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Voi siete qui: Europa » Il mercato del formaggio di Edam in Olanda

8 Novembre 2018 Scritto da Marco Grassano

Il mercato del formaggio di Edam in Olanda

Ottava parte del reportage di Marco Grassano sull’Olanda.

Ci accomodiamo nel tinello-cucina, anch’esso dal pavimento in legno grigio levigato. Un’ampia porta-finestra bianca dà sulla veranda e sul cortile posteriore. Bianche le pareti, la credenza vintage e le sedie imbottite. Ripiano del tavolo marrone, con venature a vista in leggero rilievo.

Verso il davanti della casa, il salotto, anch’esso interamente bianco, in cui il proprietario sta spaparanzato a guardare la TV. La moglie ci serve il caffè caldo, nel quale versiamo il latte, pure caldo, da un bricco. Trascuriamo salumi e formaggi, per noi immangiabili a quest’ora, e ci concentriamo su yogurt, pane, marmellata, miele, fiocchi di cereali e frutta.

Alla fine paghiamo il soggiorno col bancomat, utilizzando l’apparecchiatura senza fili che l’uomo ci porge, saliamo a prelevare gli zaini, salutiamo i coniugi e ci dirigiamo alla fermata dell’autobus per la direzione opposta, nella via in cui siamo scesi ieri. Provo nuovamente la sensazione di essere vicino alla casa dei miei nonni. Riprendiamo l’11 fino alla Stazione e quindi il 314 fino a Edam, rifacendo all’inverso il percorso.

Canali a Edam in OlandaCi accertiamo che le nostre biciclette siano ancora al loro posto. Mentre ci incamminiamo lungo il marciapiede del parcheggio, ecco passare accanto a noi, fra le altre contemporanee, un’automobile del tipo di quella di Stanlio e Ollio, ma con la carrozzeria di un vivace giallo. Alla guida, un uomo di una certa età, coi capelli residui tinti di castano e un abito a quadretti secondo la moda degli Anni Trenta.

Mi ricordo della vettura giocattolo di latta, dal cofano rosso, che avevo da bambino: se opportunamente caricata ruotando la piccola manovella sul davanti, si muoveva facendo uscire dal radiatore un fumo dell’olezzo meccanico pungente ma non sgradevole.

Superiamo un ponte levatoio grigio scuro, posto a cavallo di un canale chiazzato di verdi ninfee. A uno dei tavolini esterni del Café Haf Van Holland, una matura cliente vestita di bianco sorseggia flemmatica il suo tè – scena alla Katherine Mansfield.

Prendiamo a destra, per infilarci nel borgo. Case di mattoni a vista, basse, con ampie finestre. Un ponte levatoio bianco, il Pompluisbrug; a monte e a valle di esso, una serie di chiuse sbarrano lo stretto canale. Proseguiamo lungo la Lingerzijde, fra case dall’aspetto analogo alle precedenti, con le pareti inchiavardate fra loro a contrastare l’instabilità del terreno, come nelle nostre costruzioni di pietra sull’Appennino.

Pavimentazione delle vie in sampietrini rettangolari, disposti a lisca di pesce. In fondo alla via dobbiamo svoltare a sinistra. La sensazione che riceviamo dall’abitato è quella di trovarci “tra la Via Emilia e il West”, come nella “piccola città vetrate viola” di cui canta Guccini.

La torre che troviamo poco oltre, con una duplice corona di piccole campane poste all’esterno e sorretta da una tozza base nella quale si aprono alte vetrate, è denominata, in una targa, Het carillon van de Speeltoren. Su due dei lati, un giardino simile al cortile di una scuola. La aggiriamo parzialmente.

Negozi di fiori e di abbigliamento. All’angolo in fondo, di fianco a un canale che esce a tagliarci la strada e indurci a svoltare a sinistra, un negozio di formaggi con le vetrine invase da forme a ruota.

Il mercato del formaggio di Edam in OlandaUna minuscola gelateria. Un bar. Il Mei Ling Sieraden Resting, che non so cosa sia, a parte la cinesità del nome. Un negozio di frutta, verdura, alimentari e casalinghi, dal quale iniziano le bancarelle del celebre Mercato del Formaggio, imperniato sulla piazza immediatamente successiva.

Qui personaggi vestiti come gondolieri veneziani (cappelli di paglia a falda tonda, con la scritta Kaasmarkt Edam; bluse e pantaloni bianchi; un fazzoletto in fantasia rossa al collo) si aggirano nello spazio centrale libero. Forme tonde e sferiche, disposte su carretti a mano o su tappeti, accanto a una grande bilancia sorretta da un triangolo di pali. Un’orchestrina di uomini attempati, seduti sotto un baldacchino, pure vestiti di bianco ma con zoccoli gialli ai piedi, esegue marcette teutoniche.

Proseguiamo lungo il vialetto che esce dritto dalla piazza e al quale aderisce, approssimandovisi in curva, un canale. Sulla destra le solite case di mattoni; alcune, verso la fine, nettamente più grandi. Ed ecco, staccata, la Grote Kerk locale, dedicata a Sint Nikolaas (che è anche il corrispondente olandese di Babbo Natale).

Entriamo. Dietro di noi, una famiglia di argentini. Anche qui, l’ampio pavimento di pietra – fuori e dentro lo spazio del coro, circoscritto da grate di legno scuro – è costellato di lapidi numerate, incise con scritte e immagini, e anche qui, a ridosso delle pareti, vi sono bancarelle che vendono libri, in qualche caso molto profani.

Di nuovo all’esterno, arriviamo, dopo poche decine di metri, a un ponticello di mattoni sul canale ombroso che conclude l’abitato. Lungo le rive, olmi, salici bianchi, salici piangenti. Aldilà, un’enorme pascolo, fitto di vacche pezzate.

Mentre torniamo indietro, ecco uscire dalla chiesa un gruppo di ragazze – vestite da olandesine, con gonna a campana e tanto di cuffia – e di ragazzi, pure in abito tradizionale: tutti loro zoccolanti sonoramente sul selciato, come i contadini descritti nella Cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda.

In piazza, parte dei musicanti sono usciti a flautare attorno al treppiede per la pesatura delle forme. Compriamo una palla di formaggio – rivestita da una buccia di cera rossa e confezionata in un involucro di carta riportante luogo di fabbricazione e ingredienti – a un banchetto lungo la fila di edifici sul lato piazza nel quale ci troviamo.

Il biglietto da visita che ci infilano nella borsina assieme al prodotto dettaglia Cheese & more by Henri Willing since 1974 e aggiunge in calce: World Whide Shipping – Domestic Rates – Online Shop. Senz’altro un vero artigianello di paese, come i caseari della Val Curone e della Val Borbera.
Ottava parte – Segue
Marco Grassano
Foto di M. Ester Grassano

Didascalia:

    • Canali a Edam
    • Il mercato del formaggio di Edam
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