L’uomo si adatta a tutto (l’ha detto – tra innumerevoli altri – Tolstoj in Resurrezione). Ciascuno di noi però reagisce in modo diverso a una data sollecitazione e ha bisogno del proprio tempo per adeguarsi a una situazione inattesa. Può capitare, per esempio, che a luci ancora accese l’attore di uno spettacolo che sta per andare in scena ci si pari davanti, a pochi centimetri di distanza, scrutandoci con fare ironico. Quanti secondi riusciamo a resistere prima di abbassare lo sguardo e di escogitare un diversivo che possa alleggerire l’imbarazzo? Azzerata inaspettatamente la distanza che ci separa dall’attore (che nella finzione scenica dovrebbe rappresentare proprio noi, o almeno una delle nostre centomila identità…), ciascuno di noi si trova spiazzato, fuori luogo e gli occorre un certo lasso di tempo per adattarsi e tornare in quella che gli psicologi chiamano zona di confort.
Con lo spettacolo Sconnessioni – in scena dal 3 al 13 maggio 2012 al Teatro della Contraddizione di Milano – la compagnia de Le Scimmie Nude indaga proprio il rapporto tra gli individui, scandagliando le reazioni che scattano in circostanze inaspettate, non preventivate. Gli altri possono essere fonti di pericolo, potenziali alleati a cui sollecitare una qualche forma di solidarietà, rivali da combattere e mettere fuori gioco, lo specchio (deformato o sincero?) di noi stessi.
I sei attori in scena ricorrono poco allo strumento della parola per interagire tra loro. I dialoghi sono quasi assenti, sostituiti da ordini o da comunicazioni a senso unico. Le parole lasciano il posto a smorfie e movimenti coreografici: Sconnessioni, infatti, è uno spettacolo molto fisico, una sorta di seduta di allenamento. La vita quotidiana è ormai una battaglia per il lavoro, il parcheggio, il riconoscimento sociale, la spesa: fuori dalla porta di casa c’è la giungla (ma dentro, spesso, il territorio è ancora più ostile…). E ben lo sanno i pubblicitari che ingigantiscono le paure del consumatore – che da tempo ha preso il posto del cittadino – per rifilargli prodotti-scudo a difesa del suo benessere. Eppure “gli altri siamo noi”, vittime e carnefici, come nella canzone di Umberto Tozzi.
“Non sento me stesso negli altri: sono troppi” è il lamento, la confessione, che scappa a uno di loro; e così non resta che il freddo della solitudine, per vincere il quale si cerca comunque calore avvicinandosi agli altri. Persino la morte non reca in dono la tanto sospirata tranquillità, perché non è altro che il proseguimento dei patimenti della vita: la corsa non si arresta, come nei miti greci degli eroi condannati a un eterno supplizio, in cui è proprio l’assenza di una prospettiva di riscatto la peggiore delle pene. E continuiamo a inseguire qualcuno che insegue noi. Finché non suona la campanella…
Saul Stucchi
SCONNESSIONI
Fase preliminare
studio per una cantoria metropolitana
Dal 3 al 13 maggio, dal giovedì alla domenica ore 20.45
Testo e regia: Gaddo Bagnoli
Attori: Angelo Bosio, Ermelinda Ҫakalli, Claudia Franceschetti, Igor Loddo, Andrea Magnelli, Laura Rinaldi
TEATRO DELLA CONTRADDIZIONE
Via della Braida 6
Milano
Biglietto: intero 15 €; ridotto 12 €
Prenotazioni:
tel. 02.5462155
info@teatrodellacontraddizione.it
Foto di Margherita Busacca.