La rinomata libreria Bocca di Milano, attiva fin dal 1800, si trova proprio sotto la Galleria Vittorio Emanuele: luogo storico, bizzarra fortezza, ricca di testi e opere, sia di artisti emergenti che di professionisti. La libreria, dopo vari passaggi di proprietà nel corso di due secoli che videro i Bocca cedere l’attività a Luigi Dumolard, transitata poi nelle mani della famiglia ebrea dei Calabi, finì per diventare spazio lavorativo di Giacomo Lodetti. Da quel momento oltre alla vendita dei testi, partì l’attività editoriale che condusse il noto negozio di libri a ricevere nel 1980 dal comune di Milano “l’Ambrogino d’oro” e nel 1985 il premio “Assemblaggio per l’editoria”. La libreria Bocca oltre a trovarsi in centro città è anche epicentro di interessi culturali, artistici e d’editoria d’arte. Personaggi astrusi come Nico De Sanctis, Zita Mosca Baldessari, Giorgio Vigentini… hanno partecipato ad arredare con opere d’arte la stanza libresca coloratissima chiamata “Bocca”.
Fino al 7 gennaio è prevista l’esibizione di Licio Passon, fedele alla corrente simbolista che con colori di un’artefazione magica sa abbinare emozioni stravaganti a disegni iper-realistici. Passon (Udine, 1965) di origini umili, di famiglia contadina, vissuto per lo più in campagna, dà libero sfogo in pittura al suo coinvolgimento insito alla vista della natura della luce, dei riflessi su acqua dimostrando questo suo amore grazie alla rappresentazione di paesaggi verdi, accompagnati da alberi in fiore o di squarci veneziani romantici e sfavillanti.

Diviene chiaro in questi suoi dipinti l’intento a far trasparire la dualità dell’immagine, raffigurata sia dall’interessante parte razionale ovvero quella architettonica di palazzi d’epoca, sia dalla parte trasognante, ovvero quella riflessa sull’acqua, cospiratrice di emozione, di sentimento, dove forme e colori imprigionano il suo stato d’animo di adorazione.
Non manca spazio per nature morte nelle quali racconta il pittore: “Ogni forma cerca di prendere il massimo del volume appunto perché ci sono molti passaggi di luci e ombre ben calcolati” … o per ritratti: “Cerco di far uscire l’anima della persona rappresentata. È una ricerca psicologica. Alcune volte lo sfondo è solo decorativo e la nostra attenzione si focalizza solo sul personaggio, altre volte il personaggio fa parte di un’ambientazione”.

La tecnica preferita dall’artista è riprodotta da olio su tavola. Le tavole vengono prestabilite con basi di gesso che successivamente dopo trattamenti di levigazione assumono una superficie liscia che dopotutto possono venir lavorate con disegni approssimativi a matita. Il lavoro ultimativo si ottiene però con pennellate sia leggere che ricche di pigmento per donare vivacità e corposità alla materia.
Testo, foto e video di Valentina Cavera