
Non capita tutti i giorni di assistere a una partita di pallone a oltre 3 mila metri sul livello del mare. Al caporedattore di ALIBI è successo lo scorso venerdì, 8 giugno. Invitato insieme ad alcuni colleghi italiani della carta stampata e della radio dall’ente del turismo svizzero (che qui si ringrazia sentitamente), il sottoscritto ha avuto occasione di ammirare le prodezze sportive di vecchie glorie del calcio internazionale.
“Vecchie” per modo di dire, dato che calcavano i campi soltanto pochi anni fa. Chi per esempio non ricorda Michael Laudrup, giocatore in forza alla Juve, indimenticato per bravura e correttezza agonisitica? Diciamolo subito: il risultato finale (5 a 5) è stato frutto di un’evidente combine tra i paesi che stanno organizzando i Campionati Europei del 2008, ovvero Svizzera e Austria, tanto che il fischio finale ha immediatamente accompagnato il decimo goal che ha sancito il definitivo pareggio tra le due squadre.

L’esibizione, tuttavia, non è stata priva di interesse e non sono mancati i colpi di scena, i tocchi di classe e i capovolgimenti di fronte. A farla da padrone è però stata l’affascinante cornice naturale: il ghiacciaio del Jungfraujoch. Vi si arriva in ferrovia, percorrendo un tracciato con pendenze strabilianti, in mezzo a una natura incontaminata.

La stazione d’arrivo è la più alta d’Europa, grazie ai suoi 3.454 metri d’altitudine. Prima del fischio d’inizio, la cerimonia di avvio del count-down verso l’inaugurazione dei giochi europei, ha visto all’opera i suonatori dei tradizionali corni alpini e due sbandieratori che hanno fatto volteggiare le bandiere della confederazione svizzera. Gli organizzatori elvetici hanno fatto notare che la croce bianca in campo rosso può essere interpretata anche come simbolo “più”, a significare il plus di emozioni e ospitatilità che i visitatori (sportivi e non) si potranno legittimamente attendere l’anno prossimo, durante gli Europei. Molti i giornalisti venuti dal Vecchio Continente, a cui si sono aggiunti quelli da altri paesi extra-europei (c’erano addirittura l’inviato della TV Al-Arabyia e un folto gruppo di reporter cinesi).