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Voi siete qui: Biblioteca » Con Popolizio Poirot sul Regionale Veloce Milano – Torino

4 Ottobre 2020 Scritto da Saul Stucchi

Con Popolizio Poirot sul Regionale Veloce Milano – Torino

L’editoriale “L’ALIBI della domenica” di questa settimana è dedicato a un viaggio in treno compiuto lo scorso 29 settembre, in compagnia di Hercule Poirot e Massimo Popolizio.

Non sono “Un passeggero importante sul Taurus Express” (1). Sono un modesto giornalista culturale seduto in uno scompartimento di seconda classe sul Regionale Veloce 2008 di Trenitalia, con destinazione Torino Porta Nuova. Il treno parte puntuale da Milano Centrale, salutato dal miagolio di un gatto che presumo chiuso in una gabbia da trasporto. Non vedo l’animale né la persona, “l’umano” (un tempo si diceva il padrone, ma ora non è politicamente corretto) con cui sta viaggiando perché sono alle mie spalle.

"Assassinio sull'Orient Express" letto da Massimo Popolizio

Non fa un “freddo glaciale” come in “Assassinio sull’Orient Express”, ma la temperatura è al di sotto della media stagionale, in questo 29 settembre in cui si celebrano come santi gli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Quest’ultimo è il protettore dei viaggiatori, mentre Michele lo è dei poliziotti, come scoprirò a Torino.

Dopo aver visitato la splendida mostra “Capa in color”, uscirò infatti dalle Sale Chiablese verso il Duomo cittadino, dove in quel momento era in corso una cerimonia per la Polizia. Curiosamente Michele e Raffaele sono protettori anche dei farmacisti, mentre Gabriele si prende particolare cura di altre categorie professionali: dagli ambasciatori ai radioamatori, dai postini ai giornalai. Sui giornalisti vigila invece san Francesco di Sales, la cui ricorrenza è il 24 gennaio.

Popolizio Poirot

Ma torniamo in carrozza. Ho deciso di ascoltare le prime puntate del romanzo giallo di Agatha Christie tradotto da Lidia Zazo per Mondadori, letto da Massimo Popolizio per la trasmissione “Ad alta voce” di RAI Radio 3.

Nei giorni scorsi ho rivisto la versione televisiva del 2010 diretta da Philip Martin, con David Suchet nel ruolo di Poirot e Toby Jones nei panni di Mr Ratchett, la vittima. Nel cast anche David Morrissey come il colonnello John Arbuthnot. Ricordo di aver visto l’attore nel ruolo di Mark Antony nel “Julius Caesar” di Shakespeare in scena al Bridge Theatre di Londra (nell’aprile del 2018). Nella versione televisiva la vicenda prende avvio da Istanbul, mentre nel romanzo il viaggio di Poirot parte da ben più lontano: da Aleppo! Nella città siriana prende il Taurus Express che lo porterà sul Bosforo.

Massimo Popolizio legge Scurati

Ho avuto il piacere di ascoltare dal vivo Massimo Popolizio in diverse occasioni. La più recente è stata la sera del 22 settembre al Teatro Franco Parenti, dove l’attore ha letto alcuni brani del nuovo libro di Antonio Scurati: “M. L’uomo della provvidenza”, edito da Bompiani. A luglio ho tanto apprezzato il suo “Pilato” da “Il maestro e Margherita” di Bulgakov, con accompagnamento musicale del polistrumentista Stefano Saletti e della cantante Barbara Eramo.

Da Popolizio ascolterei anche la lettura del menu, come il grande Vittorio Gassman: “Primi piatti: rigatoni con paiata, lire 7.000. Pasta e fagioli, lire 5.000”. Ben più articolato e avvincente il misterioso caso dell’omicidio sul treno più famoso del mondo, il classico dei classici della letteratura gialla.

Dal Taurus al Simplon

“Le notizie dall’Europa non sono buone”, dice Poirot riferendosi alla situazione meteorologica. La prima pagina del quotidiano spagnolo El País è dedicata alla destituzione del President della Catalogna Quim Torra. Si preannuncia un autunno caldo, anche se un display digitale segna 12°C alle ore 8:22 (in ritardo di una manciata di minuti).

Il Taurus Express si mette in moto quando noi ci fermiamo alla stazione di Rho Fiera, mentre la traversata del Bosforo (che a Poirot non piace) avviene quando noi siamo a Magenta. Qui finisce la prima puntata.

La seconda si apre all’Hotel Tokatlian di Istanbul, dove Poirot trova un telegramma che lo richiama a Londra. L’investigatore chiede al portiere se può prenotargli un posto nel vagone letto del Simplon Express Istanbul – Calais, poi si reca nel ristorante dell’hotel dove incontrerà l’amico Monsieur Bouc, direttore della compagnia, che gli troverà una sistemazione sul treno.

“Si udì un fischio e un lungo malinconico sibilo della locomotiva”. Poirot e il compagno di scompartimento, Mr MacQueen, escono in corridoio. “All’esterno una voce gridò «En voiture!». «Ci siamo» – disse MacQueen, ma non c’erano ancora. Si udì di nuovo il fischio […]. Ci fu uno scossone improvviso. Entrambi si volsero verso il finestrino e rimasero a guardare il lungo marciapiede illuminato che si allontanava lentamente. L’Orient Express aveva cominciato il suo viaggio di tre giorni attraverso l’Europa”. È circa la metà della seconda puntata e noi siamo arrivati a Novara.

