La vita di Marc Chagall non fu facile – quale lo è? Quella raccontata qua, in questa graphic novel firmata da Joann Sfar (noto per il fumetto Il gatto del rabbino, che è poi diventato un un film animato), Chagall in Russia è la sua e non lo è. Russia ed ebraismo, persecuzione e amore per le storie bibliche, amore per il teatro e l’ossessione per la pittura – ovviamente – il golem e le passioni amorose… C’è tutto questo nel coloratissimo lavoro di Sfar, edito da Bao Publishing, ma è una libera reinvenzione che narra e illustra episodi più o meno onirici – sulla scia dei tratti significativi dell’arte del pittore, dei suoi sogni e dei suoi incubi più che della sua vera biografia.
Qui c’è uno shtetl russo e un ragazzo che non può vivere senza la pittura e non sa come affrontare il dilemma di essere un “onesto ebreo con un onesto mestiere”. Così la pensa l’ipotetico suocero, che glielo dice chiaramente, non è che con i quadri possa assicurare il mantenimento di una famiglia. Dovrebbe darsi da fare per cercare altrove un mestiere vero, di quelli con i quali si portano soldi a casa.
Ma il ragazzo vive l’arte e l’amore come parti di un unicum, che è un’attitudine al sogno, anche fosse attraverso un teatro – dunque una vita che non sai più se sognata o immaginata o realmente vissuta, dove l’avverbio in effetti è di troppo. I colori sono cupi e brillanti, con sterzate improvvise che sembrano piccole esplosioni, come accade nelle voragini del sogno in cui la scena può cambiare all’improvviso.
Autore anche di un film musicale su Serge Gainsbourg, Sfar qui dà fondo a una sua idea traboccante della vita – e del disegno stesso, ombroso, spesso scuro, elettrico ma vitalissimo – in cui la ricchezza delle immagini, la stessa impressione che a volte producono di caos disorganizzato, sono l’ambiente di passioni esuberanti, malinconiche e arrabbiate insieme.
Il segno è febbrile, a volte apparentemente involuto ma in realtà colmo di dettagli, capace di passare in fretta dallo zoom esagitato su un volto al quadro nervoso di un insieme scompigliato e in eterno movimento. Come a dire che la dolcezza del vivere, quella cui aspira il personaggio, può essere solo una parentesi di un’erranza destinata a non finire mai. E anche Chagall, quello vero, ne sapeva qualcosa.
Michele Lupo
Joann Sfar
CHAGALL IN RUSSIA
Bao Publishing
2012, pagine 128
16 €