La mostra “Gauguin Matisse Chagall. La Passione nell’arte francese dai Musei Vaticani” ha aperto i battenti al Museo Diocesano di Milano lo scorso 21 febbraio. Il periodo di apertura era previsto fino al 17 maggio, ma l’emergenza Coronavirus ha rivoluzionato tutti i piani e il museo milanese è al momento ancora chiuso, in attesa di nuove disposizioni.
Sarebbe un peccato se non fosse possibile prorogarla, perché le opere selezionate dalle curatrici Micol Forti, responsabile della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, e Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano milanese, sono molto belle.

All’anteprima stampa, lo scorso febbraio, era presente anche la direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta. In quell’occasione è stata ricordata la collaborazione del Museo Diocesano con i Musei Vaticani, iniziata due anni fa con la mostra “Gaetano Previati 1852-1920. La Passione” e si è sottolineato il ruolo di Paolo VI.
Chicchi preziosi
Fu Montini a creare la Collezione d’Arte Religiosa Moderna, la cui coordinazione era affidata a monsignor Pasquale Macchi. Le tappe della Collezione sono riassunte in un pannello didattico del percorso espositivo. Inaugurata nel 1973, oggi la raccolta conta circa 8600 opere.
Naturalmente in mostra c’è soltanto qualche prezioso chicco di quell’immenso granaio: una ventina di opere che in una sorta di cannocchiale prospettico rievocano la vita di Cristo dall’Annunciazione alla Crocifissione fino alla Resurrezione.
Tra le opere più significative va annoverato senza dubbio l’“Ecce Homo”, dipinto a olio su compensato da Georges Rouault nel 1952 (particolare la cornice, anch’essa dipinta). E poi le xilografie a colori “L’Annonce fatte à Marie” del pittore simbolista Maurice Denis, l’olio su cartone con la “Résurrection” di Émile Bernard che rielabora un disegno di Michelangelo e “La Sainte Face” di George Desvallières.

Ma sono soprattutto le opere dei sommi a lasciare il segno, nello sguardo e nella memoria. Citiamo almeno l’olio su tela “Crucifixion, d’aprés Prud’hon”, realizzato da Matisse nei suoi primi anni a Parigi, quando frequentava il Museo del Louvre per copiare opere dei maestri con il duplice scopo di imparare e di fare qualche soldo vendendo riproduzioni di capolavori. In questo caso Matisse “reinterpreta” Prud’hon con lo stile di Géricault.
Paul Gauguin in “Matteo 5-8” (del 1889 circa) rende su legno di rovere policromo il “Discorso della montagna” come se fosse una processione bretone.
Al centro la Croce
Al centro del percorso espositivo il visitatore si trova in un incrocio di croci (absit iniuria verbis). Avendo alle spalle la parete destra della sala, vede di fronte a sé “Le Christ et le peintre”, “Crucifixion grise” e “Pietà rouge” di Chagall. A destra ha il crocifisso per altare in bronzo di Matisse (ne esistono sei esemplari autografi, di cui uno è nella Cappella del Rosario di Vence per cui fu realizzato). E più in fondo il “Christ en croix” di Jean Fautrier che occupa con la sua figura la quasi totalità dello spazio compositivo.
![Auguste Rodin, Main de Dieu, 1896 [1968], bronzo (fusione Georges Rudier), Paris 1968; © Governatorato SCV Direzione dei Musei](https://www.alibionline.it/wp-content/uploads/2020/05/Rodin-Man-Dieu.jpg)
Più avanti si rimane “trattenuti” dalla “Main de Dieu” il cui bozzetto fu realizzato da Rodin nel 1896. La fusione del bronzo fu compiuta oltre settant’anni dopo, nel 1968, da Georges Rudier. Recita la didascalia in mostra:
Si tratta di una versione in bronzo del celebre gruppo concepito da Rodin nel 1896, il cui gesso originale si trova a San Francisco (Spreckels Collection). È un assemblaggio della mano destra di Pierre de Wissant, uno dei Bougeois de Calais, con un piccolo gruppo costituito da Adamo ed Eva abbracciati, evocazione del momento della creazione. Il tema, intatti, è quello dell’atto del plasmare, e dunque del creare, con un parallelismo tra la modellazione della vita, da parte di Dio, e dell’opera, da parte dell’artista. Innovativa è la concezione del “frammento” da parte di Rodin che ripensa la scultura moderna legata a una nuova idea del corpo che trova espressione compiuta in ogni parte di esso non solo nel volto”.
Nel piccolo catalogo a corredo della mostra c’è, tra gli altri, un testo del cardinale Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. È intitolato “Il volto evangelico del Crocifisso”. Partendo da un brano della poesia “Cristo in croce” di Borges, Ravasi fa una veloce panoramica sulle fonti letterarie e sulla tradizione iconografica della Passione di Cristo, senza tralasciare naturalmente “Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce” di Joseph Haydin, composizione a lui tanto cara.
Come tanto cara gli è la figura di padre David Maria Turoldo, con i cui versi chiude il suo intervento:
No, credere a Pasqua non è
giusta fede:
troppo bello sei a Pasqua!
Fede vera
è al venerdì santo
quando Tu non c’eri
lassù!
Saul Stucchi
Didascalie:
- Marc Chagall
Le Christ et le peintre (1951)
Gouache e pastelli su carta applicata su cartoncino
© Governatorato SCV Direzione dei Musei - Paul Gauguin
Matteo 5-8 (1889 ca.)
Legno di rovere policromo
© Governatorato SCV Direzione dei Musei - Auguste Rodin
Main de Dieu (1896)
Bronzo (fusione Georges Rudier), Parigi 1968
© Governatorato SCV Direzione dei Musei
Gauguin Matisse Chagall
La Passione nell’arte francese dai Musei Vaticani
Informazioni sulla mostra
Dove
Museo DiocesanoPiazza S. Eustorgio 3, Milano
Quando
Dal 21 febbraio al 17 maggio 2020Orari e prezzi
Orari: da martedì a domenica 10.00 – 18.00Biglietti: intero 8 €; ridotto 6 €