In preparazione dell’imminente viaggio a Palencia, il caporedattore di ALIBI Online ha intervistato la dottoressa Alexandra Chavarría Arnau dell’Università di Padova sulla villa romana de la Olmeda.
In che cosa consiste l’importanza della villa romana de La Olmeda?
La villa romana de La Olmeda è un complesso architettonicamente eccezionale già per le dimensioni del peristilio, gli ambienti di rappresentanza e le terme, e per la ricchezza decorativa, in particolare il mosaico con la storia di Achille, la venatio (scena di caccia) e i ritratti rappresentati nel bordo.
Alcuni oggetti sono di grande interesse, come i due contorniati (reperti unici per la penisola iberica). Non vanno dimenticate le necropoli di epoca tarda collegate al sito. Si tratta inoltre di uno dei complessi della Meseta (l’altopiano iberico, ndr) scavati in estensione fino a oggi sul quale sono stati pubblicati diversi lavori scientifici.
A quali altri luoghi in Spagna e nel mondo romano la villa è comparabile per storia, dimensioni e caratteristiche?
Per quanto riguarda la Spagna può essere comparata con alcune villae del Duero, dell’Andalusia e del territorio di Mérida, anche se allo stato attuale degli scavi le sue dimensioni sono maggiori. Per dimensioni può essere paragonata alla villa romana di Piazza Armerina (in Sicilia, ndr), anche se ha una struttura architettonica più compatta e semplice.

Che tipo di vita vi conducevano i suoi abitanti?
Difficile rispondere a questa domanda perché ancora si discute attorno all’identità dei proprietari (erano funzionari dell’amministrazione imperiale residenti a Roma o ricchi latifondisti locali). Personalmente io propendo per la prima opzione. In ogni caso la vita nelle villae si caratterizzava per la suddivisione del tempo tra l’otium (bagni alle terme, caccia e lettura) e il negotium (gestione dell’attività agricola e dell’allevamento) in una cornice di grande ostentazione sociale.
Quale fu la fine della villa e che ruolo vi giocarono i “Barbari”?
La villa comincia a mostrare segni di decadenza nel V secolo quando si possono osservare segni di occupazione residuale di alcuni ambienti. L’impatto dei Barbari in questo caso fu indiretto nel senso che poté portare all’abbandono della proprietà, ma non ci sono segni di distruzione violenta.
A cura di Saul Stucchi
Alexandra Chavarría Arnau
Ricercatrice presso l’Università degli studi di Padova dopo aver studiato nelle Università di Barcellona, Bonn, Besançon, Roma – La Sapienza e Paderborn. Attualmente insegna Archeologia Medievale nel corso Triennale di Lettere, Storia, Archeologia, Beni Culturali, Progettazione e Gestione del turismo culturale e nella Scuola di Specializzazione della stessa Università.
¿Cuál es la importancia de la villa romana de La Olmeda?
La villa de La Olmeda es un complejo arquitectonicamente excepcional ya sea por las dimensiones del peristilo, las estancias de representacion y las termas, por la riqueza decorativa (en particular el mosaico con la escena de Aquiles, la venatio y los retratos de la cenefa). Algunos objetos son de gran interes como los dos contorniati (unicos en la peninsula ibérica). Sin olvidar las necrópolis de época tardía asociadas al yacimiento. Se trata además de uno de los conjuntos de la Meseta excavados en extension hasta hoy y que cuenta con varias publicaciones científicas.
¿Hay lugares en España y en el mundo romano comparables por historia, dimensiones y características a La Olmeda?
Por lo que respecta a España tiene paralelos en algunas villas del Duero, Andalucía y el territorio de Mérida aunque por el momento sus dimensiones son mayores. Es comparable por dimensiones a Piazza Armerina aunque tiene una estructura arquitectónica mas compacta y sencilla.
¿Que forma de vida tenian su habitantes?
Pregunta dificil en cuanto se discute sobre la identidad de los propietarios (eran funcionarios de la administracion imperial residentes en Roma o ricos latifundistas locales?) yo me decanto por la primera opción. En cualquier caso la vida en las villas se caracterizaba por el otium (balneum, caza, lectura) y el negotium (control de la actividad agricola y ganadera) en un marco de gran ostentación social.
¿Cuál ha sido el final de la villa y que papel tuvieron los “Bárbaros”?
La villa empieza a mostrar signos de decadencia en el siglo V cuando se observan signos de ocupación residual de algunos ambientes. El impacto de los Bárbaros en este caso fue indirecto en el sentido que pudo llevar al abandono de la propiedad pero no hay signos de destructión violenta.
Editado por Saul Stucchi