Testimonianze dalla seconda guerra mondiale. O forse no. Difficile distinguere il limite tra realtà e finzione davanti alle fotografie di Paolo Ventura, in mostra da ieri presso Forma, il centro internazionale di fotografia di Milano.
Scene crude e sconvolgenti, di fronte le quali è difficile rimanere impassibili: un soldato tedesco che giace morto tra le montagne; un altro soldato nazista catturato da partigiani mentre cerca di nascondersi, e molte altre scene simili.Guardando bene però l’incredibile verosimiglianza con la realtà non deve trarre in inganno.
Quelli che Ventura fotografa sono frutto di una volontaria messa in scena da parte del fotografo, che ricostruiscono episodi accaduti, raccontandoli attraverso la finzione. Una rappresenta ludica e grottesca in cui i protagonisti sono costituiti da modellini su scala, inseriti in un tragico scenario anch’esso finto, riproduzioni su scala di strade e abitazioni quasi fossero una casa delle bambole d’altri tempi.
Ventura non è nuovo a questi esperimenti, il cui obiettivo è quello di dare vita ad una profonda riflessione sul valore della documentazione e della memoria, e più generalmente, sul valore intrinseco della rappresentazione del dolore e della violenza.
In tempo di guerra è stata presentata a New York presso la galleria Hasted Hunt, alla Photobiennale di Mosca a fine Marzo 2006, ad Arles a Luglio in occasione di Les Rencontres de la Photographie dove ha riscosso moltissimo sucesso.
Il libro è pubblicato da Contrasto.
Simona Silvestri
In tempo di guerra
Dal 12 ottobre al 19 novembre
Tutti i giorni dalle 11 alle 21
Giovedì fino alle 23, lunedì chiuso