Lisbon Story

Raccontare a parole Lisbona è tutt’altro che semplice. La si può solo immaginare, con le sue viette antiche e i tram colorati attraverso le immagini che di lei hanno lasciato alcuni artisti che vi hanno vissuto e soggiornato. Tra questi quello che ha saputo raccontarla meglio e coglierne l’essenza è senza dubbio Wim Wenders con il suo Lisbon Story. Questa è la storia: Philip, un fonico tedesco, arriva nella capitale lusitana chiamato dall'amico regista Friedrich che sta girando un documentario muto e in bianconero. Al suo arrivo, però, quello che trova è solo una casa vuota e le "pizze" del materiale girato.

A spasso per Lisbona, in cerca di suoni e di notizie dell'amico, l'alter ego-wendersiano porta lo spettatore a catturare la realtà viva della città portoghese, accompagnato dalle bellissime musiche dei Madredeus. Un film semplicemente emozionante, non foss’altro che per i colori, i luoghi, le voci e suoni che racconta. Quello che Wenders realizza è, più che un film, un documentario sulla città portoghese, un atto d’amore verso una città unica, un ritorno sul luogo del delitto, dal momento che nella capitale aveva girato un altro film, Lo stato delle cose.

La storia di Lisboa comincia molto lontano, poichè essa venne fondata dai fenici; allora il suo nome era Alis Ubbo, successivamente Olisipo secondo i romani, che dopo numerose variazioni divenne l’attuale Lisboa. La città fini poi sotto il dominio degli Arabi nel VIII, e cosi rimase fino al XII secolo, quando venne riconquistata dal primo re di Portogallo, don Alfonso Henriques. Tra il XV e il XVII la città fu un porto fiorente, da cui partirono molte spedizioni e grandi viaggi d’esplorazione.
Nel novembre del 1755 un grande terremoto la distrusse quasi completamente, provocando un grandissimo numero di morti: tuttavia essa fu prontamente ricostruita seguendo i progetti del marchese Pombal, motivo per cui il centro della città è anche chiamato Baixa Pombalina. Lisbona è stata anche terreno per due rivoluzioni: la rivolta repubblicana del 5 ottobre 1910 e la rivoluzione dei Garofani del 25 aprile 1974. Inoltre, il 13 febbraio 1668, vi è stato firmato il Trattato di Lisbona, con cui la Spagna concesse l'indipendenza al Portogallo.

Passeggiare per i vicoli di Lisboa è una gioia per gli occhi. Il Tago e l'Oceano le regalano una gran luce e grandi cieli, la città è un pullulare di colori e attrazioni culturali.
A cominciare dal Castelo de São Jorge, che sorge nel sito dell'acropoli della città antica e domina l'Alfama, il quartiere più antico della città, un po' fatiscente ma molto pittoresco, l'unico quartiere della città vecchia sopravvissuto al terremoto. Un tempo castello moresco e successivamente dimora dei reali fino al XVI secolo, esso fu danneggiato fortemente dal terremoto del 1755 e successivamente ristrutturato nel 1938 da Antònio Salazar. Il dittatore portò avanti una completa ristrutturazione della struttura, che prevedeva tra l’altro l’aggiunta d’alcuni giardini con uccelli selvatici. Ad oggi la vista che si gode dai bastioni del castello è una delle più belle, con un dominio completo della città. Uscendo dal castello e scendendo per la rua do Chão da Feira, dopo essere usciti dalla Porta de Sao Jorge, si raggiunge a poco a poco l’Alfama. Camminando lungo i becos, i vicoli stretti e acciottolati che percorrono il quartiere, tra le vecchie case che ricordano certe casette dell’Italia meridionale, e i venditori ambulanti, tra cui le vaninas che vendono il pesce del giorno, sembra quasi di percorrere a ritroso la storia fino agli anni cinquanta.

Continuando a camminare si raggiunge la cattedrale della città, la Sé, abbreviazione di Sedes Episcopalis, la sede vescovile. La struttura della cattedrale è frutto di numerose trasformazioni architettoniche e l’accostamento di stili diversi. La facciata è romanica, con un bellissimo rosone due torri campanarie. All’interno sono state costruite ben nove cappelle del deambulatorio e il famoso “tesoro del Sé”, in cima alle scale, a destra rispetto all’ingresso. Avvolto dalla leggenda, questo tesoro composto da reliquie attribuite a San Vincenzo, sarebbe stato trasportato nel 1173 da una nave protetta da due corvi sacri, quest’ultimi tra i simboli più importanti legati all’immagine della città. La cattedrale si trova all’interno del quartiere di Baixa Pombalina, interamente costruito da Pombal dopo il terremoto, in cui è ancora possibile trovare attività tradizionali, come il mercato del pesce in Cais do Sodré, o innumerevoli edifici storici, tra cui, oltre alla cattedrale, la chiesa Conceição Velha.

Da Baixa, passando attraverso un quartiere ricco di negozi chiamato Chiado, è possibile raggiungere il Bairro Alto, il quartiere ideale per la vita notturna. Chiado ospita molti negozi alla moda, dalle grandi marche alle piccole boutique, ma è soprattutto il luogo in cui scrittori e artisti s’incontrano nelle caffetterie storiche. Alle monumentali statue imperiali della Baixa, il Chiado risponde con le sue effigi colte raffiguranti poeti e scrittori, tra tutti Fernando Pessoa e João Almeida Garrett (1799-1854). Non resta dunque che sedersi ai tavoli dello storico Cafè A Brasileira, proprio in largo do Chiado, e sorseggiare una bica (caffé) o un aguardente (brandy). Visitare questo intrigo pulsante della Lisbona quotidiana, fatto di teatri e caffé, librerie, ristoranti e pastelarias è il piacevole passatempo di una giornata. Un altro quartiere di Lisbona interessante è quello di Belém. È da questa zona lungo il fiume Tejo che i grandi navigatori dell'epoca d'oro portoghese hanno preso il largo. Oggi Belém si presenta come un sobborgo verdeggiante e alberato, ricco di parchi e giardini. Qui si possono trovare monumenti famosi come il Monumento alle Scoperte, il Mosterio de Jeròminos (un monastero costruito nel 1501 per festeggiare la scoperta dell'India) e il Centro di Cultura di Belém.

Lisbona è una città tradizionalissima, che tuttavia non disdegna l’architettura d’avanguardia, come si può facilmente notare dirigendosi al Parque das Nações, all’uscita della metro Oriente (linha vermhela). In realtà il quartiere è il frutto della riconversione di un’area industriale abbandonata fino al 1990, all’interno del quale il Parque s’impone subito alla vista per la slanciata geometria delle volte e le ardite costruzioni dei padiglioni, dal Portugal Pavilion al Pavilhão do Conhecimento (Padiglione della Conoscenza), al Pavilhão da Realidade Virtual (Padiglione della Realtà Virtuale). Ed è proprio qui che s’innalza imponente e minacciosa la Torre Vasco da Gama, l’edificio più alto di Lisbona, con l’estremità a forma di vela, per non tradire la mitologia nautica che ricorre nell’estro creativo lusitano. All’esterno della Torre un lungo viale piastrellato con i tipici mosaici pavimentali lisboeti, incorniciato da una fila di alte bandiere di tutte le nazioni del mondo, anticamera del lungofiume da dove si può prendere la teleferica per un giro panoramico sulle acque del Tago
Simona Silvestri