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Voi siete qui: Interviste » Intervista a Benito Navarrete Prieto sul “nuovo” Velázquez di Yale

5 Luglio 2010

Intervista a Benito Navarrete Prieto sul “nuovo” Velázquez di Yale

navarrete A margine della scoperta di un “nuovo” Velázquez nei magazzini del Museo dell’Università di Yale a opera di John Marciari, ALIBI Online ha intervistato il professor Benito Navarrete Prieto, esperto del pittore sivigliano.

Che cosa pensa dell’attribuzione proposta da Marciari?
L’attribuazione proposta da Marciari mi sembra molto interessante e gli specialisti di Velázquez dovranno tenerne conto. Il dipinto ha molte probabilità di essere la prima opera del giovane Velázquez nel periodo nel quale si sta formando nella bottega di Francisco Pacheco in una data vicina al 1616-1617. Il dipinto presenta una serie di elementi tipici del manierismo rinnovato nelle pieghe della veste di Sant’Anna e nella concezione della composizione che rimandano al pittore fiammingo Juan de Roelas nel suo dipinto del 1612 del Museo di Belle Arti di Siviglia. Velázquez dovette studiare questo dipinto apprendendo da esso i valori naturalisti. Il pittore sivigliano si forma guardando tanto a Roelas come a Francisco de Herrera il Vecchio, come già abbiamo segnalato il professor Pérez Sánchez e il sottoscritto nel catalogo della mostra Da Herrera a Velázquez. Il primo naturalismo a Siviglia. Sono questi valori appresi dalla generazione precedente quelli che questo dipinto manifesta. Da qui deriva la sua importanza e la bravura di Marciari nel farlo conoscere sulla rivista Ars Magazine.

Quali sono secondo lei i punti deboli e quelli forti dell’ipotesi di Marciari?
Penso che finché non venga studiato il dipinto nel gabinetto tecnico del Mudeo del Prado l’attribuzione non sarà sicura. In questo senso credo che un elemento chiave sia l’Immacolata, proprietà della Fondazione Focus-Abengoa che fu studiata alcuni mesi fa al Prado con l’analisi dei pigmenti, radiografie, riflessografie e altri studi che hanno portato alla conclusione che sia di Velázquez. Quando si potranno confrontare questi risultati con quelli che si otterranno dal quadro di Yale, ci avvicineremo maggiormente alla possibilità di esprimere un giudizio definitivo. Penso che tanto Carmen Garrido, capo del gabinetto tecnico e specialista della tecnica di Velázquez, quanto Javier Portús, conservatore capo del dipartimento di pittura spagnola del Prado debbano avere un parere su questo tema, come lo stesso professor Jonathan Brown. Soltanto un parere collegiale potrebbe avvalorare questo interessante studio. Probabilmente la cosa più intelligente da fare sarebbe organizzare in seguito un congresso internazionale con tutti gli specialisti di questo periodo tanto spagnoli quanto stranieri.
A cura di Saul Stucchi

Benito Navarrete Prieto è nato nel 1970 a Jerez de la Frontera. Professore Titolare di Storia dell’Arte all’Università di Alcalá è attualmente consigliere scientifico del Centro di Ricerca Diego Velázquez di Siviglia

 

Versión Española

¿Qué piensa usted del atribución hecha por Marciari?
navarrete_ante_2La atribución hecha por Marciari me parece muy interesante y desde luego a tener en cuenta por los especialistas en Velázquez. La pintura tiene muchas probabilidades de ser la primera obra del joven Velázquez en el momento en el que se está formando en el obrador de Francisco Pacheco en fechas cercanas a 1616-1617. La pintura presenta una serie de elementos propios del manierismo reformado en los plegados de la Santa Ana y en la concepción de la composición que remiten al flamenco Juan de Roelas en su pintura de 1612 del Museo de Bellas Artes de Sevilla. Velázquez debió estudiar esta pintura aprendiendo de ella los valores naturalistas. El pintor sevillano se forma mirando tanto a Roelas como a Francisco de Herrera el Viejo, como ya señalamos el profesor Pérez Sánchez y quien esto escribe en el catálogo de la exposición De Herrera a Velázquez. El primer naturalismo en Sevilla. Son esos valores aprendidos de la generación anterior los que pone de manifesto esta pintura. De ahí su importancia y la valentía de Marciari en darlos a conocer en la revista Ars Magazine.

Velazquez_intero¿Cuáles son los puntos débiles y cuáles los puntos fuertes de su hipotesis?
Creo que hasta que no se estudie la pintura en el gabinete técnico del Museo del Prado la atribución no será firme. En este sentido creo que una pieza clave es la Inmaculada propiedad de la Fundación Focus-Abengoa que fue estudiada hace unos meses en el Prado con análisis de pigmentos, radiografías, reflectografías y demás estudios concluyendo que era de Velázquez. En el momento que se puedan contrastar estos resultados con los que se le hagan al cuadro de Yale, podremos estar más cerca de un juicio definitivo. Creo que tanto Carmen Garrido, jefa del gabinete técnico y especialista en la técnica de Velázquez como Javier Portús, conservador jefe de pintura española del Prado deben de tener opinión en este asunto, como asimismo el profesor Jonathan Brown. Solo una opinión colegiada podría refrendar este interesante estudio. Probablemente lo más inteligente sería hacer después un congreso internacional con todos los especialistas en este periodo tanto nacionales como extranjeros.
Editado por Saul Stucchi

Benito Navarrete Prieto, Jerez de la Frontera, 1970. Profesor Titular de Historia del Arte de la Universidad de Alcalá. En la actualidad es asesor científico del Centro de Investigación Diego Velázquez de Sevilla

Dai magazzini del Museo di Yale “riemerge” un nuovo Velázquez

ARS MAGAZINE
Revista de Arte y Coleccionismo

www.arsmagazine.com

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