Assassinio nel Vercellese

Nella mia carrozza non c’è l’atmosfera cosmopolita dell’Orient Express, anche se poi, arrivato a Torino, vedrò scendere dal treno un passeggero con una grande valigia sulla quale è stato scritto in pennarello nero “Lahore – Milano”. “Ah, se avessi la penna di un Balzac, descriverei questa scena”, potrei dire come Monsieur Bouc.

Paesaggio piemontese dal finestrino del treno Regionale Veloce Milano-Torino

Fuori dal finestrino le garzette bianche nei rivoli dei campi prima di Ponzana ricordano il paesaggio egiziano di “Assassinio sul Nilo”. Mr Ratchett si presenta a Poirot quando entriamo nella stazione di Vercelli. L’investigatore rifiuta l’incarico che l’americano gli propone ed esce dalla vettura ristorante proprio mentre noi lasciamo Vercelli. Cala il sipario sulla seconda puntata.

Nella terza mi ritrovo virtualmente in una Belgrado sotto la neve, ma fisicamente dalle parti di San Germano Vercellese. Poco fuori dalla stazione di Santhià è ferma un’antica locomotiva tutta arrugginita.

Purtroppo non faccio in tempo a fotografarla. Inizia ora il giro delle deposizioni dei viaggiatori nella carrozza ristorante, mentre sul mio treno Regionale Veloce voci registrate, di una donna in italiano e di un uomo in inglese, ricordano le disposizioni per fronteggiare l’emergenza del Covid-19.

Poirot viene informato del ritrovamento del cadavere di Mr Ratchett, pugnalato nella sua cuccetta. “L’assassino è con noi su questo treno”, dice solennemente Monsieur Bouc. Io sento un brivido. Non è la paura: è la corrente d’aria fredda che passa sotto i sedili.

Nella quarta puntata l’investigatore raccoglie le prime informazioni, cominciando da Mr MacQueen. Quando si chiude l’episodio stiamo arrivando a Settimo Torinese. Sono le 9:48 e tra meno di dieci minuti il treno arriverà puntuale a Torino Porta Nuova.

Il viaggio di ritorno

Il Regionale Veloce 2025 parte dalla stazione di Torino Porta Nuova con un ritardo di cinque minuti per aspettare l’autorizzazione del centro di controllo.

La dotazione del treno non è lontanamente paragonabile a quella dell’Orient Express. Non funzionano le prese della corrente e nemmeno il sistema di areazione. Per fortuna la lettura di Popolizio è avvincente e mi calo completamente nel racconto, pur conoscendone i dettagli e lo scioglimento finale del mistero. Il francese dell’attore, invece, mi desta qualche perplessità, in particolare nella pronuncia di “femme” ed “entrez!”. Quando il suo Poirot dice “indissi” per “indizi” mi viene in mente il milanese di mio suocero…

A Chivasso faccio appena in tempo a intravedere un murale con la riproduzione de “La zattera della Medusa” di Géricault, uno dei quadri più celebri esposti al Museo del Louvre. Il passeggero davanti a me si è assopito e russa, con una mano sulla bici pieghevole che tiene accanto a sé.

Paesaggio piemontese dal finestrino del treno

Campi gialli corrono (beh, si fa per dire…) ai due lati del treno mentre Poirot rivolge le domande al controllore del vagone letto Pierre Michel. Il controllore esce dallo scompartimento e noi lasciamo la stazione di Vercelli. Scende il sipario sulla puntata 6. Ne approfitto per fare una breve pausa per la merenda: una brioche confezionata che mi sono portato da casa, non certo un tè con biscotti e pasticcini come quello servito sul re dei treni.

Alle 18:00 sto ascoltando la puntata 7. “Abbiamo guardato fuori e abbiamo visto che la neve era molto fitta”, dice il segretario di Mr Hatchett. Io invece adocchio la cupola della basilica di San Gaudenzio a Novara. È il turno della deposizione del cameriere quando lasciamo la stazione della città e qualche minuto dopo finisce la settima puntata.

Quando entriamo a Magenta inizia l’ottava: sono le 18.20. La deposizione di Mrs Hubbard è annunciata da qualche nota di clarinetto. A Vittuone ascolto l’elenco delle cose che la signora americana estrae dalla sua grossa borsa:

  • due grandi fazzoletti puliti
  • un paio di occhiali con la montatura di corno
  • una bottiglia di aspirina
  • un pacchetto di sali inglesi
  • un tubo di celluloide contenente mentine verde brillante
  • un mazzo di chiavi
  • un paio di forbici
  • un libretto di assegni dell’American Express
  • l’istantanea di un bambino notevolmente brutto
  • alcune lettere
  • cinque file di perle pseudo-orientali
  • un piccolo oggetto di metallo: un bottone

La parte di Mrs Hubbard è la più divertente. Qui più ancora che negli altri personaggi Popolizio accentua i toni da commedia che ha dato alla sua lettura di “Assassinio sull’Orient Express”.

Poirot mette alla prova la signora americana con un piccolo tranello, fingendo di restituirle il fazzoletto ritrovato nella cuccetta della vittima. Fuori dal finestrino scorrono i padiglioni dell’EXPO 2015.

Le note del clarinetto chiudono l’ottava puntata. Sono le 18:36. Il treno – il Regionale Veloce, non l’Orient Express – arriverà a Centrale poco dopo, con un paio di minuti di ritardo.

Saul Stucchi

  • Nota 1: è il titolo del primo capitolo del romanzo.
  • Massimo Popolizio legge “Assassinio sull’Orient Express”

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