Sarà inaugurata il prossimo 24 settembre presso la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano la mostra dedicata al grande genio di Jannis Kounellis.
L’artista, nato in Grecia, ma ormai naturalizzato italiano visto la sua lunga permanenza a Roma fin dal 1956, è uno dei più importanti esponenti dell’arte povera del nostro paese. Un innovatore, destinato a ribaltare talune prospettive proprie dell’Italia degli anni sessanta, il periodo, appunto, in cui si stabilì nella capitale ed espose presso la Galleria Tartaruga le sue prime opere.
Nello stantio panorama post-bellico italiano, da una parte ancorato alla tradizione, dall’altro smanioso di scrollarsi di dosso i retaggi del fascismo e del provincialismo, Kounellis assunse la funzione detonante di ribaltamento di una precisa prospettiva artistica, evidenziando il suo interesse per il contesto urbano ed una spazialità che faceva riferimento più al muro e all’affresco che non alla pittura di cavalletto ancora in auge in quegli anni. Dopo qualche anno, una tale vocazione si definì con un consistente gruppo di opere in cui l’uscita dal quadro , per uno spazio libero e di diretto investimento dell’ambiente, segna la nascita della sua specificità linguistica. Appaiono così il Senza titolo, 1967 detto “La Carboniera”, “I campi”, “La cotoniera”, “Il pappagallo” ed altre essenziali elaborazioni che culmineranno con l’opera Senza titolo, 1969, “I cavalli”, di cui a Napoli, in queste settimane, si è potuta ammirare un’ultima versione dal vivo. Dopo quell’episodio, che, di fatto, chiudeva gli anni ’60 aprendo un nuovo capitolo dell’arte contemporanea internazionale, Kounellis ha partecipato a tutte le rassegne di “arte povera” e dei principali appuntamenti artistici di tutto il mondo: dalle Biennali di Venezia alle Documenta di Kassel, portando il suo lavoro nei maggiori musei europei, americani e giapponesi con opere restate poi nelle collezioni pubbliche e private di quelle importanti sedi. Un talento incredibile, che trova ben presto nel teatro un suo sfogo naturale, nelle collaborazioni con autori di fama indiscussa, che gli hanno permesso di affinare la sua capacità di ideazione drammaturgica, consentendogli di mettere in risalto, in ogni luogo, una tensione spaziale davvero sensibile e unica.
L’esposizione di Milano si preannuncia come un evento grandioso e straordinario, che vedrà l’artista confrontarsi con una tipologia di spazio molto particolare, come quella della Fondazione Pomodoro, un’ex fabbrica di turbine. Ad un anno dall’apertura delle attività espositive nella sua sede di Via Andrea Solari, la Fondazione apre la nuova stagione accogliendo un’importante nuova creazione dell’artista, considerato a livello internazionale tra i maggiori protagonisti dell’arte italiana ed europea della seconda metà del XX secolo. Per i grandi ambienti della Fondazione – le ex-officine Riva & Calzoni ove, nella Milano degli anni ’20, venivano realizzate le turbine industriali – Kounellis ha concepito un imponente lavoro che, dopo l’attuale retrospettiva tuttora aperta al museo MADRE di Napoli, offre la frontiera più avanzata della propria opera. L’esposizione, curata in stretta collaborazione con l’artista da Bruno Corà, consente di valutare i dati più recenti della concezione pittorica di Kounellis, nonché di porre al centro dell’osservazione gli aspetti più significativi della lingua plastica da lui messa a punto in oltre quarant’anni di lavoro. L’evento, di per sé originale, costituisce la più ampia manifestazione dell’opera di Kounellis mai realizzata a Milano.
Simona Silvestri
Jannis Kounellis. Mostra personale
Fondazione Pomodoro, MIlano – Dal 24 settembre 2006 all’11 febbraio 2007