accoglie alle pareti le riproduzioni in miniatura delle opere, con lunghe didascalie che ne raccontano genesi e motivi iconografici. Un pannello, per esempio, ripercorre la storia della cattedrale fiorentina: l’antica Santa Reparata convisse per un certo periodo con la nuova Santa Maria del Fiore. Non sappiamo se il Polittico omonimo sia stato realizzato per la prima o per la seconda e non aiuta a scoprirlo l’iconografia, ambigua secondo la critica. Si adatta infatti a entrambe le destinazioni perché vi compaiono Santa Reparata con altri santi legati alla tradizione del duomo fiorentino, ma la posizione preminente è occupata dall’Annunciazione, scena simbolo della nuova dedicazione a Santa Maria del Fiore, dove il Fiore è naturalmente il Figlio di Dio.
Nella seconda sala didattica le opere sono invece raccolte in base a “filtri”, ovvero per temi, come quello delle emozioni e degli affetti. Le immagini selezionate mettono in evidenza gli stati d’animo dei personaggi: dolore, gioia, speranza, amore materno e amore coniugale, crudeltà e invidia… Quelli dipinti da Giotto sono personaggi austeri che spesso rivelano nei gesti una profonda umanità.
Lo stesso vale per la “natura”. I suoi non sono mai paesaggi di genere, la natura al contrario partecipa ai sentimenti degli umani. Giotto mostra un’acutissima osservazione del mondo naturale ed è il primo pittore medievale a interessarsi dei fenomeni celesti: nell’Adorazione dei Magi nella Cappella degli Scrovegni compare la Cometa di Halley! Da parte sua il visitatore potrebbe ritagliarsi un percorso interno su misura, alla ricerca dei gesti del Bambino verso la Madre o delle figure dei Santi.
Eccoci arrivati al Polittico Baroncelli, esposto per la prima volta con la cimasa conservata al San Diego Museum of Art, tagliata per far posto alla cornice rinascimentale. Questo polittico è l’unica opera rimasta al suo posto per quasi settecento anni, ovvero da quando venne realizzata attorno al 1330, da un Giotto ormai in età avanzata. La cimasa rivela gli interessi scientifici del Maestro nei vetri che gli angeli adoperano per ripararsi dalla vista abbacinante dell’Altissimo.
Chiude il percorso il Polittico di Bologna (1332-1334), una delle tre opere firmate dall’artista che ottenne la qualifica di magister, ovvero architetto, soltanto dopo l’alluvione che colpì Firenze nel 1333. Tuttavia a Napoli alcuni documenti lo nominano come magister già qualche anno prima, dunque questo titolo non è una prova sicura per la datazione.
Ma noi lasciamo la parola a Marcel Proust in vista alla Cappella degli Scrovegni:
Dopo aver attraversato in pieno sole il giardino dell’Arena, entrai nella cappella di Giotto, dove l’intera volta e il fondo degli affreschi sono così azzurri che la giornata radiosa sembra aver varcato anch’essa la soglia assieme al visitatore per mettere all’ombra e al fresco, per un istante, il suo cielo puro.
Saul Stucchi
Didascalie:
- Polittico di Santa Reparata, 1310 ca (?)
tempera e oro su tavola
dalla Cattedrale di Santa Maria del Fiore (Firenze)
Firenze, Opera di Santa Maria del Fiore
Opera di Santa Maria del Fiore; Arcidiocesi di Firenze; Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze/Nicolò Orsi Battaglini
Verso. Scomparto centrale:Annunciazione; elementi laterali , da sinistra: i santi Reparata, Giovanni Battista, Maria Maddalena e Nicola di Bari - Polittico Stefaneschi, secondo decennio del Trecento
tempera e oro su tavola
dalla basilica di San Pietro (Città del Vaticano)
Città del Vaticano, Musei Vaticani
Su gentile concessione del Servizio Fotografico dei Musei Vaticani, © Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.
Verso. Scomparto centrale: Cristo in trono, angeli e il cardinale Stefaneschi
pannelli laterali: crocifissione di san Pietro e decapitazione di san Paolo
predella: la Vergine col Bambino in trono fra gli angeli incensieri e i dodici apostoli - Polittico Baroncelli, 1330 ca.
tempera e oro su tavola
dalla basilica di Santa Croce, cappella Baroncelli (Firenze)
Fondo Edifici di Culto – Ministero dell’Interno
Su concessione della basilica di Santa Croce, Firenze/ Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno/Mondadori Portfolio/Domenico Ventura/Roma.
Scomparto centrale: Incoronazione della Vergine
elementi laterali: santi e angeli musicanti
predella: Cristo al centro con santi. Ai lati: da sinistra un santo vescovo, san Giovanni Battista, san Francesco e sant’Onofrio.
GIOTTO, L’ITALIA
Fino al 10 gennaio 2016
Palazzo Reale
Milano
Orari:
- lunedì 14.30-19.30
- martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30
- giovedì e sabato 9.30-22.30
Biglietti: intero 12 €, ridotto 10 €
Informazioni:www.mostragiottoitalia.it